31 gennaio 2011

giorno 10 - Mai abbastanza

"Vorrei sapere, quanto è grande il verde, com'è bello il mare, quanto dura
una stanza" cantava qualcuno.
Domande difficili, ma se le mescoliamo un po', qualche risposta sapremmo
anche darla. Per esempio, quanto è grande una stanza, beh, prendiamo il
metro, la misuriamo, ed ecco, sappiamo quanto è grande. Oppure, quanto è
grande il mare...di preciso non è che lo sappiamo, però insomma, è grande!
Non è che tu vai in mezzo al mare, in mezzo ad un mare qualsiasi, oceano,
mare, golfo, pelago stagnoso o meno, ci arrivi, con la tua bella nave blu,
con le sue gruine e paranchetti, e il suo sofosticato prototipo per un
telescopio sottomarino che sembra un astronave, e proprio quando decidi di
srotolare i tuoi due chilometri di cavo di acciaio, e tuffare in acqua il
tuo adorato prototipo, lo vai a buttare proprio sopra le reti di un
piccolo e bellicoso peschereccio greco, che viene così anch'esso
trascinato alla tua nave, appeso alla sua rete. Ma no dai, non può
succedere!
Quanto grande è il mare?
Dopo oggi, vi assicuro: mai abbastanza...

30 gennaio 2011

giorno 09 - Acronimi

Tanto Zelante Aglio, Troppo, Zompetta Instancabile Kilometri, Interiormente.

Indovinate cosa abbiamo mangiato oggi di buono a cena (con dose doppia,
ovviamente, per i vegetariani)?

29 gennaio 2011

giorno 08 - Fenomeni

Sono su questa nave da ormai una settimana, non posso dire di essere
andata dappertutto, perché in alcuni posti non è concesso entrare, a noi
"scientists", ma non mi succede più di prendere un corridoio sbagliato e
andare a sbattere contro una parete di ferro (dopo aver inoltre barcollato
con le onde per tutta la lunghezza del suddetto corridoio).
Eppure...
Eppure ogni giorno incontro qualcuno che non ho mai visto prima. Ci sono
alcuni personaggi di quest'equipaggio tedesco che ormai conosco: c'è
Andreas, lo chef, che chiama tutti per nome, e c'è il suo timido aiutante
che parla solo e solamente tedesco (come gran parte della truppa,
d'altronde). C'è poi l'addetto alla lavanderia, un signore cinese
piccolino, detto Max. Conosco poi alcuni che lavorano ai winch, sul ponte,
che dipingono quello che c'è da ridipingere e aggiustano tutto quello che
trovano. C'è Heinz, il "chief electronic", che principalmente fuma nella
sua stanza accanto a quella dei CTD, che ha la barba bianchissima e
l'orecchino. C'è Michael, il capitano, c'è poi il dottore, solitario ed
elegante, e via tutti gli altri, ci sono i giovani, i giovanissimi, che
hanno la moglie incinta a casa e sono via da 4 mesi, ci sono quelli con
tanta barba bianca, da sembrare finti, e tatuaggi a solcare la loro pelle
come le navi il mare. Insomma, mi pare di conoscerli tutti, anche se non
ne ricordo i nomi.
Invece ogni giorno vedo una faccia nuova.
Un fenomeno d'umanità mai incontrato in questi corridoi bianchi, tra
questi ponti gialli arancio rosso verdi.
Ogni giorno, una persona diversa, che mi ricorda di non limitarmi al
piccolo mondo di una nave, che dura poco, due settimane, ha una rotta, un
obiettivo, e un porto in cui arrivare, a fine missione.
Mi avverte di essere pronta a tutto quello che mi aspetta, quando si
scenderà nel porto. Ci sarà la confusione di mille facce, nuove e vecchie,
di mille possibili rotte, di tanti obiettivi a cui puntare.
Ma non adesso.
Adesso è tutto chiaro e preciso.
Adesso ho due ore mezza di turno CTD davanti a me, e poi il riposo.
E intanto la nave, generosa, mi porterà con sè.

giorno 07 - First week on the Meteor!

