31 ottobre 2019

Un'isola nuova

E a proposito di nomi e significati di nomi, un po' di tempo fa, al parco, anche io ho passato il mio attimo di paura.
Stavo allattando la mia piccola A. seduta su una panchina vista lago e pedalò, quando una giovane mamma mi si avvicina e mi si mette a chiacchierare. Com'è, come non è, finisce che mi chiede il nome della mia bimba, e io glielo dico, e lì lei mi sorride e mi dice: ah, nella mia lingua, il turco, vuol dire...

E lì il mondo si ferma: perché, perché non ho controllato il significato della parola in tutte le lingue del mondo, perché questa svista madornale, e ora la mia povera bimba sarà costretta a vivere con questa croce per sempre, chissà che cosa vorrà dire di terribile, volgare, malaugurante, perché siamo stati così ingenui, perché?

... nella mia lingua vuol dire isola.
Isola?
Isola.
Ma io amo le isole. Io su un'isola ci sono nata, ci ho vissuto per tanto tempo, su un'altra isola, ho navigato verso tantissime isole, grandi e piccole, ma tutte bellissime, perché puntini sporchi di sabbia nel mare luccicante, terra battuta dal vento e dal sale, piccoli confini da difendere dalla furia dell'oceano, spiagge coccolate dalle onde.
Isola. In un certo senso, ho chiamato mia figlia isola, e neppure lo sapevo.

Son le meraviglie che si imparano a chiacchierare con gli sconosciuti, a bordo lago, nella luce di un pomeriggio di fine estate.

24 ottobre 2019

Minuscoli drammi/58: Il dialetto veneziano.

T. recentemente, oltre ad aver avuto una sorella, ha pure cambiato asilo. Il senso di colpa quindi per averlo, nel giro di un mese e mezzo, detronizzato da figlio unico e strappato dai suoi primi amici è ancora forte, e si fa di tutto per cercare di inserirlo e inserirsi nel nuovo asilo di quartiere velocemente, e nel migliore dei modi. 
Così Subirotamic, non particolarmente noto per le sue doti sociali e chiacchierecce, si sforza a presentarsi e a presentare T. non appena incrocia, nell'atrio dell'asilo, qualche genitore.

- Buongiorno, io sono Subirotamic e questo è T., abbiamo appena cambiato asilo e viviamo nel quartiere, e questa bella bimba come si chiama?
- Mona
- ...

E così niente, ha dovuto abbassare lo sguardo, e fuggire in silenzio, e chissà se mai qualcuno avrà il coraggio di spiegarglielo, a questi mamma e papà, perché.
Che poi non è grave, se per tutta la vita la povera Mona si terrà lontana dal Nord Est italiano: niente viaggi a Verona, niente scambi di studio a Padova, niente luna di miele a Venezia.
Mi raccomando, Mona, mi raccomando!

17 ottobre 2019

Dieci anni altrove

A settembre di dieci anni fa ho spostato la mia residenza fuori dall'Italia: pensieri.

Dieci anni altrove,
uno più di nove.
Tra la meraviglia dell'esser andata via,
e la nostalgia.

Su quel filo sottile tra la bella avventura,
l'isolamento, il dubbio, e la paura.
Aerei e treni presi piangendo,
valigie fatte ridendo.

Ho perso tempo a casa, e quello è andato
perduto il quotidiano, il troppo, lo sbagliato.
Rimane solo il tempo voluto e organizzato,
rimane quel che leggo, e un ricordo patinato.

Amici ognuno nel o dal suo altrove,
si è imparato a forza tante cose nuove.
Alcune interessanti, altre meno,
ché c'è la pioggia prima dell'arcobaleno.

Due bimbi partoriti in Paesi differenti,
con un concetto strano dei parenti.
La loro casa è qui, per loro è rovesciato,
per lor son nonni e zii che son nel posto sbagliato.

Così vivendo altrove è facile pensare,
che tutto no, ma tanto, è relativo
che se son qui c'è almeno un buon motivo,
ma un giorno, se si vuole, si possa ben cambiare.

Radici fragili e sottili,
mi lasciano le strade tutte aperte.
Quella di casa pure, altre più incerte
ma che sappiamo poi non così ostili.

Per cui per il momento mi godo i monti e il lago,
che oggi qui c'è il sole, e il futuro, oltr'a esser prodigo, è vago.

Dieci anni altrove,
uno più di nove.
I prossimi, davvero, chi lo sa?
e questa è una magia
dell'esser andata via. 

