24 dicembre 2015

Auguri!

Dopo un anno così denso di tutto, viaggi, città d'oltremare, oceani così grandi da cullare me e chi mi stava nella pancia, mari così azzurri da dipingere, cambiamenti, alcuni inizi, alcune fini, giornate lunghissime d'attesa, e piene zeppe di cose da fare, attenzioni date, ricevute, un anno lungo, insomma, è venuto finalmente il tempo di sedersi, con un po' di torrone in mano, provvidenzialmente spedito e arrivato fin quassù, a godersi il Natale e le feste limitrofe sull'Isola, nella pigrizia di stare a casa solo noi, noi tre, e nella frenesia di quest'aria di partenza che già si respira.
Ma questa è un'altra storia, e per ora, è solo Natale, che per fortuna, nonostante manchino neve, freddo, e pure la brina a ricamare gli alberi, ha saputo arrivare anche qui, con il suo albero, e i suoi doni.
Ed ora a voi risolvere il quesito: ma quassù, nella nostra minuscola capanna dietro la diga, abbiamo un albero piccolissimo, oppure Babbo Natale ci ha portato dei regali davvero giganti? 
In ogni caso, Auguri a tutti!



21 dicembre 2015

Microrecensione #107: "Lo stato delle anime" di G. Todde

4/12/2015 - 11/12/2015 "Lo stato delle anime" di G. Todde. Un'ottima scoperta, fatta grazie al regalo di un'amica. L'autore ha uno stile cesellato,affascinante, tutto valli e montagne come i paesaggi che descrive, increspato come il mare che circonda la Sardegna, teatro dei fatti.
I personaggi sono complessi, interessanti e mai scontati, cosa sorprendente e preziosa dal momento che stiamo parlando di un giallo.
La storia ruota intorno a un triplice omicidio nel paesino di Abinei, dove lo stato delle anime rimane immutato da secoli, e il numero dei nati pareggia da sempre il numero dei morti.
Conosco poi, grazie a questo libro, l'interessante figura del mummificatore Efisio Marini, qui nella veste di investigatore, personaggio realmente esistito, come si legge nella nota finale, e realmente occupato nella pietrificazione scientifica dei morti, ma probabilmente senza l'hobby del detective.
Peccato, gli viene così bene.





17 dicembre 2015

Minuscoli drammi quotidiani/31: Menù Natalizi.

Cominciano a comparire, sul giornale locale dell'Isola, ornate di lustrini, neve finta, ricchi premi e cotillon, le pubblicità di cenoni natalizi e di capodanno con relativi menù dei vari ristoranti.
Tenetevi forte: l'immancabile ristorante finto-italiano offre, come primo piatto nel sontuoso menù di Natale, nientepopodimeno che: una pasta aglio, olio e peperoncino.
Per carità, può esser buona, eh.
È che accompagnata da un bicchiere di champagne, io proprio non ce la vedo.

15 dicembre 2015

Annuntio vobis gaudium magnum: habemus tesi!

Ecco, dopo un incalcolabile numero di anni su quest'Isola, di mare, di onde, di Scienza infusa e profusa, finalmente la mia tesi di dottorato non solo è finita, ma è pure arrivata, fresca di stampa, ed è pronta per i migliori scaffali di tutta Europa.
In stile squisitamente olandese: stampa professionale, grafica di copertina elegante (questo, ovviamente, non in stile olandese), cento copie da appioppare in giro, a amici, parenti, e possibili futuri datori di lavoro, che non si sa mai.
 
Tesi, tesi, tesi.

Uno dei migliori scaffali di tutta Europa (il mio), la tesi, e Rossella.

È buffo pensare che il mio primo libro, il mio primo ISBN, sia scritto in una lingua che conosco appena, e tratti di un argomento che, in questi anni, ho imparato a sapere di non sapere. C'est la vie!
Magari con il prossimo andrà meglio.

14 dicembre 2015

Microrecensione #106: "Diario di bordo di uno scrittore" di B. Larsson

20/11/2015 - 2/12/2015 "Diario di bordo di uno scrittore" di B. Larsson. Nel libro l'autore racconta come sono nati, cresciuti, e come hanno visto la luce i suoi numerosi progetti letterari. Può sembrare autocelebrativo, o vuoto, come soggetto, invece il libro si fa leggere volentieri, gli aneddoti sono divertenti, le storie si intrecciano con i fatti di cronaca degli ultimi vent'anni. 
E pensare che io, di libri di Larsson, sono riuscita a non leggerne fin ora neanche uno (nonostante le molte raccomandazioni). Sarà questa la volta buona?

