29 maggio 2013

Microrecensione #53 : "Snuff" di T. Pratchett

08/04/2013 - 25/05/2013 "Snuff" di T. Pratchett. Still a DiscWorld story, but a bit grown up. Romance, smuggling, murders,  racism and redemption: no holiday has been as dense as Commander Vimes's. 



28 maggio 2013

Microrecensione #46 - #52 (2013, circa metà)

03/04/2013 - 18/05/2013 "Where Troy once stood" di I. Wilkens. A thorough revision of all my Homeric knowledge:  is Texel the old reign of Thessalus? A must read for all myth lovers (and sailors).

20/04/2013 - 20/04/2013 "Acquerello familiare di un poeta" di T. Gervasi Rabitti. Pennellate vive e toccanti da un tempo, un luogo e un sentire lontani, che però son la mia Italia, la mia famiglia.
Di cui fa bene leggere, per impararne la Storia, e le prospettive.

03/03/2013 - 02/04/2013 "L'eternità finalmente comincia lunedì" di E. Alberto. Un libro sulla magia delle storie, sulla magia della vita, e sulla magia dei mille personaggi che lo popolano, la cui eternità comincia lunedì, ed di cui e' impossibile non innamorarsi perdutamente.

24/02/2013 - 03/03/2013 "Caino" di J. Saramago. Saramago spoglia Dio di tutto il divino, del Bene e del Male, e ne riveste l'Uomo, creatura rinnovata e sovrannaturale, fragile, potente, e bellissima.

26/12/2012 - 17/02/2013 "Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve" di J. Jonasson. Inizio un po' fiacco, ma vale davvero la pena perseverare. Riderete in treno, in bus, in ferry, o almeno così ho fatto.

03/02/2013 - 08/02/2013 "Pane e tempesta" di S. Benni. Buona prova da cantastorie, ironico, suggestivo, mai banale.

13/01/2013 - 31/01/2013 "Il lupo della steppa" di H. Hesse. Io sono il lupo della steppa, sono Erminia, sono Pablo, il suo teatro e il suo oppio, sono le mie mille anime e questo libro le ha dipinte tutte, con delicatezza, col vino, con l'inchiostro e col sangue, come ad ognuna spetta.

27 maggio 2013

Microrecensione #24 - #45 (2012, circa)

05/12/2012 - 13/12/2012 "Le intermittenze della morte" di J. Saramago. Il lato umano della vita eterna e il filo sacro che lega due amanti. Due racconti di morte, una storia piena di Vita.

12/11/2012 - 30/11/2012 "Oggetto quasi" di J. Saramago. Brevi drammi, visioni, di oggetti, persone, leggende e città, e di cosa ci accomuna tutti. Quasi.

20/10/2012 - 11/11/2012 "Moving Pictures" di T. Pratchett. A book about the history of the cinema as you have never read before!

- 19/10/2012 "Il ritorno del maestro di danza" di H. Mankell. All'inizio un po' troppo truce, forse. Poi però non si può mica smettere di leggere...

24/09/2012 - 09/10/2012 "Amsterdam" di I. McEwan. Masterly engineered, entertaining. A good story, indeed.

09/09/2012 - 23/09/2012  "Manola" di M. Mazzantini. Un lungo dialogo esasperato, nel tentativo di raccontare tutte le donne del mondo, tutte le età e tutte le storie d'amore. Ciononostante è un libro ritmico, costantemente in bilico tra il reale e l'assurdo, per nulla spiacevole. Un libro che proprio non mi aspettavo così, ma che ho letto via via più volentieri, riconoscendomi a tratti.

06/09/2012 - 08/09/2012 "Il giorno prima della felicità" di E. De Luca.Crudo, violento e poetico, come un amore di gioventù, come un ricordo di guerra raccontato da un vecchio, come la nostalgia di un emigrante.

21/08/2012 - 05/09/2012 "Paradiso e Inferno" di J. K. Stefánsson. Un'atmosfera lunga un libro, dipinta con il tocco leggero della neve, con il freddo pesante del mare ghiacciato, con l'ironia e il contrasto, con la solitudine dell'inverno e il sogno di una primavera. Sulla vita e sulla morte, uno sguardo islandese.