10 settembre 2019

Microrecensione #163: "Sapiens, a brief history of humankind" di Y. N. Harari

08/07/2019 - 01/09/2019 "Sapiens, a brief history of humankind" di Y. N. Harari.
Libro iniziato sotto i peggiori auspici, perché anche questo (oltre a questo) promosso e regalatomi dalla CEO, ma di cui ho tanto sentito parlare e perché no, qui siamo generosi e concediamo una possibilità a tutti, e così l'ho iniziato, dicendomi che l'avrei potuto sempre abbandonare senza sentirmi troppo in colpa.
Invece l'ho finito, non perché l'abbia trovato illuminante (come pare l'abbiano trovato Bill Gates o Obama, a leggere la quarta di copertina), ma perché è senza dubbio un libro scritto bene, e una storia raccontata in modo accattivante si ascolta fino alla fine, anche se è solo una storia.
Il libro racconta la Storia dell'Umanità, dagli albori della nostra specie a qualche considerazione sul possibile futuro dell'Uomo.
Mi è piaciuto? Domanda difficile. Quanto ho apprezzato il racconto e l'interpretazione della prima parte della Storia, fino, diciamo, all'inizio della rivoluzione industriale, ho invece trovato monolitica e sterile l'interpretazione degli eventi dalla rivoluzione industriale in poi, fino a trovare quasi noiosi i pensieri sparsi su possibili uomo e società futuri (e pensare che invece l'autore ci ha addirittura scritto un altro libro intero, su questa ultima parte!).
Il che mi fa sospettare che abbia accettato senza sforzi il tuttologismo dell'autore per quanto riguarda il passato lontano (di cui non so nulla, ma, più in generale, si sa di non sapere nulla, e si può dire un po' quello che si vuole, se si ha l'arte della credibilità), mentre abbia fatto più difficoltà mano a mano che ci avvicinavamo a territori temporali più conosciuti (e di cui sono maggiormente note le sfumature e le complessità). 
Forse.
Fatto sta che dobbiamo comunque tenere in mente che questa è l'interpretazione della Storia dell'autore, non è un libro "scientifico". Il racconto, infatti, soprattutto quando parla della Storia più antica, tenta di unire i vari puntini fatti di ritrovamenti archeologici, ma lo spazio bianco fra questi puntini è così vasto da poterci più o meno inserire qualsiasi cosa.
Harari ha scelto di riempire questi spazi bianchi con un filo logico molto ragionevole e verosimile, accompagnato da uno stile narrativo scorrevole, il che rende la lettura piacevole e stimolante.
Quando si arriva ad un passato più prossimo, come dicevo, mi sono venute d'istinto più domande, più dubbi sull'interpretazione presentata, ma non è questo di per sé necessariamente un male.
Alla fine, nel delirio delle ipotesi future, ognuno può dire quel che vuole, e l'ultimo capitolo si legge più per il rispetto che l'autore ha guadagnato nei capitoli precedenti che per il suo contenuto.
La domanda finale con cui l'autore ci lascia però è buona, e credo si applichi al futuro dell'umanità come anche al singolo, ogni giorno. 
Mi permetto di riportarla qui come promemoria per me (non è un grande spoiler per il libro in questione), questa domanda a cui prima o poi vorrei davvero riuscire a dare una risposta che sia autentica: Arrivati fin qui, con tutta questa Storia alle spalle, chi vogliamo, chi voglio diventare?

Il mondo è piccolo, ma gli scaffali, forse, ancora di più.

27 agosto 2019

Microrecensione #162: "Culottées" di P. Bagieu

01/07/2019 - 04/07/2019 "Culottées 2" di P. Bagieu.
Libro a fumetti "rubato", letto nei pomeriggi afosi di inizio luglio, mentre tutti dormono e io no perché spero di partorire da un momento all'altro, pescato a caso dalla libreria di un'estranea, da cui abbiamo affittato casa per qualche settimana quest'estate, per dare un tetto e una finestra vista lago ai nonni, santi, che mi/ci sopportano in questi ultimi giorni in tre e primi in quattro.
Così, con una bimba nella pancia che non vuole uscire, ho pescato questo libro di biografie a fumetti di donne straordinarie, che hanno lasciato un segno, chi nelle Scienze, chi nella musica, nella politica, nello sport, nell'arte. 
Tutte donne, l'ultima delle quali legatissima alla mia bella Venezia. Che sia di buon auspicio?