Oggi ho dovuto scrivere il week report per la nave, quindi: eccolo qui. Le
figure non posso allegarle, ve le racconterò.

"22-29/01/2011: week 1 - From La Valletta (Malta) to Pylos (Greece).
We left La Valletta on a magnificent Monday morning, warm and sunny as it
is hard to imagine in January (especially coming from the Netherlands!).
On board,
scientists are mainly Dutch (with a few Latin exceptions), mainly from the
Oceanographic Institute NIOZ, but a bunch of astrophysicists is also
present. They follow the testing phase new designed compact mooring device
with a lot of interest. The purpose of the cruise is further testing of
this device for KM3NeT, a submerged neutrino telescope that will be
searching for astrophysical neutrinos in one of the less noisy environment
on Earth, the deep sea (~3000
m). In this framework, different Earth and Marine science measurements are
also required, exploring and monitoring the deep sea conditions.
From Monday to Thursday morning the weather has been nice, allowing us to
follow the cruise plan. The 2000 m long mooring that was deployed a year
ago has been recovered successfully, bringing us tons of data from the
NIOZ High Sampling rate Thermistor string, from current meters and an
optical device.
Moreover, we deployed twice a lander on the bottom of the sea (near
Italian NEMO site and near Greek NESTOR site) for 24 hours, obtaining a
series of nice pictures of life down there that we disturb with our iron
blocks and bait (Fig. 1: One of the pictures taken by the lander at 3400
m, near NEMO site. Group of Coryphaenoides Mediterraneus [Qui si vede una
croce latina di metallo (ogni braccio è di circa 60 cm), tenuta ancorata
orizzontalmente al fondo da degli anelloni arrugginiti di ferro. Sopra la
croce c'è un pesciazzo morto lungo circa 30 cm, ben legato al centro del
bersaglio. Tutto intorno si vedono un cinque o sei Coryphaenoides
Mediterraneus (pesci), che, attirati dall'esca, si fanno fotografare per
il censimento. Il tutto si svolge a circa 3400 metri di profondità.]).
Up to now, and due to the weather conditions, we have performed just one
night of deep CTD yo-yo (plus a short German lesson to be able to speak
with the winch man through the radio!).
The deployment and recovery of the compact mooring took from Wednesday to
Thursday afternoon. The (first) deployment (Fig. 2: First deployment of
the
compact mooring [Qui la scena è complessa. Notte, siamo oltre la poppa
della nave. Da una gru arancione penzola, a 50 cm dalla superficie la
grande struttura che siam qui a testare. E' una gabbia sferica di
alluminio (2.4 m di diametro) contenente una ventina di piccole sfere di
vetro (50 cm di diametro), che dovranno poi srotolarsi dal fondo verso la
superifice, lungo una doppia linea di cime. E' una cosa complicata anche
se la si ha davanti, inutile tentare di spiegarla a parole, ve lo
assicuro. In ogni caso questa grande palla ha poi alla base un peso per
l'ancoraggio, e in cima un complesso di boe e galleggianti gialli che
verranno sganciati al momento opportuno. Sfondo nero, gru arancione, boe
gialle, e la gabbia d'alluminio scintillante. Una bella foto, dai!]),
immediately after the sunset, was followed by recovery with a very though
winch session, with the wind starting blowing hard. The big sphere and the
line with all 25 glass spheres (of which 20 instrumented) came back on
deck. The video from the camera mounted on the bottom weight, and the
accelerometers in the spheres have been immediately analyzed, in order to
understand the performance for the next launch.
Despite the weather conditions, some other short-term moorings have been
deployed on our way to Pylos (Greece), included a clever NIOZ-prototype
for a compact, self-unrolling oceanographic mooring. For the visible part,
the launch and the unfolding of the line with the two current meters
worked as predicted, but we will check better after the recovery.
After the shacking night with wind into force 9, the bay of Pylos welcomed
us on Friday afternoon to stretch our legs, to exchange some scientists
and to re-mount quietly the entire big sphere, without the need for
running after the spheres, rolling on deck with each wave!"