30/07/2012 - 20/08/2012 "Middlesex" di J. Eugenides. A story about immigration of people between countries, and immigration of souls between genders. Enjoyable, instructive, catching.

21/07/2012 - 28/07/2012 "Il profumo" di P. Süskind. Un libro che volevo leggere da almeno 8 anni, e non mi ha delusa di una virgola. Finalmente.

"Soul Music", di T. Pratchett. An alive girl who is Death and the first rockstar of the Discworld: what best for an adventurous love story?

"La lunga attesa dell'angelo" di M.G. Mazzucco. Una scrittura a volte un po' troppo barocca, ma come non rimanere stregati da una storia così veneziana, in bilico tra il puzzo e il profumo della laguna.

"23 Things They Don't Tell You About Capitalism" di Ha-Joon Chang. Enlightening. Everybody should read it.

"Cronache dalla Ditta" di A. Cisi. Amarissima ironia su di un'Italia che, nella sua completa assenza di logica e buon senso, esiste davvero. Spassosissimo, tragico.

"Prigionieri del Paradiso" di A. Paasilinna. Salvarsi DA o IN un'isola deserta? Riflessioni sul tema.

"Ocio alla jota" di Cesare Fonda. Poche ricette, ma tanta Storia. Da leggere, perché dell'Italia non si sa mai abbastanza.

"L'amico d'infanzia di Maigret" di G. Simenon. Giallo leggero, con stile.

"Interesting times" di T. Pratchett. How to relate with foreigners in the Discworld.

"Caratteristiche del bosco sacro" di R. Piumini. Semplicemente, un capolavoro.

"Mare al mattino" di M. Mazzantini. Un mare brutto, un libro così così.

"Mr. Gwyn" di A. Baricco. Un quasi ritorno al classico Baricco? Forse.

"Gatto Mondadory e il telefonino fatato" di Dr. Pira. Assurdi paradossi poco prospettici.

26 maggio 2013

Microrecensione #9 - #23 (2011, circa)

"The fifth elephant" di T. Pratchett. Ironia diplomatica.

"Racconti notturni" di P. Hoeg. Racconti di una notte, fiabe inaspettate.

"A Cuba" di D. Manera. Affascinante, speriamo utile.

"Angeli e insetti" di A.S. Byatt. Equilibri e passioni fra..angeli e insetti. Bello!

"Le montagne dei Paesi Bassi" di C. Nooteboom. Uno sguardo fiabesco sull'Olandesità.

"Solar" di I. McEwan. Disappointing.

"Nessuno si salva da solo" di M. Mazzantini. Dramma d'amore familiare, vicino. Pauroso.

"Le donne e gli amori" di E. Sormani, dalle "Memorie" di G. Casanova. Stile veneziano per tutte le occasioni.

"Unseen Academicals" di Terry Pratchett. Enjoyable football.

"Making Money" di Terry Pratchett. Brilliant, as usual.

"Il piu' grande uomo scimmia del Pleistocene" di Roy Lewis. Riflessioni sul progresso, ieri e oggi.

"An Italian in Italy" di Beppe Severgnini. Bell'Italia edulcorata.

"Viaggi e altri viaggi" di Antonio Tabucchi. Mille spunti piu' uno.

"Manoscritto trovato a Saragozza" di Jan Potocki. Visioni d'epoca.

"Piccoli suicidi fra amici" di Arto Paasilinna. Ridicolmente serio.

25 maggio 2013

La PrimaFinta e la comunicazione di servizio

Sto riordinando un po' di cose, in questi giorni, qui tra i pixel. 
Scusate per il disagio, i ripostamenti, le cose che non funzionano e saranno messe a posto, etc.
Sarà l'occasione per (ri)dare un'occhiata alle microrecensioni, e una scusa per sbriciare in giro fra i vari link.
Nel mentre, spero di inaugurare un barbeque e far consegnare in tempo una tesi di laurea a un "mio" studente.
Son cose grosse, con la PrimaFinta.

Microrecensione #1 - #8 (2010, circa)

"Muro di Fuoco" di H. Menkell. Classico.

"Il viaggio delle bottiglie vuote" di Kader Abdolah. Dutch.

"Scrittura cuneiforme" di Kader Abdolah. Favola recente.

"Finzioni" di J.L. Borges. Geniale.