Bei disegni, dialoghi chiari nonostante fossero in francese, me lo sono goduto, e ho conosciuto molti personaggi interessanti di cui ignoravo l'esistenza. In questo volume, che è il secondo, si parla di: Temple Grandin, Sonita Alizadeh, Cheryl Bridges, Thérèse Clerc, Betty Davis, Nellie Bly, Phulan Devi, The Shaggs, Katia Krafft, Jesselyn Radack, Hedy Lamarr, Naziq al-Abid, Frances Glessner Lee, Mae Jemison, Peggy Guggenheim.
Ora non mi resta che leggere il primo, prima o poi lo troverò.

22 agosto 2019

In Spagna

Cameretta, buio, ora della nanna. Una sirena, neanche troppo lontana.
T: Mamma dove va la polizia?
Io: Non lo so.
T: Ma raccontami...
Io, cercando di inventarmi uno di quegli incidenti tanto amati dai treenni, spettacolari, ma non troppo gravi, per non turbare i sogni che verranno: Ci deve essere un problema con la metropolitana, si è rotta una porta. Adesso sta andando la polizia a controllare, ma presto arriveranno i pompieri a mettere tutto a posto
T: I pompieri (sospiro sognante)... ma cosa dici mamma, magari i pompieri arrivano, arrivano, arrivano, SU UN TRENO DEI POMPIERI! (occhi sbarrati che brillano nonostante sia buio pesto)
Io, assecondando il sognatore, ma cercando di contenere l'eccitazione montante: Beh, sì, può essere ...
T: E magari poi arriva anche un TRENO DELLA POLIZIA!!
Io, tentando ancora di mantenere la situazione sotto controllo: Sì, sì, ma poi risolvono il problema e vanno tutti a casa che è tardi
T: E magari poi arriva anche un TRENO DELL'AMBULANZA!!!
Io, decisa a bloccare questa spirale di eccitazione: Eh no, ma i treni ambulanza non esistono
T: Qui no, ma in Spagna...


In Spagna? 
A volte mi chiedo che idea di geografia abbia in testa, il mio povero bimbo olandelvetico che però è italiano, mi piacerebbe tanto disegnare il suo mappamondo.
Forse allora si capirebbe perché i treni ambulanza qui in Svizzera non esistono, ma in Spagna, a quanto dice lui, che di treni, giuro, se ne intende, invece sì.

20 agosto 2019

Microrecensione #161: "La vera storia del pirata Long John Silver" di B. Larsson

27/06/2019 - 07/07/2019 "La vera storia del pirata Long John Silver" di B. Larsson.
Credevo, forse ci speravo, ecco, che la mia bimba nascesse mentre leggevo questo libro: un po' per la data di scadenza, che era in giugno, in teoria, un po' per tutto il mare e l'avventura che ci ho trovato dentro. 
Un libro consigliatomi dalla mia mamma, e in effetti da leggere obbligatoriamente se si è rimasti affascinati dall'Isola del Tesoro, se si leggono volentieri le storie di protagonisti complicati, costruiti con cura, solitari, difficili, marinai, se si vuole leggere di pirati, di storie raccontate nelle bettole dei porti inglesi, di un po' di Storia, d'amore, di vita e di morte tra le onde indifferenti.

Invece no, lei, la bimba, ha aspettato che il caldo passasse, e io ho finito il libro con i piedi nell'acqua della piscina, aspettando pure io che il gran caldo passasse, rifinendo le sue manine, i suoi piedini, il suo nasino tondo, e godendomi senza interruzioni le avventure di Long John.

Larsson si è dato un compito davvero arduo, a completare quelle pagine che Stevenson aveva lasciate bianche e a rispondere alle domande che tutti ci siamo fatti quando abbiamo visto il buon vecchio Long John sparire. Credo ne sia stato all'altezza: ha dipinto Silver come un uomo così straordinario da risultare in ultima analisi perfettamente realistico, e mi ha assolutamente convinto che sì, è andata proprio così e in nessun altro modo. Sembra quasi sia riuscito in qualche strano modo a farsi raccontare la storia direttamente da Stevenson, lui che il suo personaggio lo conosceva bene, e a scriverla, a distanza di più di 100 anni, per noi, e per me, che con i piedi a mollo e una pancia smisurata, ho sognato il Caribe e una traversata atlantica a bordo di un vascello pirata. 

 

11 agosto 2019

Un mese.

