22 febbraio 2011

Oggi sposi!

Qui in Olanda ci si sposa così, di martedì mattina, che in comune di martedì è gratis!, e si fa festa nel pomeriggio, al pub, con gli amici.
Suona così lontano dalle nostre tradizioni, dai nostri pranzi fino a sera, dai nostri bouquet e dai nostri vestititini svolazzanti, eppure tutta la magia c'era.
I pianti delle amiche, la sposa raggiante, lo sposo emozionato e impacciato, come davanti a un altare qualsiasi. O era il bancone del bar?
Ad ogni modo è andata, si è brindato a una famiglia che nasce, alla mamma della sposa, al papà dello sposo e ai parenti tutti.
I nipotini hanno perfino strillato in lacrime, fra una croquette e l'altra. Non c'è bisogno di aggiungere nulla, mi pare, a una celebrazione come questa.
Ai due novelli sposi, in partenza per un'isola lontanissima, auguro semplicemente di mantenere il loro sorriso, non solo quando saranno, piedi per aria, nell'altro emisfero, ma anche quando faranno ritorno a questa, di Isola, e riabbracciando i loro orizzonti, si sentiranno di nuovo a casa.
Buon inizio, miei cari, buon inizio!

08 febbraio 2011

giorno 18 - Home.

Sveglia alle 8 e qualcosa, mezz'ora di piscina, sola.
Colazione a 5 stelle vista porticciolo e insenature e fortezze, leggendo un poco.
Passeggiata in centro, nel chiasso di Valletta che si prepara, in settimana, a celebrare la festa più importante dell'anno: S.Paolo, che qui si dice abbia trascorso tre mesi, tra un naufragio e l'altro.
Visita alla sfarzosissima chiesa dedicata al Santo, acquisto di Repubblica.
Una mattinata difficile, insomma.
Oggi si torna all'Isola, quella a Nord, e mi scivola dalla penna che sono addirittura contenta, di riprendere il lavoro normale.
Probabilmente mi pentirò di questo pensiero, ma stasera, tra le mie lenzuola, vado a letto con mille progetti e idee per quello che potrò fare poi, carica e motivata, da queste onde vere che ho vissuto, in questo mare vero che ho navigato.
Carica e motivata, sì, ma sopratutto: abbronzatissima.
E quando si è abbronzati, in Febbraio, in Olanda, sembra proprio che nulla possa mettersi contro il proprio tocco color brulée, contro la propria volontà dorata, mediterranea, e calda.
Una buona notte e un buon riposo a voi.

giorno 17 - Tornanti

Oggi gita all'Isola di Gozo. Senza una nuvola in cielo, mi accodo al volere popolare di un giro per l'isola con quei bus scoperti, ma non è poi così male.
Profuma di buono, quest'isola, e si capisce perchè Ulisse, naufrago su queste coste, ci è rimasto così a lungo. E' Febbraio, ed è già tutto un fiore, un ronzare, un risaccare d'onda. L'acqua è piena di pesci e gli alberi di frutti futuri. In più Calipso, a trattenerlo nella sua grotta. E chi parte più da questa spiaggia mandarancio?
Sopra ogni collina, spunta un campanile color della roccia; solo a Lourdes ho visto così tanti ex voto addobbare le pareti di una chiesa. Tutine di bimbi, gessi, caschi, fazzoletti bende e foto, dipinti, e collane e ancora stoffe lise e stralci di fasciature. Impressione di una fede umana, quotidiana e semplice, forse un po' pagana, a cui affidare la tragicità di una vita.
Chissà se è così.
Più di tutto però, oggi, si è danzato col bus sui tornanti.
Tornanti tra rocce, ulivi e dita di mare blu.
Domani saremo a casa: siamo tornanti anche noi?

06 febbraio 2011

giorno 16 - Malta petrosa, ocra e rosa

La luce scintillante di quest'isola color ocra in mezzo al blu
mediterraneo ci ha accolto con puntualita' germanica alle 8, stamane.
Colori meravigliosi, ad accompagnare le manovre di ormeggio.
E poi, mentre le gru hanno scaricato e caricato, indaffarate per tutto il
giorno, container sopra container, io me ne sono andata a zonzo, per la
citta' petrosa, e gialla.
L'ho contornata al di fuori delle sue ancor solide mura, comminando tra
gli scogli e le pozze di mare. Profumo di salso, e tanto, tanto sole, a
rifelttersi su tutti gli azzurri, e i verdi.
Citta' fantasma, nel primo pomeriggio, perche' qui e' gia caldo come a
Maggio, come a Giugno, e sembra impossibile che un aereo possa
semplicemente portarti via, senza chiederti scusa.
Invece lo fara', e io glielo lascero' fare.
Oggi intanto saluto il Meteor e il suo equipaggio, e lo lascio salpare di
nuovo, tra questa folla di meduse rosa che lo circonda.
Danze leggere e rosa in acqua verde oltremare. A cornice, mura colore del
miele. Luce su tutto.
Colori meravigliosi.