11 dicembre 2015

Ingressi, pannolini e sorrisi

Da poche settimane siamo in tre, in famiglia, e siamo già riusciti a finire in una vignetta umoristica, grazie alla nostra ostetrica e fumettista Theda, e ai nostri amici co-isolani urbin-brianzoli.
Ma le minuscole chiappette dell'appena arrivato si arrossavano, ahimè, usando i pannolini alla moda, e così abbiamo provato quelli del Lidl, che fortunatamente avevamo in casa perché appunto gli amici co-isolani urbin-brianzoli li avevano comprati per farli indossare al loro cane, di tanto in tanto, si sa, ma, fallito il tentativo, e constatato una volta per tutte che l'anatomia canina è decisamente differente da quella umana, ci hanno regalato, in vista di chi doveva arrivare.
E l'arrivato ha apprezzato, anzi, le sue minuscole chiappette hanno apprezzato molto il salto di qualità, da un pannolino comprato per moda, a un pannolino comprato per cani.
Lui, abbiamo capito, preferisce i cani, e a noi va bene così.
L'aneddoto però non è passato inosservato all'ostetrica, che oltre a farci un fumetto, pare lo abbia raccontato a mezza Isola, condendolo, l'ha confessato, via via, di particolari sempre più colorati.
E così eccoci, noi tre, gli Italiani dell'Isola, con un sorriso, sulla porta di casa, a recuperare pannolini da chi ce li regala un po' deluso. Prego, perfetto pannolini! - e non c'è altro da aggiungere.
Facciamo il nostro ingresso nel mondo in tre con un sorriso, e un sorriso lo regaliamo. 
Non c'è migliore inizio, né miglior augurio.

Vignetta by Theda





Approfitto poi di questa bellissima copertina per inaugurare anche la nuova rubrica del blog, "De Genitoribus", ove raccoglierò  faccende genitoriali e familiari, in cui verrò allegramente trascinata, d'ora in poi. 

09 dicembre 2015

Microrecensione #104: "Il dispatrio" di L. Meneghello

22/10/2015 - 18/11/2015 "Il dispatrio" di L. Meneghello. Un libro non facile, spezzettato, tranci di aneddoti che poco hanno a che fare l'uno con l'altro, ma che insieme comunicano perfettamente l'impressione, il sentimento di, appunto, dispatrio dell'autore, una volta trasferitosi in Inghilterra. Il vivere, l'essere altrove, in un Paese che ormai si conosce, ma che si è certi non riuscire a comprendere fino in fondo: sarà per la lingua, banale, ma sarà anche per tutto quell'insieme di dettagli che fa degli inglesi gli inglesi, degli italiani gli italiani.
Il libro è permeato dell'ironia sottile dell'emigrato accademico, grato alla patria d'adozione, in fondo devoto alla patria che ha lasciato, di cui ne frequenta assiduamente gli altri "dispatriati".
Ho ritrovato in questo libro tanti pensieri, tante situazioni, accumulate in questi anni da espatriata.
Buon segno, non sono l'unica a sentirsi altrove, anche dopo tanti anni. E a pensare, e ad ammettere, che sia semplicemente estremamente difficile, nel quotidiano, misurarsi con l'altrove.
Questo però non vuol dire che a me, o che all'autore, non piacciano, le cose difficili.

28 ottobre 2015

Microrecensione #103: "Il silenzio dei chiostri" di A. Giménez Bartlett

19/10/2015 - 22/10/2015 "Il silenzio dei chiostri" di A. Giménez Bartlett. Giallo familiare e senza pretese ambientato tra i conventi e monasteri di Barcellona. Una lettura estiva, direi, anche se è fine ottobre. 
Un libro che scorre via veloce, per la curiosità di sciogliere la matassa della trama, ma che, tranquilli, non vi terrà svegli la notte.

26 ottobre 2015

Microrecensione #102: "Noi che ci vogliamo così bene" di M. Serrano

13/10/2015 - 19/10/2015 "Noi che ci vogliamo così bene" di M. Serrano. Come gli altri libri della Serrano, scorre via veloce, perché le faccende di donne, scritte (bene) da donne, è innegabile coinvolgano e rapiscano totalmente le lettrici donne.
Queste, poi, si mescolano con le vicende del Cile negli anni che vanno dal '50 agli '80, e mostrano quindi anche un pezzettino di Storia, che si srotola sullo sfondo delle confessioni e delle vite di quattro amiche, e di tutte le altre donne che orbitano intorno a loro
Il libro è contemporaneamente delicato e crudo, come i ricordi che emergono con le chiacchiere, in riva ad un lago, al tramonto, con un bicchiere di vino in mano e una coperta sulle gambe, come l'amicizia che lega le protagoniste, nonostante i drammi, personali e nazionali, che sono state costrette a vivere.

23 ottobre 2015

Microrecensione #101: "Gatto Mondadory e i puffi dell'Aldilà" di Dr. Pira

14/10/2015 - 18/10/2015 "Gatto Mondadory e i puffi dell'Aldilà" di Dr. Pira.
Epico, nel tratto, nella trama, e pure nell'edizione di pregio, come solo Dr. Pira sa fare, o forse, mi azzardo, pure meglio del solito.
Dramma, amicizia, amore, cavalleria, puffi, scienza e tecnologie futuribili, draghi: in questo romanzo a fumetti c'è proprio tutto quello di cui si ha bisogno per non puffarsi, neanche per un attimo.

17 ottobre 2015

Cose che si fanno quando si ha tempo di fare le cose

Mi dicono che poi non avrò più tanto tempo per fare le cose, come in questi giorni di attesa, sospesa dal lavoro, sospesa dalla mia vita di prima, ma non ancora dentro quella successiva, sospesa che non può essere altro che Autunno, grigio lento e diffuso, gocciole di pioggia e di umido a cadere una ad una dalle foglie rimaste, perle preziose di cui non ci si cura, e che anzi, ci scrolliamo di dosso e asciughiamo al calore e all'odore dei primi termosifoni accesi.
Così, se dopo non ci sarà tempo, allora un po' di cose le faccio ora.