È in un mese che ho imparato che si ha il secondo figlio quando si è pronte per un livello successivo di tutto. Si allatta il primo figlio con calma e concentrazione, così si impara ad allattare davvero con il cuore, e per fortuna non si scorda, un po' come andare in bicicletta, perché l'allattamento del secondo, quello sì è la vera sfida. In un mese la piccola A. ha mangiato mentre io, tra le tante attività e in ordine di difficoltà:
- leggevo un libro a T.
- vestivo T.
- cercavo di fare in modo che T., saltante sul divano a fianco a noi, non cadesse sopra A.
- costruivo camion di Lego

- gonfiavo e giocavo con un palloncino
- leggevo un libro a T. mentre nella stanza altre persone parlavano (d'altro)
E non sarebbe così importante se in questo primo periodo non si allattasse così tanto - cosa che invece avevo scordato.

Così l'ultima poppata della sera, quella fatta nella penombra, quando T. ormai dorme, e A. mangia per inerzia, con gli occhi chiusi e il respiro già lento, con Subirotamic seduto accanto a noi a farci compagnia, nel silenzio o nel rumore rassicurante di pioggia dei temporali di queste serate d'estate, ecco, quella, è uno dei momenti più belli di questo ultimo mese.
C'è stata tutta una giornata per rincorrersi, tra giochi, poppate, libri, pisolini, pranzi, cene, e discussione e domande e "perché", e ora siamo solo io e la mia bimba, nel nostro nido, e da qui io prendo le forze per la giornata che verrà domani, e lei quelle per tutta la vita che le corre incontro.


01 luglio 2019

Microrecensione #160: "Ogni riferimento è del tutto casuale" di A. Manzini

18/06/2019 - 26/06/2019 "Ogni riferimento è del tutto casuale" di A. Manzini. Il libro parte già bene, essendomi stato recapitato a sorpresa nella cassetta delle lettere da una carissima amica. Per farmi un po' di compagnia in questo ultimo mese di attesa, un libro formato tascabile da portare ovunque. E così obbedisco e lo porto con me, in questi giorni di tanta pancia, tanto caldo e tanta piscina, dopo le mie vasche e con il pancione all'ombra, un libro piccino è proprio quello che ci vuole. Purtroppo però così finisce subito!
Sarà anche perché è davvero godibile, un manciata di racconti intorno al mondo dell'editoria italiana, divertenti, acuti, spassosissimi, me li sono davvero letti tutti d'un fiato.
E pensare che ci lavoro pure, nel mondo dell'editoria. Poi penso, purtroppo è un'editoria di tipo diverso. Purtroppo, o forse, dopo aver letto questo bestiario, per fortuna? 

28 giugno 2019

Microrecensione #159: "Crooner" di K. Ishiguro

16/06/2019 - 17/06/19 "Crooner" di K. Ishiguro con illustrazioni di Bianca Bagnarelli. Un racconto malinconico e distante, ambientato a Venezia ma non veneziano, una notte, ricordi, un amore che forse c'è stato e adesso deve finire. Una Venezia da cartolina triste, un riflesso sull'acqua, una gondola silenziosa, due uomini che si raccontano e suonano una serenata inattesa, perfetta, probabilmente l'ultima.
Un racconto triste, tristissimo, se ci pensiamo un po' su. Per fortuna un racconto breve e che viene da una cultura così distante che l'acqua dei canali nera, la notte, vischiosa, non fa neanche a tempo a rubare il sonno, che è già finito.
Le illustrazioni impreziosicono l'edizione, ma ho letto le linee nette e rette come specchio del romanzo, fatto di pensieri tagliati con sicurezza, lontani dal mio sentire, lontani dalla Venezia magica dove tutto invece è possibile, che è poi quella vera.