28 gennaio 2011

giorno 06 - Lode e biasimo di chi non impreca davanti a una cima impigliata

Nel titolo c'è già tutto. Questi nostri due giovani tecnici dell'istituto,
"marine technology", recita la targhetta sulla tasca della loro tuta blu
da lavoro... Bravissimi, coordinatissimi, efficientissimi, calano nel
mare, o recuperano, tonnellate di ferro, srotolano chilometri di fune di
acciaio, o di qualsiasi altro materiale, correntometri, strumentaglia
varia, boe, boine, boette, galleggianti multicolori, bandierine e sfere di
vetro. Qualsiasi cosa tu passi loro, te la mettono in acqua, carrucolando
un po' qui e un po' lì, legando, sciogliendo, e stac. La fune rimane
impigliata in uno degli strumenti, che non vuole tuffarsi in questo mare
oggi un tantino agitato. Forse ha freddo, chissà.
In ogni caso, mai paura, il tecnico, con metodo e diligenza, riesce a
liberare la cima, dopo svariati tentativi, qualche suggerimento gridato in
tedesco, qualche onda di troppo.
Fatta.
E in tutto questo, mai un sorriso, mai un'imprecazione. Assoluto silenzio,
controllo della situazione, sfoggio di apparente sicurezza.
"Professionalissimi tecnici uccidono, con perizia da chirurghi, intero
equipaggio al largo della costa greca", potrebbe recitare il giornale
domani, non ci troverei nulla di strano.
E sono anche sicura che l'intero lavoro sarebbe portato a termine a regola
d'arte, giusto in tempo per le 10.00, o per le 15.00, perché...non vorremo
mica saltare la pausa caffè?

26 gennaio 2011

giorno 05 - Il mio regno per un calibro (con cui misurarlo)

Chiacchiere da donne sul ponte di una nave, da donne lucertole a prendere
il Sole di gennaio, in maglietta, se si riesce, fra una nuvola e l'altra.
Chiacchiere di chi viaggia per il mare per arrivare in un punto blu
preciso, qui, con i monti innevati che si scorgono dietro il profilo delle
rocce della costa, un punto diverso da tutti gli altri, perché è proprio
qui che si doveva andare, non altrove. Facile meta, gps muniti, dal ponte
di comando, scorgere questo esatto punto blu in mezzo a tutti gli altri.
E queste chiacchiere hanno il sapore di casa, retrogusto bolognese,
nostalgia d'Italia in cui è così facile cadere quando il Sole scalda tutti
gli strati di cui ci siamo rivestiti per stare fuori, giù giù fino ad
arrivare alla pelle. Aaah.
E in queste chiacchiere c'è l'amarezza di chi l'Italia non l'ha lasciata,
di chi si ritrova a lavorare come non vuole, di chi è costretto a vivere
in un paese in cui a volte ci si vergogna dei propri connazionali, e di
qualcuno poi in particolare.
Certo, tutto vero.
Però è un paese in cui per quatto mesi all'anno si cena in terrazza, è un
paese in cui non esiste Den Helder, è un paese dove mangiare è un'arte, e
la chiacchiera anche, e dove stare all'aria aperta non è una punizione
divina per gran parte dell'anno.
Tutto questo pesa sulla bilancia, insieme a quelle cose che i nostri
colleghi rimasti in Italia ci invidiano, e la bilancia ondeggia, ondeggia,
come questa piccola nave in un mare di possibili punti blu all'apparenza
tutti uguali.
Invece, come sappiamo, ce ne sono alcuni di speciali, di puntolini azzurro
mare. Diverso blu, diverso mare. Tutto sta nello strumento giusto, che li
sappia trovare. Per unirli ci penso pur io, che dopo un anno di settimana
enigmistica, son diventata brava. Che cosa apparirà?
Forse il metro di giudizio con cui misurare un Paese?

"Non ritornarci mai, in Italia" questo il consiglio finale del giorno.
Mi volto verso ovest, non dovrebbe essere poi così lontana...

giorno 04 - La cima misteriosa.

