24 agosto 2017

Nostalgie

Da una settimana a questa parte, ho cominciato a lavorare a tempo pieno. È un cambiamento notevole, dopo quasi due anni da mamma a tempo pieno: T. Mi manca molto, a volte un dolore fisico, tra lo stomaco e il cuore, a pensarlo indaffarato con i compagni e le maestre, senza di me. Ma mi hanno assicurato che si diverte, e mi hanno detto che va bene così, che fa bene a tutti, e io, almeno per questo primo periodo, non posso che fidarmi.
Per riequilibrare l'universo, al secondo giorno di lavoro, ho scoperto di avere una collega originaria dell'Isola, della mia Isola precedente.
Così, se proprio ne ho bisogno, so che posso fare due chiacchiere di vento e di mare, per curare almeno una delle mie nostalgie.

22 agosto 2017

Microrecensione #128: "Ferito a morte" di R. La Capria

01/08/2017 - 18/082017 "Ferito a morte" di R. La Capria.
In una pausa tra le mie stentate letture in francese, un romanzo così ci voleva proprio. Un lungo monologo di voci diverse, ma tutte a raccontare la stessa vita, la stessa compagnia di amici nelle estati napoletane del dopoguerra. I cambiamenti della società, della città, di loro stessi e dello scintillio del mare sotto il sole, sullo stesso piano, come avessero la stessa importanza, come è giusto che sia. 
Un monologo non sempre facile da seguire, un flusso di coscienza intimo e universale, che più che da capire è da ascoltare, come la risacca del mare, come il ronzio che si sente sott'acqua, come il brusio della folla, che culla, ipnotizza. 
Tra le righe poi, e caro a me, anche il racconto di un espatrio, da Napoli a Roma (e a Milano), perché i chilometri non valgono niente, vale solo essere altrove.

15 agosto 2017

Ferragosto, o Festa dell'Assunzione

Ed eccoci arrivati a Ferragosto, ultimo giorno delle mie lunghe vacanze, o della mia lunga maternità, o della mia lunga disoccupazione, o del come si voglia chiamare questo periodo passato fuori dal mercato del lavoro, ma decisamente dentro alla mia vita.
Rientro nel mercato con entusiasmo, è innegabile, ma anche sospetto, per il mio primo lavoro "vero", come chiamiamo noi scienziati i lavori fuori dal mondo accademico - come se un phd o un postdoc succhianima non fosse da considerare lavoro, strani scherzi della lingua.
Dicevo, rientro nel mercato con entusiasmo, emozionata come al primo giorno di scuola, ma anche con i classici, terribili sensi di colpa, condivisi da quanto capisco da tutte le mamme lavoratrici. 
Ma T. cresce, ha voglia di parlare il Francese, cosa che non sono in grado di insegnargli, ha voglia di stare e giocare con i bibbi (bimbi), cosa che io - ahimè - non sono, e allora così mi giustifico, che sia arrivato anche per lui il momento di entrare in società a tempo pieno, con le sue maestre svizzero-brasiliane, il suo compagno d'asilo andorrano e quello giapponese, in quel crogiolo che è l'asilo dell'Università.
Gli ho fatto uno zainetto per andare a scuola, allora, per attutire un po' i sensi di colpa, e per portare da casa a scuola (e viceversa, per carità!) Tintin, compagno di mille avventure e di mille pisolini.
Non è molto, uno zainetto, in cambio di 45 ore a settimana. 
Però dai, è a forma di pesce!


 Buona scuola a T., buon lavoro a me, e buon Ferragosto a tutti!

02 agosto 2017