"L'Aleph" di J. L. Borges. Fantastico.

"L'eroe delle donne" di Adolfo Bioy Casares. Evocativo.

"La prova del miele" di Salwa Al-Neimi. Lontano.

"L'allegra apocalisse" di Arto Paasilinna. Arguto.

20 maggio 2013

Week end lungo di Maggio 2: la città e la verità dell'Internet.

Anche nel secondo week end lungo di Novembre, ooops, di Maggio - è che a guardar fuori dalla finestra, proprio non pare - la fuga dall'Isola si è rivelata necessaria per la sopravvivenza. 
Il maltempo e il grigiore possono uccidere, qui sulla diga, mentre invece sono solo un contorno indistinto e dimenticabile quando, armata di sacco lenzuolo per la notte,  me ne vado in gita in città.
Così sabato si è deciso e improvvisato di concederci una due giorni nella capitale, tanto per non dimenticarla, e per non dimenticare tutta quella serie di attività che sull'Isola non sono possibili: mangiare in un buon ristorante tailandese, andare a sentire un concerto di un gruppo sconosciuto (a me) e rimanerne piacevolmente sorpresi, tanto da acquistare il libro di racconti scritto dal contrabbassista, ed infine concludere la serata con una partita a Carcassonne a casa di amici ospitanti. 
Mattinata di semisole a passeggio nel quartiere di Jordaan, fiorito di glicini e bambù.
Mica male, questa capitale. 
Mai detto il contrario.
Però insomma, ci son le giornata di piogga fitta pure qui, e il piatto nazionale è e rimane la kroket. 
Invece, nella città crocevia di culture e stimoli, ecco che mi è capitato di vedere questo video, che vi propongo, perché trovo particolarmente interessante e degno di nota per diversi motivi.


Prima riflessione: come son bravi questi olandesi a vendersi! Mi han quasi convinto a trasferirmi in questo paese da sogno.
Seconda riflessione: a parte il commento sul cibo, che è fantasia pura, nel video non si è inventato niente. Tutto vero, verissimo: gli zoccoli, l'apertura alle differenze, la bicicletta, i tulipani, l'Inglese osannato e l'Olandese bistrattato. 
Questa nel video e la verità dell'Internet sull'Olanda e su Amsterdam. 
Ma dove sono le giornate grigie e le kroketten?
Io, che so che esistono, non le vedo, in questa verità.
E su quanti argomenti ho visto e letto solo la verità dell'Internet, e mi son lasciata sfuggire le kroketten, che non sapevo neppure di dover cercare?
Almeno qui è chiaro l'intanto pubblicitario, e cercar la verità forse è di per sé sbagliato. 
Ma quante volte non mi rendo conto di star leggendo una pubblicità di un'idea, di un progetto politico o economico, di un modo di vivere o di consumare?
Terza riflessione: il video, una piccola verità, un avvertimento, la mette bene in chiaro. Attenzione, piccola immigrata italiana, che qui sono tutti più biondi, più alti, e più, in generale, grandi di te, e che ai concerti nelle mie città, se non ti scegli con cura il posto, non vedrai nulla, e o rimarrai schiacciata sotto l'entusiasmo di un qualche mio cittadino ballerino.
La verità dell'Internet è quindi ambigua, parziale, e frastornante.
Sta a me, a noi, leggere fra i pixel, coglierne gli avvertimenti preziosi, arrabbiarci per quello che tralascia, e goderci il resto come una favola, assolata e piena di colori, come questo video luccicoso.
E poi, con un click, leggere sullo stesso tema, altrove, altro.

17 maggio 2013

Di tramonti e fiori tardivi.


E' Primavera, quasi Estate, ormai, sull'Isola, eppure non pare.
Pioggia battente, vento tagliente, grigio, freddo. Giacca invernale ancora addosso, guanti in tasca, che non si sa mai.
Unici indizi dell'aver passato Gennaio son la luce, che ci fa cenare alle dieci, e i fiori, dietro casa, che, finalmente, hanno deciso di invadere i prati.

Così, dopo cena, si prende la bici, e in un attimo si è dentro l'Olanda che tutti voi, mie cari lettori, avete sempre segretamente voluto vedere su un blog di chi, come me, tiene un diario olandese.
Eccola, è nordica, tragica, bellissima. 
Fatene buon uso, perché rara e preziosa come le giornate di Sole, quest'anno.

