17 settembre 2025

Microrecensione # 255: "La Biologie pour les Nuls" di O. Dautel e J.-Y. Nogret

 30/04/2025 - 06/06/2025 "La Biologie pour les Nuls" di O. Dautel e J.-Y. Nogret.

Da quando ho concluso gli studi, se mai gli studi si possono concludere... Ricominciamo. Da quando ho concluso gli studi ufficiali, che dopo il dottorato le scartoffie da rincorrere sono finite, in Fisica, mi sono accorta della Biologia. Forse perché sono diventata mamma? Forse perché crescendo e invecchiando mi sono abituata, o meglio, ho cominciato ad accettare, cose, e perché no, scienze, meno esatte? Non lo so, ma questa fetta enorme di sapere umano, tanto studiata da frotte di studenti e studentesse, da cui forse proprio per questo, o per mancanza di esposizione, sono sempre fuggita, ha cominciato ad incuriosirmi. O forse ho solo cominciato davvero a vergognarmi della mia sconfinata ignoranza in materia...

Ad ogni modo, da un po' avevo chiesto in giro a amici e conoscenti suggerimenti di libri di Biologia con cui iniziare un percorso di avvicinamento. Non troppo accademici, per poter essere approcciati da una come me, ma neanche troppo banali o riduttivi, da risultare noiosi o incompleti. Non avevo ricevuto nessun consiglio. 

Così, forte di un po' di tempo a disposizione, e una fornita biblioteca di quartiere, mi sono dedicata del tempo a scegliere qualcosa da cui iniziare. E la scelta è stata in effetti facile. Non avevo mai letto né considerato questa serie ormai famosa dei "...pour les Nuls", analoga della serie italiana "...for Dummies", ma dalla quarta di copertina, e da qualche occhiata alle pagine e alla struttura dei capitoli, mi è sembrata proprio fare al caso mio. 

Il formato non è comodo da leggere a letto (troppo grande e pesante!), ma il contenuto, in effetti, era proprio quello che cercavo. In questa edizione Francese, la biologia è spiegata soprattutto nell'ottica dell'evoluzione della vita sulla terra, dalle prime cellule alle piante e animali come li conosciamo. Mi manca ancora qualche capitolo, e ho qualche sezione sicuramente da rivedere per capirla meglio, intanto il libro l'ho restituito alla biblioteca, dopo un prestito allungato di qualche settimana, ma lo riprenderò presto.

L'approccio mi è tanto piaciuto che ho invece già comprato l'edizione inglese, "Biology for Dummies" di R. Fester Kratz, che mi pare invece prendere più il taglio dal punto di vista della micorbiologia e dei vari meccanismi cellulari. Vi farò sapere, ma ora capisco perché questa serie abbia così successo: l''ho trovata davvero un ottimo modo per cominciare a infarinarsi con una materia o un argomento che non si ha mai davvero studiato a scuola e che invece, perché no? Gli studi, davvero, non finiscono mai...

10 settembre 2025

Microrecensione #254: "The Miniaturist" di J. Burton

 28/04/2025 - 06/05/2025 "The Miniaturist" di J. Burton

Avevo bisogno di un libro che fosse leggero: nel formato, da mettere in zaino e portare in giro facilmente, in questi giorni post-operatori di pochi spostamenti e molte attese, e nel contenuto, per una voglia di romanzo e di storie che ti trasportano altrove, perché, a volte, si ha voglia di viaggiare anche quando non si può. 

Così passando in biblioteca a riportare un libro di ricette di Dragon Ball (?? a volte mi diverto a pensare a cosa mai pensi chi vede la lista dei libri che prendo in prestito... spero che a controllare i miei prestiti non sia solo l'intelligenza artificiale, di questi tempi, non si sa mai, ma che una persona in carne ed ossa, si possa fare, onestamente, due risate), ecco selezionato dallo scaffale di libri in lingua inglese questo librino dal taglio cinematografico.

Motivo principale per averlo selezionato: il formato tascabile, e il fatto che è ambientato ad Amsterdam intorno al '600, che, bisogna ammetterlo, è spesso una buona ambientazione per storie di ogni tipo.