Recuperando una serie di strumenti lasciati a misurare in acqua per più di
un anno, oggi abbiamo pescato anche dell'inaspettato.
Gli strumenti si trovavano a profondità diverse, lungo una cima che teneva
tutto l'insieme più o meno verticale, a coprire circa 3 km di colonna
d'acqua, dai 700 m di profondità fin giù al fondo del mare. Ventimila
leghe o più, insomma.
Bene, per (quasi) tutta la lunghezza dei nostri strumenti, attorcigliata
lungo la cima di recupero, c'era un'altra cimetta di nylon. Sottile,
diciamo mezzo centimetro di diametro, ma lunghisssssssssssima. Cosa ci
faceva lì? Chi ce l'aveva messa? Perchè fluttuava nel mare? Nessuno lo sa,
è il mistero di oggi.
C'è chi dice che sia qualcosa che teneva delle reti da pesca, c'è chi dice
che sono gli italiani che ci spiano (?), c'è chi dice che è una cimetta
magica, e che se la seguivamo dentro l'acqua potevamo finalmente
raggiungere il nostro mondo speculare sottomarino. Beh, questo lo dico io,
ma in fondo, ognuno può dire quel che vuole, in ogni caso, rimane un
mistero.
Fatto sta, che parte di questo mistero si è - termine marinaresco
tecnicissimo - intorcolata su una delle eliche anteriori, e quindi, quando
saremo a Pilos, verrà un sommozzatore a toglierla.
Speriamo che almeno lui sappia seguirla fino al mondo speculare
sottomarino, dove, si sa, i granchi ballano, si chiacchiera con le balene,
ma soprattutto, giocando con le correnti, si arriva a casa in un attimo,
senza bisogno di check-in.

24 gennaio 2011

giorno 03 - Prima lezione a bordo.

Come allacciarsi le spighette. Anche se principalmente qui si indossano o
stivali di sicurezza o ciabatte, o, ever green, il tanto amato sandalo
tedesco con calzino, la prima lezione del primo vero giorno di crociera,
tenuta da Martin, è stata: "Sull'arte dell'allacciarsi le spighette". Mi
son resa conto infatti di far parte di quel nutrito popolo bue che si
lamenta che le spighette si slacciano spesso, e ci aggiunge sopra un
doppio nodo, senza rendermi conto che, insieme a tutto il resto di questo
popolo, ho sempre fatto il nodo sbagliato.
Infatti, l'istinto naturale dell'allacciatore di lacci per le scarpe è
fondamentalmente sbagliato. Ci porta a fare due nodi (quello iniziale
base, e il secondo sopra con le asole) dalla stessa parte, destri o
mancini che siamo. Il corretto (e duraturo) nodo è fondamentalmente un
nodo piano, in cui il primo nodo e fatto dai lacci semplici, e il secondo
dalle asole, a formare quindi due nodi speculari e indissolvibili da
quelle forze oscure che slacciano usualmente i lacci delle nostre amate
scarpucce.
Ecco svelato il segreto: sinistro sopra il destro, destro sopra il
sinistro, anche con le spighette, e la vita vi sorriderà. Basta poco, in
fondo!

P.S.ore 20.00: indispensabile rifornimento cocacola in vista del turno CTD
22.00-02.00 local time.
P.P.S.: per il mio amato pubblico di gentili lettori, durante la crociera
ho accesso SOLO al seguente indirizzo email:
########@fs-meteor.de
per cui chi volesse scrivermi, lo faccia pure. Non vedrò l'ora di leggervi
(per cortesia, NO allegati, solo dolci paroline. gracias!).

23 gennaio 2011

giorno 02 - L'imbarco.