Delle tasche colorate per organizzare il bagno, che di contenitori e di posto in questa casa non ce n'è mai abbastanza, ed è bene cominciare ad utilizzare anche le aree verticali.



Già pieno.  
Dei biscotti morbidi alla zucca e cioccolato fondente (ricetta qui). L'Isola in questo periodo è tinta di arancioverdegiallo, e ad ogni casa si vendono zucche, lisce e sode da mangiare, o verdi, colorate e bitorzolute da esporre come decorazione non si sa bene dove. Io preferisco l'arancio pieno da mangiare, in tutte le sue sfumature, e, da quanto velocemente finiscono questi biscotti, pare non sia l'unica.


Una coperta grossa e morbida per chi dovrà arrivare, che ce ne sarà bisogno, di un pile caldo in cui stare comodi comodi, e di alcuni simpatici ricci con cui fare amicizia.


L'aquilone come marchio di fabbrica made in Isola

E passeggiate e incontri con compari abitanti dell'Isola, per imparare da loro le arti nordiche di scrutrare l'orizzonte sconfinato di quassù, e dell'attesa.


13 ottobre 2015

Microrecensione #100: "La saga di Gösta Berling" di S. Lagerlöf

27/09/2015 - 11/10/2015 "La saga di Gösta Berling" di S. Lagerlöf. Celebro la centesima microrecensione con una scrittrice svedese da Premio Nobel (1909), che pubblica questa sua prima opera nel 1891, e, per me, un premio se lo sarebbe già meritato allora.
La saga racconta di un anno particolare, da un Natale al successivo, un anno in cui le ferriere del Värmland, per un patto con il demonio (o forse no) sono governate da una strampalata e allegra compagnia di Cavalieri, musici, inventori, colonnelli in pensione, preti sconfessati e vagabondi, invece che dalla solida, amata e volitiva, Maggioressa di Ekeby.
I Cavalieri, con in testa l'eroe, Gösta Berling, ci fanno pian piano conoscere con le loro storie le vicende di questa regione del Nord, adagiata lungo un lago dai riflessi magici, striata di boschi dove abitano orsi invincibili e streghe, insieme a corpulenti contadini e a donne più invincibili degli orsi, reduci di guerra, nobildonne, pastori avari e santi.
Nella maggior parte dei racconti il bene e il male si mischiano, non ci sono personaggi sempre positivi o sempre negativi, c'è solo un intreccio di vite, vissute e da vivere, di uomini e natura, acqua, ferro, diavoli della foresta e angeli del focolare, descritti con uguale delicatezza e poesia, e spolverati di quell'aura magica che solo la luce e il buio del Nord possono irradiare.
Una saga perfetta, quindi, nella forma e nel contenuto, con un eroe di cui è difficile non cadere innamorate, come accade a quasi tutte le fanciulle del Värmland, o per lo meno, dal quale è impossibile non rimanere stregati.

"Il Sole è come Gösta Berling, rallegra chiunque gli stia vicino, perciò tutti tacciono il male che può aver causato."

07 ottobre 2015

Ik ben niet een echte Texelaar*

Un po' di anni fa, sul giornale dell'Isola, al primo di Aprile, comparve un interessante trafiletto.
Poche righe, ma d'effetto.

Uno dei più grandi problemi dell'isolano, allora come oggi, pare infatti sia il suo luogo di nascita.
Il punto è, che se non sei nato sull'Isola, non sarai mai e poi mai considerato un isolano a tutti gli effetti. Con l'onta e il disprezzo che ne conseguono.
Va bene che ci vivi, sull'Isola, che ci soffri tutti gli inverni da quando sei neonato, che ti tuffi nelle acque gelide del Mare del Nord tutte le sante estati, ostentando benessere nonostante i 5 gradi al Sole, va bene che ne conosci tutte le fattorie, se non addirittura tutte le pecore, una ad una, che ne fiuti i cambi di vento con giorni di anticipo, ma se non ci sei nato, se tua madre non ti ha partorito al di qua del Marsdiep, niente: non sei e non sarai mai un "echte Texelaar" (vero e proprio abitante di Texel).
E visto che sull'Isola non ci sono ospedali o cliniche, basta che la madre, per un motivo o per l'altro, preferisca andare in ospedale in terraferma piuttosto che tentare la sorte in casa, come è usanza e ben visto qui, che il gioco è fatto, e il passaporto diventa per te una condanna perpetua all'inferiorità.

Si fatica a crederlo, ma anche l'altra sera, al pub, chiacchieravo con un ragazzo di qui, sui trent'anni, figlio di gente di qui, che vive qui, etc etc, e gli chiedo: sei di Texel? E lui, con gli occhi bassi: ma, veramente sono nato a Den Helder..seguito da un silenzio imbarazzato, quasi in cerca di una degna giustificazione.
Io allibisco, e procedo con la mia birra analcolica, nascondendo al mio interlocutore  il mio crudele piano di condannare il viaggiatore in arrivo alla stessa, deprecabile sorte.

