30 giugno 2014

Microrecensione #76: "Venezia. Luoghi di paure e voluttà" di N.-E. Vanzan Marchini

23/04/2014 - 28/06/2014 "Venezia. Luoghi di paure e voluttà" di N.-E. Vanzan Marchini. Un interessante punto di vista su Venezia, sulla storia della medicina e della gestione della sanità pubblica in città dagli inizi fino, più o meno, ai giorni d'oggi.
Da leggersi previo studio accurato della storia di Venezia e della sua Repubblica, e dopo aver girato in lungo in largo la città e la sua laguna, insomma: istruttivo, affascinante e godibile per un autoctono, forse un po' difficile da seguire per chi la città la conosce meno.
Imperdibile la storia dello sviluppo dell'assistenza pubblica agli annegati, e tecnologie annesse.

27 giugno 2014

I am a geoscientist.../parte terza

Vabbè raga, HO VINTO!




Per chi si fosse perso i nostri interessanti dibattiti scientifici, qui trovate di tutto, dalle onde del mare, agli UFO, alla velocità della luce, ai vulcani della Romania, ai cambiamenti climatici, ad Atlantide. Insomma, proprio di tutto.

Per profonde riflessioni sul significato didattico dell'esperienza, sulla fiducia nelle nuove generazioni, e sul bene che la predicazione scientifica può recare al mondo, rimando a data da destinarsi (tipo dopo aver finito la mia tesi di dottorato? Vedremo...).

Per ora, mi godo il mio attimo di celebrità.
Aaah.


18 giugno 2014

Minuscoli drammi quotidiani/20: Un posto lontano lontano

Minuscolo dramma in cucina, questo, uno dei tanti.
Sarà che non mi intendo di magia e sparizioni, ma dove vanno a finire, di grazia, gli spinaci, quando li rosoli in padella? 
Io li ho persi anche stasera, nella vastità rotonda della pentola.
Verde su metallo, pensavo di inchiodarli.
Invece mi han gabbato come sempre, lasciando dietro la loro bava scura e il profumo di aglio.

Ma un giorno vi troverò, migliaia di chili di spinaci! Un giorno, io vi stanerò da quel posto lontano lontano in cui vi ammonticchiate! E allora piomberà su di voi inesorabile la furia di cui noi vegetariani siamo capaci.

16 giugno 2014

I am a geoscientist.../parte seconda

Bene, signore e signori, è giunto il momento di partecipare a quella cosa lì dei geoscienziati.

Per le prossime due settimane, per chi volesse leggere le mie dotte risposte ad altrettante dotte domande, credo si possano leggere pubblicamente a questo link.
Da lì potete pure andare a vedere cosa rispondono i miei compari di gioco.

Ho già l'impressione che le domande siano tutte sui vulcani, e che il concetto che l'Oceano fa parte della Terra, ed è quindi soggetto anch'esso di studio, sia sfuggito ai più, ma magari mi sbaglio, eh.

D'altra parte, lo ammetto, è difficile competere con i vulcani.