Dopo un inizio forse un po' lento, confermo l'impressione avuta dal semplice soppesare il libro e rimirarne la copertina. Per fortuna, nessuna sorpresa: una storia avvincente, qualche colpo di scena, un'eroina assolutamente anacronistica con cui ci si relaziona facilmente, un po' di magia, la Compagnia delle Indie, una tensione tra donne che poi si rivela provvidenziale complicità, un uomo di casa burbero dal passato e presente misteriosi, la domenica a messa, un parto in casa, etc etc, avete capito il genere. Romanzo in costume godibilissimo e che ha risposto perfettamente alle mie esigenze del momento. Ma se cercate un capolavoro della letteratura, o delle grandi verità, ecco, cercate pure altrove.

03 settembre 2025

Microrecensione #253: "Yellowface" di R. F. Kuang

 22/04/2025 - 26/04/2025 "Yellowface" di R. F. Kuang

Essere in convalescenza, ha anche i suoi lati positivi. Improvvisamente, c'è il tempo di cucinare, di fare qualche lavoretto, e qualche chiacchiera, vicina o lontana. E addirittura, tra amiche, c'è il tempo di scambiarsi consigli di lettura, cosa che non avveniva da molto.

Così, libro consigliato, libro recuperato e presto libro letto, che chi ha tempo non aspetti le notti per leggere, ma legga quando può: sul divano, in terrazza, su una panchina, sotto il sole o sotto la pioggia. In questo periodo di deambulazione difficile, le attese sono all'ordine del giorno, e i libri i miei migliori amici.

Trovato facilmente in biblioteca in lingua originale (inglese), un libro così ... moderno, non l'avevo mai letto. Un thriller editoriale nel vero senso della parola, che parla di Twitter, in cui leggiamo email, e in cui leggiamo di drammi virtuali ripercuotersi e intrecciarsi con drammi umani e realissimi. Un'ambientazione che di primo acchito suona strana, quasi fuori luogo per la carta stampata, ma a cui ormai forse farei meglio a rassegnarmi, ed ad abituarmi, perché questo è, in una qualche misura, il mondo che abitiamo. Ma è un libro che parla anche di ambizione, di radici, di legami, di essere dentro o fuori una comunità, di lavoro, e della linea sottilissima che a volte divide creatività, appropriazione, e successo. Ed è un libro, devo dire, riuscitissimo, con una protagonista  di un'umanità dipinta perfettamente, nella sua fragilità, nei suoi errori, nella sua follia, e nel suo dramma legato indissolubilmente al destino segnato dalle prime pagine della storia. Ed è forse, soprattutto, un thriller, costruito perfettamente per farvi divorare le pagine una dietro l'altra, credo mai un lavoro di copy editing sia stato seguito con cotanta palpitazione. Vi ho avvertito.


23 maggio 2025

Microrecensione #252: "Alma" di F. Manzon

15/04/2025 - 19/04/2025 "Alma" di F. Manzon

Vincitore del premio Campiello 2024, l'avevo chiesto a Babbo Natale perché avevo letto che parlava di Trieste. Non ne sapevo altro. E che sorpresa!

Dopo una serie di libri piacevoli, per carità, sono stata così contenta di leggere un libro bello, bellissimo, dalla trama, ai personaggi, alle semplici parole. Un libro di guerra, di famiglia, e di amore, come tutti i grandi libri, d'altronde, non se ne scampa. Una guerra che tendiamo a dimenticare, o a voler mettere in parte, una famiglia che riassume 50 anni di Storia, un amore magari non spettacolare, ma umano, ferito, profondo. Un libro di luoghi a cui sono affezionata, per una ragione o per un'altra: Trieste, le isole croate con l'Adriatico scintillante intorno, i Balcani, con le sue capitali piene di Storia e di cemento, i suoi fiumi verdi, i ponti che cadono sotto le bombe.

Per fortuna ero in convalescenza, con tanto tempo da passare orizzontale, perché è un libro difficile da posare sul comodino. Un vero lusso leggerlo durante il giorno, con un caffé a fianco, aspettando di guarire. 

20 maggio 2025

Microrecensione #251: "Orgoglio e pregiudizio" di J. Austen.

 10/04/2025 - 14/04/2025 "Orgoglio e pregiudizio" di J. Austen.