Ma arriviamo al primo Aprile di una manciata di anni fa, dove sul giornale locale compare l'esaltante notizia che sì, finalmente il Comune di Texel è riuscito a conquistare alcuni metri quadri sulla terraferma, e per di più corrispondenti ad alcune stanze dell'ospedale di Den Helder, nel reparto maternità.
Udite udite, le pavide madri che durante il travaglio si fossero prese la briga di salire sul ferry per poi andare a partorire tra gli agi in ospedale anziché tra le amate pecore, avrebbero potuto in ogni caso assicurare un futuro radioso ai figlioletti, scrivendo sul passaporto, come luogo di nascita, orgogliosamente, Texel.
Ma non solo, questi metri quadrati in terraferma avevano pure valore retroattivo, quindi tutti i solerti genitori di bimbi di età inferiore a due anni avrebbero potuto, recandosi prontamente al comune (di Texel), cambiare il luogo ufficiale di nascita del piccolo erede, dall'abominevole Den Helder, alla gloriosa Texel.

Buffo no?
Non si sono divertite  molto però le numerose coppie, con pupetti al seguito, che in data due Aprile si sono presentate alle porte del comune a reclamare, ahimè invano, il cambio di luogo di nascita sul passaporto.
E quando dico numerose, intendo numerose, non una o due.

Con questo si conclude l'aneddoto isolano, ma non la frustrazione di tutti quelli che sul loro passaporto hanno scritto Den Helder, e non Texel.
Da buona Veneziana, un po' li capisco, sarebbe come vedere scritto Mestre sul passaporto, sarebbe dura. Quasi quasi, meglio Den Helder.


* traduzione: Io non sono una vera e propria abitante di Texel

05 ottobre 2015

7 verticale: Non è l'ideale di sposa

Che sospiro di sollievo, quando, davanti alle caselle bianche e nere del cruciverba, ti compare 
_ R _ I A
e la definizione è "Non è l'ideale di sposa", e tu inizi a predicare: Ma non è possibile, che volgarità, adesso sono sdoganate anche le oscenità ne La Settima Enigmistica, ma non ci sono più i cruciverba di una volta, e timidamente scrivi quella tua volgare soluzione che comincia per T, e poi procede ad incastrarsi giusta giusta, e per carità, l'ideale di sposa proprio non è, ma poi, andando avanti con gli incastri, ti rendi conto che La Settimana Enigmistica non tradisce mai, e che la soluzione, invece, era ARPIA, niente T e O da aggiungere, e insomma, che sospiro di sollievo.

02 ottobre 2015

Un oggi di questi

Ecco le giornate in cui speravo, in questi tempi a casa dal lavoro.
Tempi di pancia a palla, ma con ancora voglia di pedalare un po', di sgranchirsi all'aperto, di vagabondare per l'Isola, di arrivare al mare.





Prima che questa luce d'oro della sera arrivi troppo presto di pomeriggio, prima che ci siano cose più importanti da fare che arrivare in cima alle dune, e vedere il tramonto, il sole arancio tuffarsi nel mare argento, e bianco, le nuvole dipinte, la spiaggia ormai vuota, di sabbia fredda, nuda.

Sembra impossibile che presto ci saranno cose più importanti e più belle di queste a tenerci occupati, ma se diamo retta alle cose che si dicono, pare proprio che sarà così.
E allora, al mare, meglio andarci oggi.

30 settembre 2015

Microrecensione #99: "Il cimitero di Praga" di U. Eco

25/07/2015 - 27/09/2015 "Il cimitero di Praga" di U. Eco. Un libro forse letto nel momento sbagliato, in queste sere in cui, dopo una sillaba o due, cado addormentata senza ritegno. Credo sarebbe stato meglio leggerlo tutto d'un  fiato, per seguirne al meglio l'intreccio di spie e controspie, garibaldini, massoni e ebrei e massoni e ebrei e massoni e ebrei e massoni e ebrei e massoni e ebrei e Zzzz.
Ohibò, ma che a farmi cadere addormenentata fosse proprio il libro, e non la stanchezza da gravidanza?
Difficile discernere.
A tratti in effetti le vicende sono appassionanti, omicidi, esplosioni, scambi di persone, personaggi affascinanti e ben costruiti. Altri tratti però, lunghi tratti, sono elenchi di insulti a massoni e ebrei, a massoni e ebrei, a massoni e ebrei Zzzzzzzz.
Vi faccio sapere con la prossima microrecensione, se era questo romanzo o la gravidanza, a mettermi tanto sonno la sera.
Il libro è però imperdibile per: appassionati di romanzi storici, di spionaggio, di Parigi, di messe nere, e di alta cucina francese di fine Ottocento.
Ah, e, quasi dimenticavo, di storie di massoni e ebrei, cela va sans dire.


28 settembre 2015

Di avanzi, fasciatoi venuti così così, immaginazione, attesa, e futuri.


I tre strati.

Con gli avanzi di quello del nipote, ecco fatto il fasciatoio da viaggio per il piccolo viaggiatore in arrivo. A dire la verità, è venuto un po' stortignaccolo, e i rattoppi, tra stoffa, parte impermeabile, e fettuccia, gridano un forte e chiaro "disfa tutto", "butta via", però.
Però va bene così, ha dei rattoppi, dei buchini, ma la sua funzione (tra l'altro, diciamocelo, deve solo isolare morbidamente il bimbo e la sua cacca dal mondo), almeno per un po', dovrebbe farla.
E nel compleasso è pure bellino, con la sua pratica custodia in jeans, recuperata da dei pantaloni che non mi ricordo neanche più, e il suo insieme di stoffe e materiali dai colori e fantasie etnochic, et voilà:


Fettuccia.
Pratica custodia in blueggins.
Dentro e fuori.