20 giugno 2019

Microrecensione #158: "A che punto è la notte" di Fruttero & Lucentini

22/04/2019 - 16/06/2019 "A che punto è la notte" di Fruttero & Lucentini.
Con la lentezza che mi caratterizza nel terzo trimestre di gravidanza, mi muovo piano, cammino piano, dormo piano, leggo piano, ecco finito un libro che una persona normale avrebbe dovuto leggere in molto meno. È che in questo periodo d'attesa il tempo si dilata, il sonno pure, e al contrario le pagine lette la sera prima di crollare diventano sempre meno. Così non badate che a leggere questo giallo io ci abbia messo 2 mesi, voi ci metterete molto meno. Perché è costruito ad arte, scritto benissimo, la storia raccontata con stili e prospettive diverse, parla di Torino, della Fiat, d'amore e di preti eretici, di mafiosi buoni, e meno buoni, e di poliziotti soli.
Capite da voi che una persona normale la legge più in fretta, una storia così. 
È solo perché io ero contemporaneamente occupata a fare piedini, manine, gambette, ecco, io ero distratta da questo, e così ci ho messo tanto.
Bastava attendere una notte in cui tanto non si dormiva comunque, perché T. vomitava, e l'amorevole marito mi impediva di espormi ai pestiferi effluvi del malatino, e il libro si è finito tutto di un fiato, che era anche ora.

17 giugno 2019

Un'attesa a metà, un'attesa doppia.

È sgranando i giorni sul calendario, e i chili sulla bilancia, che siamo arrivati a giugno. Ultimo mese di attesa prima di conoscere questa nuova bimba, lei che è già parte della nostra quotidianità, che ha già ricevuto tanti baci da suo fratello, che arriverà di qui a poco, come inesorabilmente sta arrivando l'estate anche fra i monti, il cielo più azzurro, il sole più caldo.
Se penso all'ottobre quando doveva arrivare T., ne ricordo solo dei dettagli. Essere a casa dal lavoro un mese prima del termine, le passeggiate sulle dune, il tempo che passava piano, il tempo da riempire di libri, ricette, e ago e filo. Il vento, e il silenzio dell'Isola.

Cappello per T.
Questo giugno, invece, è una specie di attesa a metà. A metà perché ancora lavoro al metà, e secondo la legge svizzera continuerò a farlo fino al giorno del parto, e a metà perché la bimba già c'è, T. la porta in altalena con lui, la porta a vedere il parco in cui va a giocare con i suoi compagni di asilo, le chiede se vuole mangiare questo o quello (e risponde al suo posto), e, come già detto, la riempie di baci e coccole. C'è il chiasso dei bimbi al parco, le voci dei passanti e dei vicini che mi chiedono come va?, il rumore di fondo della città, matrimoni al lago, corse a casa a fuggire il temporale in arrivo.

Cappello per bimba.
È un'attesa a metà, o forse, invece, un'attesa doppia, perché se uso ago e filo lo faccio per due, un cappello per T., un cappello per la bimba. Perché adesso io e Subirotamic pensiamo per due, dalla logistica della casa, a quante braccia servono e serviranno per abbracciare una famiglia che cresce.

O forse, a dirla tutta, è un'attesa tripla, perché questa volta ad aspettare siamo in tre, tutti con le proprie paure, i pensieri diversi, aspettative, indecisioni, meraviglie che si preparano a nascere proprio quando, finalmente, quest'attesa finirà.




15 maggio 2019

Microrecensione #157: "I tempi nuovi" di A. Robecchi

27/03/19 - 14/04/19 "I tempi nuovi" di A. Robecchi.
Comprato all'aeroporto di Catania lasciando l'isola, mi ricordavo di aver già letto qualcosa di questo stesso autore (infatti), e di non esserne rimasta delusa. Infatti, di nuovo. Seppur nelle differenza, alcune atmosfere e alcuni personaggi mi ricordano con nostalgia il buon vecchio Pinketts dei tempi migliori, per il resto il giallo si dipana in una Milano molto realistica, tra i mondi dello spettacolo, della polizia e della malavita, più o meno organizzati tutte e tre, più o meno giuste (o sbagliate) tutti e tre.
Bello. 
Come sempre, leggere autori italiani è quello che mi piace di più. Sarà per via dei luoghi e del sentire, sarà che sembra sempre di trovarsi fra amici solo perché si parla la stessa lingua e si hanno fatte le stesse scuole e si è cresciuti dentro le stesse regole, o sregole.
Sarà perché da oltre il confine si riescono a vedere cose bellissime, sia di qua che di là, in entrambe le parti, cosa molto difficile se si rimane sempre dalla stessa.

08 maggio 2019

Microrecensione #156: "Never split the difference - Negotiating as if your life depended on it" di C. Voss

10/02/2019 - 31/03/2019 "Never split the difference - Negotiating as if your life depended on it" di C. Voss.