05 febbraio 2011

giorno 15 - Transit Malta

Oggi è uno di quei giorni senza terra intorno.
Solo mare, all'orizzonte blu, a spezzare il bagliore del cielo.
Puntolini in mezzo al Mar Mediterraneo, ci affrettiamo tutti a pulire,
inscatolare, metter via con ordine tutto quello che son state queste due
settimane a bordo, stivare tutto nei container per vederli partire già
domani, alla volta di Rotterdam.
Puntolini in mezzo al Mar Mediterraneo, ognuno ha già in testa il ritorno,
l'altrove che li aspetta, chi a Malta stessa, chi più lontano, all'Isola,
chi se ne torna in Grecia, chi in Francia.
Di chi torna e ha un esame, o i figli, il marito, la moglie da
abbracciare, o una pensione da iniziare, o un dente da curare già lunedì,
di loro, di più non so raccontarvi.
Posso dirvi di me, che lascio di malavoglia questa luce che sa di casa, il
mare, che è davvero blu, qui, ne' marrone, ne' grigio, e questo stare
all'aperto, al Sole e al sale ogni giorno, che tanto mi manca adesso, con
le mie ore in ufficio.
Ma so anche di tornare volentieri in terra d'Olanda, per riprendere le
fila di quel che ho interrotto prima di partire...
Ad esempio il personale percorso intrapreso insieme a Subirotamic nel
meraviglioso mondo dell'Arte dello Gnocco.
Ma anche, il personale percorso intrapreso insieme a Subirotamic nel
meraviglioso mondo che è il nostro, mio e suo soltanto.
C'è tanto da scoprire ancora, sia sugli gnocchi, sia su di noi, che tutto
questo profondissimo mare è niente, in confronto.
Allora torno presto, che son curiosa!

04 febbraio 2011

giorno 14 - Superstizioni subacquee

A proposito di cime impigliate nelle eliche ed altre magagne, non si
poteva far altro che cominciare a parlare di usanze e tradizioni per
allontanare il malocchio, soprattutto da una nave.
Così vengo a sapere che in una zona dell'Indonesia le donne non vengono
accettate a bordo se non ricoperte di sangue di gallo. Inoltre, è fatto
loro assoluto divieto di lavarsi per tutta la durata della navigazione.
Questa costrizione è probabilmente nata, in realtà, proprio per la tutela
della donna a bordo, che, puzzolente e sporca, risultava così poco
appetibile perfino ai marinai, e poteva starsene in pace, gironzolando fra
un'isola e l'altra.
Metodo involuto, ma efficace, forse.
Prima di imbarcarsi sul Meteor, noi non si è fatto nessuno di questi riti.
Sarà per questo che la corda si è impigliata nell'elica e il maltempo
delle colline greche ha bloccato per ore nel traffico i sommozzatori in
arrivo da oltre Corinto?
Quando sono finalmente arrivati sotto le alte mure della nave, con la loro
barchina bianca tanto Grecia, con ben cinque ore di ritardo da quanto
avevano promesso ieri sera, hanno effettivamente fatto presto, e in due
minuti hanno portato in superficie il cordame e il pezzo di alluminio
ritorto che ornavano la nostra elica.
Però potevano risparmiarselo il sorriso splendido e la battuta: "Look, we
are fast! Pum pum!".
Superstizione indonesiana, o faccia di bronzo greca che sia, in ogni caso
arti sconosciute agli olandesi. Dire o richiedere cose assolutamente
irrazionali e fuori luogo non fa parte della corona di qualità
dell'efficientissima Olanda.
E magari, per questa volta, apprezziamoli e laciamoli in pace, che almeno
ci sian loro a mettere un po' d'ordine in questo caos.
Ora tocchiamo ferro per il recupero dell'ultima boa, prima del tramonto, e
poi: Malta!

03 febbraio 2011

giorno 13 - Back to Pilos!