Io avevo bisogno di riprendere un po' la mano dopo una lunga pausa sartoriale, e cucire con gli avanzi, è innegabile, dà sempre grande soddisfazione.

Insomma, è fatto. Che le cose bisogna prenderle come sono, non vanno sempre come le si è immaginate per mesi..
Questo l'ho cercato di imparare da tutti i manuali di neonati letti ultimamente, e invece l'ho imparato in queste settimane, così, semplicemente stando al mondo.
L'importante è essere sempre pronti a immaginare nuovi progetti, a rivedere e adattare i vecchi, a sognare nuovi futuri, quando, in fondo, ogni futuro dovrebbe essere nuovo, immune alle nostre architettazioni.
Facile a scriverlo, ma per saperlo fare, credo ci sia bisogno di un'arte che chissá, di un'attitudine che solo l'esperienza può far maturare, e che auguro con tutto il cuore a chi deve reinventarsi daccapo, ad un certo punto.

Questo, infatti, è solo un fasciatoio venuto così così, che se ho ben capito come deve essere usato, dovrebbe pure funzionare.
Per le cose più importanti, si vedrà.
Nel frattempo, due o tre progetti in cantiere li ho, che è già un buon inizio, o meglio, una buona prospettiva.
Niente di meglio di una lista di cose da fare, e il sapere di poter benissimo non farle, o farle diversamente, per ingannare questi giorni sospesi, d'attesa di futuri inimmaginabili.

07 settembre 2015

Minuscoli drammi quotidiani/30: Senza titolo.

Per i miei amati lettori venezian-veneti, questa è Amsterdam:



20 agosto 2015

Due o tre cose che mi hanno raccontato della Svezia

In questi tempi d'estate e di ferie, amici da tutto il mondo piovono sull'Isola, chi per omaggiare la pancia che cresce, chi per spezzare un viaggio altrimenti troppo lungo, chi per curiosare sull'Isola, e magari trovarci un tesoro.

B&L, Italiani espatriati nel nord della Svezia, sono passati di qui in piena migrazione agostana di rientro in patria.
Così mi sono fatta raccontare un pochino di questa Svezia, in cui non sono mai stata, ma i cui paesaggi di ghiaccio, i boschi, le aurore boreali, e il buio croccante d'Inverno, devo dire, mi affascinano, nonostante a volte io viva già troppo a Nord per i miei gusti.

Dunque, paesaggi invernali eterei e silenzi innevati: confermato.
Freddo di un freddo che non ci si immagina: confermato.
Aurore boreali viste dalla finestra di casa: confermato.

Però.
In Svezia adorano una torta salata, la Smörgåstårta, ornata di gamberetti, che contiene tutto. E quando si dice tutto, è proprio TUTTO, a quanto pare.
Gli Svedesi, poi, annuiscono con un fischio aspirato. Il che perplime parecchio: se l'aria da aspirare è a venti gradi sotto zero, meglio dire di no.
Inoltre, sono ghiotti di mayonese all'aglio (cosa che li accomuna non poco con gli Olandesi), e la mettono ovunque.
A Natale fanno i biscotti con lo zafferano, perché le altre spezie da biscotti le usano tutto il resto dell'anno.
Si nutrono prevalentemente di pane secco, tipo cracker, e il pane fresco è una rarità.
Considerando quel che si paga e quel che si mangia, andare al ristorante in Svezia è una mezza tragedia, sempre (e anche qui vedo dei vertiginosi punti di incontro con l'Olanda).
Uno dei motivi di questa mezza tragedia, è l'esistenza della pizza con pomodoro, mozzarella, BANANE e CURRY.
Ecco io, dopo questa, mi fermerei a riflettere un poco, così, in silenzio, sulla tanto proclamata civiltà dei popoli nordici.

Poi però.
Ci hanno portato un miele, da lassù, così bianco e soffice da sembrare neve, e la neve vera, invece, a quanto pare, nel mezzo dell'inverno, è così leggera che si può, semplicemente, soffiare via, dalla strada, dall'auto, dal manto di un alce di passaggio.

Insomma, la voglia di camminare imbacuccata di lana tra abeti e betulle non me l'hanno fatta passare del tutto, nonostante la pizza banane e curry, anzi.
Mi è venuta una specie di curiosità, che magari quando ci vado, in Svezia, quasi quasi la provo.
Non mancherò di farvi sapere come va.