Convergenze.
Fiori.
Fine dei fiori.
Un lago, una casa.
Un tramonto, una baia.


14 maggio 2013

Week end lungo di Maggio 1: Guida di Berlino in poche frasi.

Brevi, personali e ricercatissime linee guida sulla capitale tetesca alla seconda visita (qui pensieri sulla prima visita). 
 
Berlino è gigante e ci vive tanta, tanta, tanta gente. 
A Berlino, la sua gente, sta tutta in tram all'una di notte.
A Berlino succedono proprio un sacco di cose.
A Berlino si pagano le tasse.
A Berlino ho visto più albe che tramonti, e non so come sia possibile.
A Berlino si cammina fra gli alberi.
A Berlino  c'è un ex aereoporto ortofrutticolo.
A Berlino c'è la porta di Babilonia, e ti puoi innamorare di un assiro.
A Berlino  si mangia fuori.
A Berlino si mangia bene.
A Berlino si mangia a poco.
A Berlino ci si sente ognuno più artista dell'altro. E forse lo si è.
A Berlino, se devi andare a un appuntamento a Berlino, ci metti minimo 40 minuti, anche se sei già lì.
A Berlino c'è lo spritz nei bicchieri di plastica e costa 2 euro e 50.
A Berlino si può fare la colazione al bar, ma non la si fa perché le colazioni non esistono, che è già ora di pranzo.
A Berlino ti sembra di essere entrata in un locale, invece è un montacarichi con un divano che scende alcuni piani più giù, e ti porta al locale.
A Berlino ci sono i negozi di mute aperti quando servono.
A Berlino c'è gente diversa l'una dall'altra, e io non sono la più bassa.
A Berlino si mangia vegano ovunque.
A Berlino si beve il club mate, e la cocacola non esiste.
A Berlino ci sono un sacco di mercatini che ti regalano le idee (ma vendono moltissime cose brutte).
A Berlino, mi è parso, son tutti sinceri.

A Berlino si possono solo scrivere brevi frasi sincopate su Berlino, alle 11.26, che bisogna uscire, dai, che a Berlino si son pure gli amici, e bisogna incontrarli tutti.
Perché a Berlino, loro, son la cosa migliore che c'è.

Oderbergerstrasse.
Paperpanchina.
Primo giro.
Ultimo giro.
Metro, stazione.
I superamici.







06 maggio 2013

Mai sempre.

Mai, mai, mai affezionarsi alle cose materiali, dice il saggio.
Una lezione che non mi è riuscita di imparare neppure questa volta, quando tutto sembrava perduto, soprattutto il mio cappello preferito.
Io, lo ammetto, posseggo svariati cappelli, ma insomma, vivendo qui al Nord li indosso da Settembre a Maggio e quindi, un pochino, me li merito pure: c'è quello regalatomi per il compleanno da un'amica, quello che era un travestimento da serpente, ed ora è solo il mio cappello verde; c'è quello fatto a ferri dalla mamma di un'altra amica, quello cucito e progettato da un'altra mamma di un'altra amica ancora.
Due provengono in qualche modo da mio fratello, uno è di mio papà, ed un altro, beh, un altro è semplicemente mio da sempre.
Uno è un po' cappello, e un po' sciarpa e poi c'è lui. 
Soffice soffice, ma così fitto da lasciare fuori anche il vento dell'Isola: è tessuto al telaio su di un'isola differente, lontana, un'isola d'alta quota appoggiata nel lago Titicaca.
Ecco lui, al quale mai e poi mai ci si sarebbe dovuti affezionare, di punto in bianco, s'è perduto.

Stavo quasi per riconoscere la mia debolezza e abbandonarmi alla disperazione quando l'Ufficio Oggetti Smarriti del ferry mi ha rivelato, su di un asettico tavolo, quel grumetto di lana marrone, che solo io potevo salutare con un sorriso così grande.
Giubilo, gaudio!
Morale: cappello ritrovato, lezione non imparata, presa di coscienza superifciale del fatto che davvero non bisognerebbe mai, mai e poi mai affezionarsi a una cosa come un cappello.
Mai.
Mai sempre.

