È più forte di me, l'ho già detto tante volte, quando vedo questi scaffali di scambio libri, non resisto, e cedo immancabilmente alla tentazione di portarmene a casa uno. Spesso rimango delusa, a volte mi arrabbio (con l'autore? con me stessa per averlo fatto di nuovo? con i lettori a cui il libro invece è piaciuto? chissà), e altre volte, invece, rare, mi va bene. Questa volta si trattava dello scaffale di scambio libri alla scuola di lingue a cui mi sono recentemente iscritta. È una scuola di francese, ma anche di inglese e tedesco, e i libri scambiabili sono in tutte queste lingue. Ed è proprio in mezzo a questa babele che mi è andata non bene, ma benissimo. Certo, un pochino ho barato, conoscendo già l'autore dai tempi di "Alta fedeltà" e di "Come diventare buoni", e sapendo di avere proprio bisogno di un romanzo. Un romanzo dall'humor inglese. Dalla storia strampalata ed estrema, ed inattesa, ma anche verosimile, e delicata, e vicinissima, soprattutto in questi giorni di passaggio tra gli enta e gli anta, come una storia che ti potrebbe raccontare una vecchia amica in una lunga serata al pub.
Uno di quei libri in cui si ride e si piange, e a volte si fanno entrambe le cose, rumorosamente. Un libro perfetto per distrarsi dal Natale che arriva con tutte le sue luci e le sue malinconie.