17 agosto 2015

Agosto e le sue luci

Come ogni anno, Agosto è la stagione delle luci. 
È da fine Maggio che qui al Nord non le usiamo più, tanto tardi tramonta il Sole, che si è già sotto le coperte, e tanto presto si alza, che il buio lo si vede solo ogni tanto, se si va a fare pipì, tra un sogno e l'altro.
Invece ad Agosto il ritmo ritorna pian piano quello a cui siamo abituati, e la sera, intorno alle undici, ecco, è di nuovo buio. E si accendono le luci. 
Oppure si esce, che non pare vero, questo manto scuro su tutto, che quasi ci eravamo dimenticati, la diga, le pecore, l'erba nera.
E la spiaggia, e il mare. 
Ma ci son luci anche qui. Luci acquatiche, marine, a scintillare dove si rompe l'onda. All'inizio, quasi non ci si fa caso, poi un lampo verdastro si infrange su un molo, poi a riva, e d'improvviso, con la marea che si alza, sono dappertutto.
Sguazzare con i piedi  tra le schegge di luce dà sempre una grande soddisfazione, i piedi avvolti da scarpette di cristallo, che Cenerentola se le sognava.
Niente più buio, al mare, quindi, in queste sere di calma di vento. 
E se, per cercarlo, alzi la testa verso il cielo, sei sopraffatto da una miriade di stelle, luci anche lì, che era tanto che non le si vedeva.
E tante ce ne sono, di stelle, quante ne cadono, ad Agosto.
Con questi cieli nordici a tuttotondo, dove non c'è niente a fermare l'orizzonte, se ne vedono decine e decine, con le loro code morbide e pettinate, precipitarsi verso la Terra per non so quale appuntamento.

Ieri, a contarle, ho addirittura finito i desideri.
Non capita spesso, son sicura sia di buon auspicio.

13 agosto 2015

Di torte, e di altre lievitazioni

L'altro giorno il nostro padrone di casa ci ha regalato un intero scolapasta di ribes: l'orto va bene, pare, quest'estate, con questo misto di tempeste e di giornate innaffiate di sole. 
Così ho fatto una torta, ed è pure venuta bene, assemblando una pasta frolla che in realtà di solito uso per dei biscotti, una crema pasticcera la cui ricetta credo risalga al Giovane (ma fatta con lo zucchero scuro scuro e aromatico), degli amaretti morbidi che qui in Olanda chiamano "bitter koekjes" (biscotti amari, appunto) e i suddetti ribes.
Volevo fare delle foto artistiche a questo piccolo trionfo culinario, ma c'era sempre qualcuno in mezzo...


05 agosto 2015

Minuscoli drammi quotidiani/29: I Calzini, e il sogno europeo.

Un minuscolo dramma, questo, che viene dalla vicina e ridente Germania, segnalatomi da Luca Turpi, amico e collega (cit.), e dallo stesso definita "una manifestazione del sogno europeo": i Calzini.

Grazie per tutto questo, ditta Boboli!
Mi prendo la libertà di interpretarli come calzoni di pizza ripieni di kebab di pollo e una non meglio specificata salsa, che per le loro ridotte dimensioni sono stati ribattezzati, ahimè, calzini.
La chicca, e il sogno europeo, sta nel fatto che questo è un prodotto "italiano", fatto in Olanda (!), e venduto in Germania come cibo da veri e propri gourmet, a fianco, udite udite, dei mitici tortelli Giovanni Rana.
Se vi è venuta l'acquolina in bocca, il supermercato dove si possono trovare si chiama Perfetto.
Che dire: touché.

31 luglio 2015

Minuscoli drammi quotidiani/28: La conservazione del fastidio

Dopo anni di attente osservazioni scientifiche, misure meticolose del microclima locale, attese pazienti al di qua di un vetro sferzato da raffiche di vento, pioggia a secchi, o da chicchi di grandine, posso dire di essere finalmente giunta ad un teorema enunciabile, snello e completo, valido senza eccezioni su quest'Isola.

Enunciato: T + V + CN + P = K

Ossia, qui temperatura (T), vento (V), copertura nuvolosa (CN) e quantità di pioggia (P) si sommano sempre e comunque a una costante (K).
E a una costante che produce del fastidio.
Cosa vuol dire? In parole povere, significa che se c'è il sole, allora tira vento, se invece piove, c'è un caldo soffocante, o se c'è un freddo artico, allora c'è il sole e si vorrebbe quasi andare in spiaggia, o almeno mettere il naso fuori da quattro mura, quasi..., se solo..., etc. etc.
La costante fastidiosa K è difficile da quantificare, ma è pure irrilevante, il punto è che è fastidiosa. Tipo 347, oppure 1/√2, se è una costante normalizzata a 1, uno di quei numeri che non si capisce perché, che non ci si capacita.
Ma che intanto ti remano contro mentre tu pedali controvento, lungo queste strade diritte diritte, piatte piatte.

Non è che questo teorema sia di gran consolazione, in mezzo a tutto questo fastidio, ma almeno ogni giorno posso constatare con compiacimento il successo della teoria.
Che son piccole soddisfazioni da prendersi, in mezzo a tutta questa scienza in cui navigo.

22 luglio 2015

Nelle lunghe sere d'estate...

In questo periodo in cui ho altro da scrivere, nelle ancora lunghe e luminose sere isolane, allora, faccio.
Faccio un umano piccolo piccolo, che sembra una cosa difficile, invece non lo è affatto, basta mettersi lì, sul divano o su una sedia, o camminare, nuotare, andare in bici, e lui si fa da se', senza pretese.
Pezzettino per pezzettino cresce, e tu neanche te ne accorgi.
È molto comodo.

Così, per ringraziarlo del suo gran daffare, anche io mi metto a produrre qualcosa.
Per ora, ho riciclato una coperta della Delta, rubata dall'aereo tornando da New York.
In fondo, ci siamo andati insieme laggiù, quindi è una specie di suvenir d'oltreoceano da uno dei suoi primi viaggi.
L'ho piegata, tagliata, foderata e decorata a piacere: a qualcosa, immagino, verrà utile.


Per un piccolo marinaio, ancora lontano, ma con una rotta ben precisa.