Scorrendo la mia biblioteca passata si vedrà che non sono di certo amante di questo genere di libri, saggi di aiuto nel comportamento quotidiano scritti da americani, se poi vi dico che questo libro in particolare era stato consigliato dalla CEO della mia azienda e regalato gratis a tutti, vi potete immaginare l'animo con cui l'ho iniziato.
Ma in fondo, a un libro gratis, non si dice mai di no, non si sa mai.
E forse è questo che l'ha salvato, iniziato con le aspettative più basse possibili, alla fine, il libro mi è piaciuto, interessante e di scorrevole lettura, una vera e propria sorpresa.
Niente di illuminante, per carità, ma l'autore, ex agente dell'FBI, mette un po' di ordine in alcuni atteggiamenti di buon senso che si possono adottare quando si ha a che fare con l'altro, e, come quasi sempre e in quasi tutte le situazioni, bisogna negoziare.
Mette in ordine i concetti, dà loro un nome di tecnica, e fa vedere come una combinazione attenta delle varie tecniche può effettivamente funzionare. Cose che magari molti fanno già senza sapere perché funzionano (per esempio quando al parco T. non vuole schiodarsi dallo scivolo e andare a casa, e gli si dice: "vabbè io vado", e ci si avvia con gli occhi sbilenchi nel tentativo di sbirciare la sua reazione), sono descritte e spiegate in termini di comportamenti umani generali (nella fattispecie, siamo più inclini a reagire a una possibilità di perdita, che a una possibilità di guadagno). 
Insomma, fa un buon punto della situazione e un buon elenco di tecniche, e mi ha convinto essere una buona risorsa a cui attingere, di tanto in tanto. Ovviamente avendo il tempo di prepararsi prima. Ma a volte, in fondo, lo si ha, e lo si spreca concentrandosi su aspetti secondari della "negoziazione".
Il tutto, intervallato da racconti di vari episodi della vita dell'autore come negoziatore di ostaggi internazionali, successi e fallimenti che hanno di mezzo la vita delle persone.
Cosa che per fortuna non accade nelle mie negoziazioni quotidiane, che quindi mi danno e daranno la possibilità di provare consciamente queste tecniche, che anche se non funzionano, vabbè, non è poi così grave.

 

02 maggio 2019

In Sicilia

Era da tanto che non lasciavo la terraferma per un'isola che non fosse la Gran Bretagna. Un'isola che sa di isola, di mare, di pescherecci e di catene arrugginite dal sale. Un'isola di coste alte sul mare, dorate, ma anche sabbiose e battute dal vento, come fossimo ancora a Texel, o quasi.

Invece ora viviamo in mezzo, sul bordo di un lago che a volte quasi ci si dimentica che non è salato, ma non lo è, e un po' di mare ci voleva.
Un po' di mare, di cannoli, di pistacchi, e di insalate di arance.

Ed è il nostro primo viaggio in quattro, o in tre e mezzo, diciamo, e anche quello ci voleva.

Eccovi quindi un po' di foto, perché dai viaggi si portano a casa quelle, oltre alle avventure, che poi, in tre e mezzo, cominciano davvero a moltiplicarsi, e se poi ci si mette di mezzo un vulcano...

Attesa aeroportuale.

Aci Trezza

Etna, passeggiata dal Rifugio Citelli.

La Norma, a Acireale.

Il mare di Aci Castello.

Saracinesca di Siracusa.

Il mare di Marzamemi.

Verso Ragusa Ibla.

Ragusa Ibla, la piazza.

L'Orecchio di Dionisio, Siracusa.

 



Etna, a spasso fra i crateri del 2002.

26 marzo 2019

Minuscoli drammi/57: La mensa.

- Com'è andata oggi all'asilo? cosa avete mangiato?
- Ho mangiato patate e carne con una specie di polvere.
- Di che colore?
- Verde.

Lo so, sono una pavida, ma non ho avuto avuto coraggio di investigare ulteriormente, né di andare a controllare il menù dell'asilo. 
Stiamo tutti bene, quindi a posto, e alla polvere verde non ci pensiamo più.

19 marzo 2019

Gita a Londra.

Da brava espatriata con bimbo, le cui ferie sono principalmente l'occasione di tornare "a casa, dai nonni", con la famiglia al seguito, mi sono recentemente fatta un regalo: un weekend a Londra, solo per me.

Come da manuale, alla partenza del mio lungamente atteso weekend londinese senza T. né Subirotamic, lascio il primo con febbre alta e tosse, e il secondo, malaticcio, a prendersi cura del primo. Ma dalle leggi universali non si scampa, quindi, accettato unanimamente che diversamente da così non poteva andare, prendo finalmente quell'aereo e mi ritrovo a Londra.