15 giugno 2014

Noctiluca scintillans

Buio pesto, buio nero, buio spesso. Sono immobile perché non so dove andare, non so cosa ci sia intorno, ho perso la prospettiva, la profondità, la stanza in cui ero, buio.
Aspettiamo che i nostri occhi si abituino un poco, a questo nero, ma questo nero non cambia, è un muro pesante sulle palpebre che non sappiamo più se son aperte, se son chiuse, se stiamo guardando dentro o fuori.
Poi, pian piano, ci concentriamo su dove ricordiamo di dover prestare attenzione, una direzione, che è una cosa tipo a ore due, e una distanza, che sarà, sì, un metro dal nostro corpo invisibile, nero come il resto.
Dopo pochi minuti, inizia un bagliore.
Un dimenarsi di minuscole luci, caotico, incostante, è quasi come guardare un cielo terso, la notte, tra i monti. Troppe stelle per contarle, danzano e noi possiamo solo stare a guardare.
O no, in questo caso è diverso: possiamo dare un colpetto, a quel parallelepipedo nero su sfondo nero che sappiamo dover osservare. E' una vasca d'acqua, raccolta nel Waddenzee, qui fuori intorno all'Isola. E' piena d'acqua, sì, ma anche di piccolissime alghe che emettono luce, una tenue scarica di fotoni, che possiamo eccitare disturbando la quiete della vasca. Si illuminano i bordi, ne esce un parallelepipedo contornato di luce, un lampo, poi il diturbo svanisce, viaggia un po' con le onde, eccita onde di luce, poi si dissipa, e ritorna un bagliore diffuso e caotico, stelle acquatiche disordinate, in cui è difficile riconoscere uno zodiaco.
Proviamo differenti modi di disturbare le lucine, con magneti, con altoparlanti, con scosse regolari o con colpi secchi.
Le luci rispondono, a volte di più, a volte di meno, a volte si riconosce il disegno di un'onda, a volte si riconosce la risposta ordinata della vasca, dettata dalla sua forma regolare.
E' una danza di luci leggere, eteree: è difficile pensare che sono in ufficio, al lavoro, a guardare questa merviglia, a vedere di capire come accenderle, queste alghette, che ancora non è proprio chiarissimo a cosa rispondano e perché.
Fotografarle al volo non si può, troppo tenue il bagliore per le macchine fotografiche, solo l'occhio umano è così sensibile da apprezzare la manciata di fotoni emessa.
E così rimaniamo in silenzio, nel buio pesante del laboratorio, ad osservare questa coreografia di luci, questa minuscola galassia sottomarina. 

Anche questo è lavorare, a quanto pare, e io non posso fare altro che esserne onorata.

05 giugno 2014

Di ritorno

Dopo tante parole, qualche scatto di mare, per attutire il ritorno...

Pelagia, porto di Ponta Delgada, Azzorre.
Partenza da Ponta Delgada, Oceano Atlantico.
Tramonto, Oceano, oro.
Dal ponte di comando.
Tramonto, ferro di nave, container.
Nuvole, mai viste così.
Verso prua.
Strumenti, misure, Oceano.
Fanghi arcobaleno, dal fondo del mare (profondità: 2300 m).
Oceano liscio.
Ponti.
Toccare il fondo (del mare). Profondità: 2200 m.
Imbrunire, Luna.
Gita a Terra. Isola di San Miguel, Azzorre.
Ponta Delgada, Azzorre, porto, città.
















02 giugno 2014

Day 25 - Salutare

Dopo il mare, gli aerei, Lisbona, e molti annunci di ritardo, eccomi finalmente a casa.
O insomma, una buona approssimazione. Casa proprio proprio non è, visto che sulla porta dell'hotel di Amsterdam, dove facciamo l'ultima tappa, c'è scritto "benvenuti" in tutte le lingue del mondo, e però quando tocca all'italiano non c'è scritto "benvenuti", ma "salutare".
Che sia un invito alla socializzazione verbale, nel senso:  non fermatevi alla lettura di una scritta su una porta di hotel qualsiasi, ma invece salutate sollecitamente il vostro vicino, così da instaurare con lui un rapporto umano? Ed è un invito speciale che è rivolto solo agli italiani? Perché?
Immersa in riflessioni di questo calibro, sul valore degli incontri, e la bellezza tragica dei saluti, di quando si arriva e di quando si parte, dopo che se ne è fatti parecchi, di saluti, ieri, tra membri dell' equipaggio e colleghi scienziati, ecco, quasi senza accorgermene sono arrivata sull'Isola, tutta in verde, in tenuta estivissima. 
Ora, per completare il mio arrivo, non resta che da farmi due spaghetti, una doccia, e filare a letto, non necessariamente in questo'ordine, salutare o non salutare che sia.

Day 24 - San Miguel

Dalle sorgenti idrotermali sottomarine a quelle nella giungla, il passo è breve. Basta sbarcare e avventurarsi lungo i colli vulcani di questa San Miguel, rigati di muretti e di alberi, verdi bosco su verde smeraldo.
Ci si riconcilia con la terra, immergendosi nelle sue vene d'acqua bollente. Ci si riconcilia con gli uomini, spendendo la notte nei locali del porto, parlando un portoghese improvvisato, improvvisando amici.
Questa mattina, mi riconcilio con me stessa, e un parco in centro a Ponta Delgada, in centro a un'isola in centro all'Atlantico, mi offre una panchina. Il parco è terriccio, polvere, piante e fiori, brulica di insetti.
Entro in una chiesa vuota che profuma di candele e legno scuro.
Così, mi riconcilio anche col cielo.