20 luglio 2015

Microrecensione #98: "L'uomo che scambiò sua moglie per un cappello" di O. Sacks

7/06/2015 - 8/7/2015 "L'uomo che scambiò sua moglie per un cappello" di O. Sacks. Per me digiuna di qualsivoglia nozione di medicina, e ancor di più di neuropsischiatria o giù di lì, un libro estremamente interessante e piacevolmente coinvolgente, nonostante il suo carattere clinico.
Una serie di personaggi da conoscere, anche per rendersi conto di quanto sia complessa la nostra visione di noi stessi, e di noi stessi nel mondo e quante altre visioni diverse, in realtà, possano esistere e portare a un'esistenza quotidiana speciale.
Ma non per questo meno degna di essere vissuta, o raccontata.

07 luglio 2015

Di Isola in Isola...

Si è andati, di Isola in Isola, in vacanza, dal Mare del Nord al Mediterraneo, in Sardegna, che il primo giorno, quasi, la differenza non si notava, vento forte da Ovest, la sabbia bagnata, le onde arrabbiate a rompersi a riva, schiumando.

Spiaggia di Piscinas.
Ma in vacanza, si sa, è tutto diverso. Sarà stato il sale nell'aria, a cui qui al Nord non siamo più abituati, il sale del Mediterraneo, cristallino e prepotente, che tira sulla pelle, che pizzica la lingua. O sarà stato perché in vacanza basta un'ora, e tutto cambia. Non ci sono mesi di grigio, ci sono solo attimi di tempesta, e attimi di Sole, di verde, di blu.
 
Belvedere a Nebida.
Cala Domestica, indecisa tra la tempesta e il Sole.
Poi l'Estate ha preso il sopravvento, e non ci sono stati più dubbi. Solo spiagge di quarzi scolpiti dal mare, arrotondati, resi quasi soffici dalle onde, e pomeriggi a guardarne i chicchi, anche solo una manciata è sufficiente.
 
Paleospiaggia di Is Aruttas.
Che poi, ti volti un attimo dall'orizzonte marino, e ci son spighe che già abbagliano,
 
Alle spalle della spiaggia di Mari Ermi.
o villaggetti votivi, che son votivi da tremila anni, passando via via da una divinità all'altra, dall'Acqua, la Madre Terra, fino ad arrivare a San Salvatore. Che in fondo a una scala ripida la cripta con il pozzo sacro ancora c'è, e chissà fra mille anni, quale dio ci berrà.
 
Villaggio di San Salvatore.
Ho anche imparato che in questa Sardegna si può viaggiare nel tempo, e quando fuori c'è un Sole rovente, che solo gli ulivi riescono a tenere un po' in là, si può entrare in un nuraghe, e guardare il mondo proprio come lo vedevano tremila anni fa, da dentro le stesse pietre, sotto lo stesso Sole rovente, e pensare che l'Estate, in tutto questo tempo, non è poi cambiata così tanto.

 
Nuraghe a S. Cristina, da dentro a fuori.
Oppure si può volare, in cima a una scogliera sul mare, e respirare così forte che il sale brucia in gola.

 
Me medesima, su scogliera nei pressi di Argentiera.

Ci son poi i colori, d'Estate, che d'Inverno non ho mai capito dove vadano, o chi se li porti via.
 
Bosa, porta numero 43.
E la frescura delle grotte sul mare, con quel loro mistero, quell'odore, quei loro disegni, sculture, rumorini di gocce.

 
Ingresso della Grotta di Nettuno.

E il Mare, che abbraccia la Terra, sempre, e la accarezza, e le fa compagnia, anche quando è difficile, anche quando il Sole tramonta, anche quando il Sole gocciola fatica e caldo, lui la rinfresca con il suo blu smeraldo.
 
Veduta di Capo Caccia dalla cima del Monte Timidone.
 
Vicino alla spiaggia di Cala del Porticciolo, tramonto.
 

Arrivo alla spiaggia di Cala Luna, dal sentiero.
Tutto per quella riga di costa dove si incontrano, Mare e Terra, dove si baciano, dove stanno insieme e passano un'Estate così, a rincorrersi, quasi banale, anche loro sotto un ombrellone, di una banalità così semplice e pulita, bellissima.
 
Spiaggia di Cala Luna.
Un posto speciale, insomma, quest'Isola di Sardegna.
E il nostro primo Mare in tre.
Non poteva che essere straordinariamente azzurro.
 
Spiaggia nel Parco Naturale di Biderosa.
 

15 giugno 2015

Microrecensione #97: ''Rasl" di J. Smith

05/06/2015 - 07/06/2015 ''Rasl" di J. Smith. Per chi conosce Jeff Smith da "Bone", come me, una sorpresa graditissima! Una graphic novel davvero bella, curata in ogni suo minimo particolare, una storia che vi terrà incollati alle pagine anche se fuori c'è il vostro primo weekend di sole dall'Agosto 2014.
Per chi ama le figure, Nicola Tesla, viaggi tra mondi paralleli, e/o nel tempo, la fantafisica, l'esoterismo e, perché no, un pizzico di romanticismo. 
Comprato in quel di New York in una libreria senza pari, e trasportato oltreoceano, ne è valsa proprio la pena (nonostante il suo peso e il suo volume non siano affatto indifferenti). 