E si vede che me lo meritavo, perché ci ho trovato pure il sole, cosa che lì non avevo mai visto.


Ad ogni modo riesco ancora per una volta ad andare a Londra evitando quasi tutte le cose che un turista dovrebbe fare a Londra, ma standoci molto bene, quindi tutto a posto, no?
In fondo verrà un giorno, mi dico, che andrò a visitare il British Museum, o quelle cose lì da vedere, verrà.

Questa volta invece si è visitati un bel numero di ristoranti, indiani, cinesi, e pub. Si è passeggiato chiacchierando tra quartiere residenziali, il parco di Hampstead Heath, e poi lungo il canale, fino a Little Venice, Nottinghill, Portobello Road, si è andati al teatro Criterion a vedere una commedia, e a morire dal ridere.

Eccone un breve resoconto fotografico, come da gentile tradizione per i miei viaggi nelle grandi capitali.

Casa londinese, uno dei molteplici caminetti. Si vede che ha sempre fatto freddo, qui.


Casa londinese, scale.

Il teatro Criterion, il sabato sera.











Chinatown, il sabato sera.


Piante grasse alle Clifton Nurseries, un posto bellissimo!
Che poi, alla fine, sola sola non ero, altrimenti non avrei preso una birra analcolica. Buona però. 




12 marzo 2019

Una collana

Ultimamente T. torna a casa dall'asilo con sempre più disegni o cosiddetti "lavoretti", fatti di pasta cruda, pon pon e ritagli di giornale appiccicati precariamente ad un foglio. In questa circostanza i genitori, colti nel vivo della loro genitorialità, falliscono miseramente nello stimare in modo ragionevole il valore artistico e affettivo di questi manufatti, il che risulta in un accumulo spropositato di fogli e materiale di riciclo vario sopra ad un mobile in camera del suddetto artista - chiamiamolo così. A dir la verità non è questo di cui volevo parlare oggi, ma una soluzione a tutto questo bisognerà trovarla, prima o poi.
Quello di cui volevo parlare, invece, è di quando, l'altro giorno, il giovane è tornato a casa tutto contento perché aveva fatto non uno, ma ben due lavoretti, nella fattispecie non una, ma due collane, "questa per la mia mamma, e questa per la mia bimba".

La sua bimba nascerà a fine giugno, e lei ancora non lo sa, ma ha un fratello dolcissimo che già le costruisce collane di cannucce tagliate, e che le insegnerà tutto quello che sa.
La sua bimba è molto fortunata, lei ancora non lo sa. O forse sì?
Quella pila di fogli, pasta, ritagli di stoffa e materiale non identificato, a dir la verità, non so che fine farà, ma non credo rimarrà ancora per lungo su quel mobile. 
La collana di cannucce, invece, l'ho messa tra i miei gioielli, perché credo poche cose siano più preziose di lei.
A momento debito, la consegnerò alla legittima proprietaria.

05 marzo 2019

Microrecensione #155: "Fate il vostro gioco" di A. Manzini

04/02/2019 - 09/02/2019 "Fate il vostro gioco" di A. Manzini.
Continuo con i gialli di Rocco Schiavone, ormai li leggerò tutti di seguito. Aosta, un casinò in perdita (ma allora non siamo messi male solo a Venezia!), un omicidio di cui non si è capito il movente, ma si è scovato l'assassino, o forse neanche quello? Questa volta in bus oltre a ridere ho anche pianto con i lacrimoni a bagnare le pagine, perché, oltre alle indagini, la vita tragica del vicequestore va avanti, nonostante tutto.

26 febbraio 2019

Microrecensione #154: "La costola di Adamo" di A. Manzini

25/01/2019 - 03/02/2019 "La costola di Adamo" di A. Manzini. 
Continuano per me le indagini di Rocco Schiavone, questa volta invischiato in un caso di quasi femminicidio aostiano. Un vicequestore po' Robin Hood, un po' più buono di quello che mi aspettavo, ma va bene così. Sia la storia che tutti i personaggi sono sempre costruiti, e raccontati, in modo piacevolissimo. Prova ne è il fatto che in autobus, la mattina presto, andando al lavoro, sono l'unica a mettermi ridere così forte (e sì, è un giallo che parla di un orrido delitto, ma a tratti è davvero difficile trattenere le risate).