Pranzo:11.15-12, cena 17.15-18. e quando la colazione, direte voi, alle
05.15? No, alle 07.15, il che non torna, ma non ci si può certo mettere a
discutere con il capitano di una nave tedesca. Per lo più se te lo dicono
i tuoi colleghi olandesi: "Eh, sì, qui non sanno proprio improvvisare, se
giusto le cose vanno un attimo diversamente da quanto aspettato..apriti
cielo!". Il che, detto da uno di Texel, non fa ben sperare sull'elasticità
dei suddetti germanici.
In ogni caso la mia cabina ha due oblò sul porto color miele di La
Valletta, sul mare color blu del Mediterraneo che ci circonda, sul sole
color luce che ha brillato tutt'oggi. Ora Orione è altissimo come non
ricordavo potesse essere a gennaio, e io, che son qui cotta, un po' dal
sole, un po' dalle novità, cerco di mantenere ancora un po' i contatti con
questo mondo che domani si allontanerà piano piano all'orizzonte, per poi
sparire. Buonanotte, civiltà.

giorno 01 - Palme!

Palme! Ecco la prima cosa che noto scesa dall'aereo a La Valletta: palme!
E si sa, fa un gran bene vederle soprattutto in gennaio, soprattutto in
arrivo da Schiphol. Anche se qui piove, e non fa poi tutto questo
caldo...palme! Basta la parola.
Dopo la maturità, durante l'interrail in terra Iberica, ci disegnavamo con
la biro sui polpacci le palme andaluse. Allora, simbolo di una libertà
ormai acquisita, di una spensieratezza esasperata, di vacanze, di caldo,
di noi arrostite dal Sole, ma felici.
Oggi queste palme non mi vogliono parlare, nè di estate, nè di vacanze,
nè, tanto meno, di spensieratezza!, ma sono belle, e ve le racconto
volentieri.

P.S. Il mio volo "diretto" ha fatto scalo - udite udite - dopo ben 25
minuti di volo, un'aranciata e un crecks alle uvette (?), a Bruxelles! E
tante (>10) persone sono scese. Io, come dice il buon Tiziano, non me lo
so spiegare. E voi?

09 gennaio 2011

Millanta buoni propositi

Tornata all'Isola dopo le lunghe ferie natalizie, non mi resta che iniziare questo nuovo anno, come vuole la tradizione, cioè con dei buonissimi propositi, scintillanti e sostenibili, proprio come i millanta piccoli led che hanno ricoperto il Castello Sforzesco in questi giorni.
Millanta buoni propositi?
Beh, forse proprio millanta no...proviamo con la solita top five, Nick Hornby docet, che poi per tutti gli altri c'abbiamo un anno intero, per pensarci...

Quest'anno, pensavo di lavorare sul rispetto:
1. avrò più rispetto per il mio corpo. In altre parole, farò più movimento e mangerò più sano, ma vuoi mettere come suona meglio, tirando in ballo il rispetto?
2. avrò più rispetto per il mio lavoro, farò bene le cose che mi piacciono, e che mi danno da vivere, perché è giusto così.
3. più rispetto anche per quello che mi piace fare, ma non mi dà da vivere: viaggerò e scriverò a volontà, alla faccia di chi si lamenta di non avere il tempo di fare le cose che piacciono.
4. più rispetto per chi mi circonda: coltiverò amicizie, crescerò relazioni, potenzierò la mia comprensione, curerò la mia disponibiltà.
5. e infine, quest'anno, avrò più rispetto per il futuro, in generale. Mio e degli altri. Vorrei riuscire a non vivere un giorno dopo l'altro, come è stato l'anno passato, quando tutto era nuovo, ed eccitante, e non c'era un domani, ma solo un oggi. Tanti dicono che bisognerebbe vivere sempre così, ma, alla lunga, annoia.
Non c'è prospettiva, personale, di comunità, di umanità. Quest'anno sarà diverso. Comincerò qualcosa che andrà avanti, preferibilmente un qualcosa insieme ad altre persone, che dia prospettiva e profondità (ma non troppa!) e che non sia lavoro.
Chissà che a forza di ripetermelo non ci riesca davvero, anche da qui, dall'Isola, da questo paese artificiale che è l'Olanda.
A proposito, un proposito difficile, che mi tenga sveglia soprattutto in quest'inverno letargico che non se ne vuole andare...
Gelukkig nieuwjaar!