11 giugno 2015

Progetti di progetti


Finalmente ho usato il buono che ci era stato donato in occasione delle allegre nozze Subirotamic-Ittibar, e in casa, dopo la pausa fisiologica post-bomboniere/vestito/cintura/velo/nastrini/etc/aaargh, sono tornate stoffe nuove, croccanti di negozio.
E adesso, che si fa?

09 giugno 2015

Microrecensione #96: ''Viaggio in Sardegna: undici percorsi nell'isola che non si vede" di M. Murgia

26/05/2015 - 02/06/2015 ''Viaggio in Sardegna: undici percorsi nell'isola che non si vede" di M. Murgia. Undici itinerari, a volte astratti, come quello sul Femminile, o sulla Fede, o sul Cibo, altre volte fatti di luoghi da camminare, antiche vestigia da visitare e comprendere, paesaggi da ammirare, mari da nuotare, bestie da accarezzare.
Un libro un po' guida e un po' racconto, da leggere con carta e penna vicine, per appuntarsi un nome, una coordinata geografica, un paesino da visitare per quella sua pecularietà, soprattutto se, come me, siete in partenza!

02 giugno 2015

La bici blu

Ho venduto la mia prima bicicletta olandese. 
Quella con il contropedale, pesante, blu, che mi ha fatto arrancare contro vento il primo anno sull'Isola. L'avevo poi tenuta per gli ospiti, miei o del dipartimento, per utenti occasionali, persone che passavano di qui.
C'è chi le ha voluto bene, cambiando camere d'aria, tirando freni, chi l'ha semplicemente usata, ma una bici, si sa, per qualcuno è solo un mezzo.
Ora l'ho venduta, a una ricercatrice CinesAmericana di passaggio, che la terrà per tre mesi e poi chissà, saranno fatti suoi.
Io l'ho venduta per cominciare a fare spazio, nel garage, nella mia testa.

Oggi l'Isola è bizzosa: è il 2 giugno, sono ancora 10 gradi, qui, vento forza 8, pioggia, grandine che ti sferza la pelle, ma la guardo con occhio differente dal solito.
C'è una prospettiva di partenza, nell'aria, per questo inizio a fare spazio.
C'è una prospettiva di cambiamento, in questa aria di mare scaraventata qui dal vento, per questo inizio a liberarmi di quello che ormai non serve più.

E la bici blu è la prima cosa a regalarmi il suo vuoto.
Ho probabilmente ancora molti mesi qui, ma ho bisogno di iniziare a fare spazio, per tutto quello che verrà, in garage, in casa, nella mia vita. 
Altrimenti, non ci  potrà essere partenza, né cambiamento.
D'altronde su quest'Isola, come su tutte le altre Isole del mondo, lo spazio è un bene preziosissimo, senza il quale, semplicemente, il futuro non ci sta.

27 maggio 2015

Microrecensione #95: ''Un matrimonio all'aperto" di A. McCall Smith

27/04/2015 - 26/05/2015 ''Un matrimonio all'aperto" di A. McCall Smith. Pensavate mai voi di leggere un simpatico giallo ambientato in Botswana?
Io no, ma poi eccolo lì, un titolo diverso dal solito, per un giallo, in mezzo ai libri che ho in qualche modo recuperato, un autore sconosciuto, una curiosità.
È così che si scelgono i libri, a volte.
E questo breve giallo è stato una bella sorpresa. Un giallo al femminile, anche se l'autore è un uomo, ma a tratti ce ne si dimentica. Un giallo colorato con i colori dell'Africa: del té rosso, del bianco di un pulmino (e della sposa!), del nero della notte in cui avviene il crimine, del verde dei giardini curati delle case di città, dell'azzurro cielo.
Libro estivo, piacevole, senza grandi pretese, ma con un bellissimo personaggio, la saggia detective Precious Ramotswe, che vi farà correre a cercare gli altri gialli della serie che la vede protagonista. Sempre che abbiate tempo di leggere, sotto l'ombrellone.

18 maggio 2015

Microrecensione #94: "Extremely loud and incredibly close" di J. S. Foer.

11/05/2015 - 17/05/2015 "Extremely loud and incredibly close" di J. S. Foer. Estremamente delicato, incredibilmente triste. Ma mai stucchevole, o fuori luogo, perché l'11 Settembre è qui spogliato da ogni sua valenza globale ed è puro e semplice dramma familiare, individuale, intimo.
È l'inizio di un racconto.
Un bambino speciale, dei personaggi altrettanto speciali costruiti con garbo, un equilibrio, nella tragedia umana, che è difficile mantenere per tutto il libro, e invece l'atmosfera rimane così, sospesa, a metà tra fiaba, vita, sogno, se.

Veste grafica interessante, insomma, da avere per le mani, soprattutto dopo un viaggio a New York.

10 maggio 2015

Diario fotografico di una gita a New York

Domenica pomeriggio a Central Park.

Downtown Manhattan, dall'acqua.

Lady Liberty e il tramonto.







Downtown Manhattan, dall'acqua, la sera.

Sul pianerottolo.

Memoriale dell 11 Settembre 2001, una torre.

Il ponte di Brooklyn e i suoi fili.

Lucine di Downtown Manhattan dall'86esimo piano.

La grande mela?

Exit, Chelsea.

Chelsea.

A passeggio per Broadway dopo uno spettacolo.

New York Public Library.