Il mio primo audiolibro! Onestamente non riesco ad immaginare, per come è fatto il mio quotidiano,  una situazione diversa in cui ascoltare un libro se non essere spiaggiati per qualche giorno su un letto d'ospedale, ma dato che appunto, in questi giorni, ero proprio spiaggiata su un letto d'ospedale, devo dire che mi sono goduta appieno il lusso di chiudere gli occhi e di avere qualcuno là, sempre disponibile a raccontarti una storia. Ammetto anche di essermi addormentata parecchio, tra un capitolo e l'altro, un ballo, un té, e alcuni passaggi sono sicura di averli ascoltati più di una volta, ma immagino sia normale, tra audiolibri e antidolorifici? 

Oltre ad essere stato veramente comodo avere un audiolibro in questi giorni sospesi, la scelta del libro in sé è stata fortunata: coinvolgente ma non troppo, senza dubbio di piacevole ascolto, non foriero di cattivi pensieri o ombre a intaccare un già instabile umore ospedaliero. Un libro neutro, un vero e proprio passatempo, e letto soprattutto per cultura generale, che alla veneranda età di -anta anni, ancora non avevo letto niente di Jane Austen. Si poteva? Apparentemente no, così sono corsa ai ripari. 

Non posso dire di essermi appassionata al genere, ma ho apprezzato di poter leggere pensieri e esperienze di prima mano sull'argomento. Soprattutto ho apprezzato lo spirito ironico dell'autrice su persone e avvenimenti, capace di trasmettere sorrisi e sguardi complici tra le righe, contagiosi a distanza di 200 anni e pure attraverso i suoni tristi e alieni di un ospedale.




07 maggio 2025

Microrecensione #250: "Storia della bambina perduta" di E. Ferrante

 21/03/2025 - 29/03/2025 "Storia della bambina perduta" di E. Ferrante.

Preso in prestito alla biblioteca, e letto di fretta, un po' perché un libro in prestito ha sempre una scadenza, un po' perché è per me momento di chiusure, e un libro con una storia così ingombrante è un libro che non voglio avere in sospeso. E sicuramente anche un po' perché la scrittura ti costringe alla fretta, non ti lascia tregua, inanellando pagina dopo pagina drammi familiari, sociali, politici, individuali, collettivi, drammi su drammi, tensioni, morti ammazzati e lotte interiori, che non si può far altro che precipitarsi a finirlo.

E finalmente ci sono arrivata, a queste ultime pagine. La storia è più o meno conclusa, e io sono soddisfatta: soddisfatta di aver letto l'intera saga (qui, qui, e qui i volumi precedenti), soddisfatta perché in effetti la scrittura, il ritmo, la costruzione del romanzo è davvero fatta bene, ma soddisfatta, forse soprattutto, di poter finalmente chiudere con questa storia e tirare un sospiro di sollievo. 

In realtà la saga la consiglio, ma solo se non avete altri pensieri per la testa che coinvolgano lavoro, diventare grandi, carriere, vocazioni (o mancanza di), figli, salute, famiglia, sradicamento e o attaccamento da e ai luoghi, politica in generale, e la lista potrebbe continuare ancora per molto. Se già ne avete di vostri, di pensieri, fatevi un favore, leggete altro, e tenete questa saga per un momento in cui siete felici e appagati, e in cui volete tirarvi un po' giù l'anima con un libro appassionante (perché sì, esistono anche quei momenti). 

30 aprile 2025

Microrecensione #249 : "L'imperfetta meraviglia" di A. De Carlo

 10/03/2025 - 19/03/2025 "L'imperfetta meraviglia" di A. De Carlo

Trovare libri in italiano nelle biblioteche pubbliche francofone dà sempre un gusto particolare, così, ero entrata per una cosa, mi sono distratta, e ho preso in prestito anche questo, ricordando vagamente che in un tempo passato qualcosa di quest'autore mi fosse piaciuto. Probabilmente il tempo passato era però così remoto, ma così remoto, da non avere alcuna influenza sul presente. A dir la verità, dubito che anche alle medie si possa apprezzare un libro così. Forse gli altri libri gli erano venuti meglio? Questo, mi dispiace darne un giudizio così perentorio, ma bene non gli è proprio venuto. Banale nei personaggi, nelle riflessioni, nelle divagazioni, nelle descrizioni delle relazioni, banale nella scrittura e nella costruzione della storia. La trama, mi ha ricordato, vagamente, quella di quest'altro libro letto di recente, e ripensandoci, è difficile identificare cos'abbia quest'ultimo, che l'"L'imperfetta meraviglia" non ha, ma il risultato è, ahimé, senza paragoni. 

