01/08/2017 - 18/082017 "Ferito a morte" di R. La Capria.
In una pausa tra le mie stentate letture in francese, un
romanzo così ci voleva proprio. Un lungo monologo di voci diverse, ma
tutte a raccontare la stessa vita, la stessa compagnia di amici nelle
estati napoletane del dopoguerra. I cambiamenti della società, della
città, di loro stessi e dello scintillio del mare sotto il sole, sullo
stesso piano, come avessero la stessa importanza, come è giusto che
sia.
Un monologo non sempre facile da seguire, un flusso
di coscienza intimo e universale, che più che da capire è da ascoltare,
come la risacca del mare, come il ronzio che si sente sott'acqua, come il brusio della folla, che
culla, ipnotizza.
Tra le righe poi, e caro a me,
anche il racconto di un espatrio, da Napoli a Roma (e a Milano), perché i
chilometri non valgono niente, vale solo essere altrove.
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