03 maggio 2013

Torta e caffè.

Prima di Natale, qui sull'Isola, si son spiaggiate due balene tristi, una megattera e un capodoglio.
Se non siete tra i molti che ho deliziato durante le festività con macabre foto di balene squartate, non vi crucciate: il post non vuole raccontare di fiotti di sangue, di puzzo, né di ossa spolpate.

Vi racconto invece che l'Istituto dove lavoro,  per l'occasione, aveva messo a disposizione gru, molo e altre attrezzature per permettere a due musei naturali neerlandesi di recuperare i due giganti.
Pare poi che uno dei suddetti musei, quello che si è accaparrato il capodoglio, vi abbia trovato dentro ambra grigia per un valore - dicono - di 400.000 euro, e quindi oggi, invece di congratularsi e compiacersi con le autorità, o al massimo con il direttorato, si sia voluto sdebitare nei confronti dell'Isitituto nella sua interezza, dal primo all'ultimo dipendente. 
Questa è l'Olanda, e io non ci sono ancora abituata a queste attenzioni, mi fanno ancora tanto bene.

E voi vi chiederete, e come ci si sdebita con un intero Istituto?
Siamo in Olanda, ripeto, e quindi, cosa ci sarà mai di più gradito che una gustosa torta zuccherosa ad accompagnare il caffè delle 10.00?
Ma una gustosa torta zuccherosa a forma di capodoglio!


Giuro, è una torta! E pure buona!
Il macete a fianco no, è solo per la scena.
E sì, ci servono due tavoli di media grandezza per esporla tutta.
Anche questa è Olanda, in fondo.



02 maggio 2013

Henné, riflessi e sostanza, ovvero: del pomeriggio ritrovato.

Se avete un pomeriggio da perdere, o meglio, da ritrovare, consiglio al mondo una sessione di henné.
La sera prima preparate il papocchio, più verde se poi avete voglia di concedervi dei riflessi ramati, più scuro se quel che siete pronte a concedetrvi sono i riflessi e basta.
Beh, riflessi e sostanza, che son poi i punti di forza dell'henné millenario.

Papocchio I
Papocchio II
Dunque, si diceva, che quel pomeriggio che volete ritrovare, dovete procurarvi un complice. Anzi, una complice, che se è pure vero che anche gli uomini usavano l'henné millenario per tingere e rinvigorire barba e baffi, questo, si sa, è soprattutto affare di donne, un po' perché, in genere, abbiamo più materiale da trattare, e intendo capelli ohibò, non barba e baffi, e in più perché, io credo, siam di gran lunga più abili a goderci cerimonie come questa.

Dopo esservi lavate i capelli, insieme alla vostra complice, dovrete applicare il papocchio omogeneamente su tutti i capelli, l'una all'altra, stando attente a non tingere mani, avambracci, lavandino e quant'altro con l'indelebile henné millenario (guanti, guanti a volontà!).
Avvolgendo poi le teste in del cellophane e in delle cuffie posticce, vi accorgerete che il papocchio, mosso dalla gravità che tutto puote, colerà incessantemente per tutta la durata della posa (dalle due alle tre ore, che son lunghe), lento, inesorabile, a rigarvi fronte, orecchie, collo, spalle e quant'altro troverà fra lui e il pavimento.
E' a questo punto che scoprirete che il trucco è avvicinare quanto più possibile il pavimento alla testa, per evitare danni collaterli, e vi riapproprierete quindi del vostro pomeriggio, immobili, distese su di un cartone per sporcare il meno possibile, potrete tranquillamente conversare fino allo sfinimento, ascolatare musica, cantare, capire cose, scoprire mondi, raccontare storie e ascoltarne di nuove, e godere, insomma, di quella cerimonia che vi spetta.

A tempo debito, sciacquate e spazzolate.
E sfoggiate pure con orgoglio i nuovi riflessi sulla vostra testa, e le nuove riflessioni dentro, che ho l'impressione che, nel lungo tempo di posa, un po' di papocchio entri in circolo, e porti con sé, con la lentezza di un rito, un pizzico di saggezza millenaria di tutte quelle donne che, prima di noi, hanno ritrovato un loro pomeriggio.

Due riflessi, due sostanze, due pomeriggi ritrovati.