Se volete un romanzo leggero, che mischi una crisi di una quarantenne sognatrice e una rockstar dal passato dannato e ribelle, che viene a patti con l'età, si dà una calmata, e riscopre cos'è una relazione vera dopo tante ex-mogli... ecco, vi consiglio senza ombra di dubbio il romanzo Hornby.


23 aprile 2025

Microrecensione #248 : "Capodanno in giallo" di Aykol, Camilleri, Costa, Malvaldi, Manzini, Recami.

 04/03/2025 - 08/03/2025 "Capodanno in giallo" di Aykol, Camilleri, Costa, Malvaldi, Manzini, Recami.

Un libro leggero in tutti i sensi, formato piccino, comprato usato in una bancarella a Venezia per 3 euro, mi ha accompagnata in un viaggio di lavoro tra Losanna e Londra. Cominciato nei ritagli di tempo in aeroporto, e finito in treno la sera del ritorno, è un libretto senza troppe pretese, un esercizio di scrittura degli autori costruito a tavolino, in cui ciascuno ha fatto vivere al suo protagonista un piccolo giallo ambientato, appunto, a Capodanno. Perfetto per una lettura spezzettata e poco impegnata come può essere quella durante un viaggio di pochi giorni tra un ufficio e l'altro. Alcuni racconti mi sono piaciuti di più, per i personaggi che già conoscevo e che mi stavano già simpatici, alcuni di meno, quello dell'Aykol non mi è piaciuto per nulla!, ma questo è il bello dei racconti brevi: finiscono presto, nel bene e nel male. Lo stesso forse si può dire anche dei viaggi di lavoro, che nel bene e nel male, grazie a Dio, sono brevi anche quelli. 



16 aprile 2025

Microrecensione #247 : "Tatà" di V. Perrin

 16/02/2025 - 26/02/2025 "Tatà" di V. Perrin.

Una tappa veneziana mi ha finalmente permesso di riappropiarmi di questo regalo ricevuto a Natale, a cui spesso pensavo dalla Svizzera, e che sapevo stare ad aspettarmi in bella mostra là, sugli scaffali nuovi, al buio. 

L'intreccio della storia è abbastanza sorprendente, intrigante all'inizio, appassionante a metà, un po' troppo forzato e artificioso verso la fine, quando tutto precipita e sia storia che personaggi sembrano prendere tratti esagerati, rispetto al ritmo più studiato e controllato della prima parte del romanzo. 

Un peccato, ma per fortuna questo tornado finale non è stato abbastanza per guastare totalmente il libro, che ho trovato nel complesso godibilissimo, una lettura "leggera" (se non siete turbati dalla sua aria da libro noir), e se non altro per la protagonista alle soglie dei quaranta, nelle cui riflessioni e pensieri e reazioni, ci si identifica facilmente. 

Probabilmente avrei dovuto leggerlo in lingua originale, in francese, ma ... c'est la vie! 



09 aprile 2025

Microrecensione #246: "LMVDM - La mia vita disegnata male" di Gipi

 15/02/2025 - 16/02/2025 "LMVDM - La mia vita disegnata male" di Gipi.

Regalo tardivo e graditissimo di compleanno, come si è detto al momento dello spacchettamento, purtroppo o perfortuna, "le graphic novel si leggono sempre di un fiato".

Così é stato anche per questa. Un'estetica riconoscibilissima, una storia triste triste triste,  ma che come ogni storia raccontata bene, ha dentro tutti i paesaggi, tutti gli intrecci, tutti i personaggi, e tutti i finali del mondo.

02 aprile 2025

Microrecensione #245 : "Storia di chi fugge e di chi resta" di E. Ferrante.