22 febbraio 2019

Minuscoli drammi/56: Tisane trilingui

E dopo una giornata di lavoro, asilo, autobus, metropolitane e tramonti arancio sul lago, quando T. è a letto, e anche l'orologio smette di fare tic tac, è bello accovacciarsi sul divano con una tazza fumante fra le mani, una tazza che profuma di lavanda, tiglio, e ... lascia verbi limone (e ben il 10%, ce n'è).

Riesce a sorprendermi ancora, dopo ormai 3 anni in terra neutrale, il fantomatico trilinguismo svizzero.


19 febbraio 2019

Microrecensione #153: "Pista nera" di A. Manzini

13/1/2019 - 24/01/2019 "Pista nera" di A. Manzini.
Dopo aver letto per primo l'ultimo della serie, eccomi a ripercorrere, questa volta in ordine cronologico, le avventure del vicequestore Rocco Schiavone, partendo dall'inizio, dal primo omicidio su cui investigare ad Aosta, dopo il trasferimento da Roma.
Un giallo perfetto da leggere in questa stagione invernale, spolverata di neve qua e là, circondati da montagne e da sciatori, perché in fondo Aosta è solo un passo al di là di questi bei monti di nuvole e ghiaccio.

14 febbraio 2019

In memoriam: Walter Munk 1917 - 2019

Mi permetto di riproporre in questi giorni un mio vecchio post che dedicai, un po' di anni fa, a Walter Munk.
In memoria di questo grande scienziato, e amico, del mare.

12 febbraio 2019

Microrecensione #152: "L'enigma di Einstein" di J. Rodrigues dos Santos

25/12/2018 - 12/01/2019 "L'enigma di Einstein" di J. Rodrigues dos Santos.
Ecco cosa succede ad avere un marito che mi conosce bene, e che mi regala libri che io non ho il coraggio di comprare, ma che alla fine mi divertono molto.
Questo qui, della serie romanzi a metà tra scienza, religione e complotto, ha tutti gli elementi giusti: Einstein, l'Iran, il nucleare, la storia d'amore passionale e scontata, il difficile rapporto del protagonista con il padre, gli Ebrei, l'Islam, l'intreccio tra scienza e una religione qualsiasi a scelta, chi più ne ha più ne metta. L'autore ha provato a toccarle tutte, le parole chiave di questo tipo di romanzi, con un risultato a metà tra lo stucchevole e il comico. L'edizione (Newton Compton) poi è abbastanza imbarazzante, con molti errori di traduzione e a volte di impaginazione. Ma tutto sommato mi son divertita a leggerlo, non solo, ma anche per merito dei commenti altisonanti sulla quarta di copertina disattesi in modo così disarmante da sfiorare il ridicolo. Se tenete le aspettative basse, e lo leggete con lo stesso spirito con cui vi accovacciate sul divano a vedere un film d'azione su rete 4, non vi deluderà. 

«Una sorta di big bang letterario. Potrebbe forse essere questo il libro di cui la letteratura ha bisogno? L’autore ci seduce con questo suo viaggio universale sin dal primo capitolo. Umberto Eco ha fatto lo stesso con Il pendolo di Foucault
Diário de Notícias

Risposta: No.

06 febbraio 2019

Microrecensione #151: "L'Isola del Tesoro" di R. L. Stevenson

21/11/2018 - 12/12/2018 "L'Isola del Tesoro" di R. L. Stevenson. 
Finalmente ho colmato questa lacuna!
Pirati misteriosi, armatori speranzosi e ingenui, tesori, mappe, rotte oceaniche e ammutinamenti, avventure nella giungla, negoziazioni a filo di spada, lotte all'ultima lama su ponti inclinati di navi spiaggiate in paradisi tropicali. Cosa chiedere di più da un libro? 
Pensare poi che questo libro ha ben più di 100 anni è davvero bellissimo (è del 1883). In 100 anni, le esigenze dei lettori, o almeno, di alcuni lettori a me simili, non sono cambiate di una virgola. Quando diciamo che questa o quella nuova tecnologia sta rivoluzionando la lettura, o addirittura l'annienta, e che i lettori non sono più come quelli di una volta, o altre scempiate simili, ecco un bell'esempio di come l'animo umano, in fondo, nonostante gli schermi che può avere davanti, non cambi poi di molto, e che da Ulisse in poi, una bella avventura di mare non la disdegni nessuno. Sono sicura che anche T., non appena potrà leggere Stevenson, non ne rimarrà deluso.