Dunque, la giornata di oggi, cominciata fiaccamente ancora vicino alla
costa greca, si prospettava abbastanza piatta e monotona. In programma,
solo il recupero di due oggetti che avevamo buttato in mare
precedentemente, e in serata già avremmo dovuto far rotta verso l'agognata
Sicila, poi Malta, poi porto.
Invece...
C'è un ragazzo, qui a bordo, T. E' un energumeno alto due metri, e largo
altrettanto, con bicipiti da culturista, lunghi capelli biondi, e
un'intero mare disegnato sulla schiena e sul braccio destro, quasi fino al
polso. Lui, di mestiere, fotografa i pesci.
Era suo uno degli apparecchi che stavamo cercando di recuperare questo
pomeriggio, quando, proprio nel quarto d'ora in cui si stava carrucolando
su, le onde si sono fatte più alte, il vento ha cominciato a soffiare, e
così, in men che non si dica, la cima che teneva lo strumento legato alle
boe per il recupero si è impigliata nel motore di questa grande, grande
nave, che sembra invincibile, ma non lo è.
Con parecchio sforzo si è riusciti a tirare a bordo tutti gli strumenti, e
quasi tutte le boe (una si è rotta!), ma la cima, beh, la cima la si
doveva proprio tagliare, e così è stato.
Vedere cosa ci fosse rimasto, là sotto, tra cime, pezzi di boa, ferraglia
varia, poteva essere importante, per capire come venirne fuori, da questa
situazione. Così M., un ingegnere meccanoelettrico - che poco prima
raccontava di come, ubriaco in un albergo austriaco, avesse fatto rotolare
a valle fin sulla strada una catasta di legna tutta disposta in ordine dai
tagliaboschi, dovendo così allertare il padrone dell'albergo, e tutte le
autorità competenti della zona - insieme al suo compare di invenzioni T. -
che, messo alle strette da un piattino di frutta, ha rivelato la sua
particolare fobia per la buccia di mela - ha montato una telecamera e una
luce sottomarina, che usiamo per un altro esperimento, su di un
lunghissimo palo, riuscendo così ad avere un filmato dell'elica, del
timone, e della cima a impacchettare il tutto.
Et voilà: back to Pilos! Back to Greece!
Pian pianino ci dirigiamo allora verso il porto più vicino, per vedere se
lo stesso subacqueo che ha controllato un po' di giorni fa la nostra
elica, impigliata nella cima misteriosa, non abbia voglia di liberarci
anche da questa.
E se credete che anche questa, con i suoi dettagli, sia una storia
inventata come quella di ieri, ahimè, miei signori, vi sbagliate di
grosso!
Vi porterò dell'olio da Kalamata, e non potrete che credermi.

02 febbraio 2011

giorno 12 - Grandi avventure nel bligio Mediterraneo

"Guarda, o Signore, dalle tempeste i tuoi fedeli marinai, guardali dal
naufragio improvviso, e dalle perfide trame di nemici astuti."
Oggi non c'era molto da fare. Grigio e blu intorno, pioggia. Acqua, in
tutte le direzioni. Così me ne sto appollaiata vicino agli strumenti di
navigazione, quassù sul ponte di comando, a guardare il blu e il grigio, e
la pioggia a rigare il vetro.
Leggo.
Leggo le storie di Venezia e dei suoi pirati mercanti, a spasso per questo
stesso mare, e immagino di essere su di un vascello, di ritorno da San
Giovanni d'Acri, con il mio carico di tessuti e di spezie.
Mi chiedo chi li vorrà, poi, tutti questi chiodi di garofano, che la
stagione del vin brulè, a Venezia, sta ormai giungendo al termine.
Ecco quindi l'idea di proseguire il mio viaggio veleggiando verso nord,
diciamo verso un porto importante, Amsterdam, dove il freddo e la stagione
ancora invogliano, e lo faranno per molto, l'ignaro passante all'acquisto
del fumante beverone.
Ecco perchè non mi fermerò a Venezia!
Altro che dottorato: il mio commercio in spezie orientali ha bisogno di un
florido (e sempiterno) mercato!
Così aggiusterò un pochino la rotta, premendo uno di questi numerosissimi
pulsanti sulla plancia, e muovendo un po' il timone, e le coste della
Sicila, che ora vedo alla mia destra, saranno l'ultimo pezzettino d'Italia
che vedrò, per i prossimi mesi.
Sempre che quell'imponente nave nemica, chiaramente genovese, si tolga
dalla nostra rotta...
...Quante avventure da inventare, con quest'onda che ci culla, e con
questo bligio intorno.

01 febbraio 2011

giorno 11 - Sottovuoto e sommerso

Ieri ho fatto il vuoto, 110 volte, e 110 cilindretti in titanio sono
pronti per andarsene a 5000 metri di profondità, giusto per vedere cosa
succede, là sotto.
Stavo cercando nella mia testa qualcosa che mi piacerebbe mettere
sottovuoto e sommergere, per un anno o più, per poi sorprendermi nel
ritrovarlo uguale, dopo tanto tempo, ancora intatto.
Niente.
Non ci metterei proprio niente. Anche se a volte l'idea di conservare le
cose mi alletta, di fermarle in quell'istante preciso, perfette, e non
lasciarle più andare.
Ma in quel periodo, sottovuoto e sommerse, perderebbero tutto quello che
le rende speciali, e cioè che son vive, guizzanti, inaspettate, colorate e
belle, rumorose, ma con garbo, silenziose, quando è giusto che lo siano,
gustose e semplici o complicate, come piacciono a me.
Perderebbero tutto, e diventerebbero grigie, striminzite e brutte, come i
pesci che circolano a quelle profondità.
Tanto, non c'è nessuno a guardarli.
Quindi, niente tuffi ne' immersioni per tutto quel che mi riguarda.
Imparare a buttare quel che va buttato, e a prendersi cura di quel che
vale la pena tenere.
Senza sottovuoti, o formalina o sale.
Evolverò con stile, se ci riesco, senza scordarmi e senza impacchettare
nulla, portando in giro l'essenziale, lungo il mio vagabondare.
Come i cilindretti subacquei, in fondo: finchè c'è batteria, loro
misurano, e mettono in memoria, discreti, l'andirivieni del mare.