 01/02/2025 - 07/02/2025 "Storia di chi fugge e di chi resta" di E. Ferrante.

Dopo aver letto il primo e il secondo volume, non ho potuto far altro che continuare la saga. Un lato positivo di questi libri dal successo universale è che si trovano relativamente facilmente anche nelle biblioteche fuori patria, e pure in lingua originale!

Così, un sabato pomeriggio grigio, sono passata per la biblioteca centrale della città, che purtroppo in quella di quartiere è più difficile trovare libri in idiomi vari, e me ne sono uscita con il volume sotto braccio. Ormai scemato l'entusiasmo per la serie che me ne avrebbe fatto acquistare i volumi, rimane comunque la curiosità di sapere come continuerà e soprattutto come andrà a finire questa storia, e la consapevolezza che, ad ogni modo, la scrittura è innegabilmente ben studiata. 

Questo terzo volume, a tratti un po' noioso e prevedibile, come ormai sono lo diventati i personaggi, si è comunque fatto leggere in fretta. Subirotamic, nonostante del libro né dell'intera serie non abbia letto una riga, è riuscito a suo modo, di riflesso e per mio sentito dire, a farne la migliore microrecensione: un polpettone. 

Una descrizione perfetta, a mio avviso, perché in effetti, dopo lo slancio del primo libro e la creazione ad arte di personaggi e universo, ora non resta altro che far passare quest'universo attraverso gli anni e le vicende di un'Italia dal dopoguerra in poi, con tutti gli avvicendamenti politici e sociali del caso. Personaggi noti, vicende note, il risultato è appunto a tratti noioso e prevedibile, ma, come in effetti il polpettone, ancora godibile e gustoso. 

E dato che non di solo polpettone vive questa lettrice, ogni tanto, per carità, lo si può mangiare pure con soddisfazione.

Ancora un libro per terminare la serie: lo leggerò volentieri. Fossero ancora due o tre, ecco, probabilmente lascerei qualche fetta sul piatto. 

17 marzo 2025

Una mia certa idea di integrità, ovvero, dei buchi alle orecchie e di altre cicatrici.

Da piccola non ho fatto i buchi alle orecchie. Non era nella tradizione familiare, la mia mamma non li aveva, e a me, sinceramente, non è neanche mai passato per la mente di farli. Col passare degli anni ho visto le mie amiche farsi i buchi, le ho accompagnate a fare il secondo, il terzo buco nelle varie farmacie o oreficerie veneziane, ma neppure in quei frangenti mi è mai sfiorata l'idea che quella fosse una cosa per me. 

Neanche in quello strano periodo di idee campate per aria che è l'adolescenza e la prima gioventù, il pensiero mi ha mai toccata. Anzi, man mano che crescevo, una mia certa idea di integrità si faceva più definita, per cui una persona integra e tutta di un pezzo come quella che volevo essere, o diventare, non aveva certo tatuaggi, o orecchini, o trucchi, a snaturarne la forma e il suo essere originale. 

Sono passati alcuni anni da quei tempi strampalati, e questa mia certa idea di integrità è cresciuta con me. È cresciuta quando ho ricominciato a mangiare la carne dopo 10 anni, mediando la mia idea di integrità e la mia idea di famiglia, di condivisione, di educazione. È cresciuta quando ho cominciato a fare delle cose sul serio: partire, tornare, lasciare, prendere, fare progetti, impegnarsi per questi progetti, ma forse, e soprattutto, fare progetti insieme ad altre persone, che in quanto portatrici di altre certe loro idee di integrità, ha implicato inevitabilmente un certo grado di flessibilità, caratteristica non contemplata nella mia originale idea di integrità.

Eppure, è probabilmente per questa mia certa idea di integrità che non ho voluto fare anestesie quando i miei bimbi sono venuti al mondo, per presentarmi a loro com'ero, onestamente, dal primo istante. Non me ne sono mai pentita. 

Poi ho deciso di sostituire dei pezzettini di me con titanio, ceramica, ed altri materiali vari, ed è stata una piccola rivelazione: ero sempre io, nonostante tutto.

Per alcune cose della vita ci sono un prima e un dopo molto definiti, ma con il passare del tempo i contorni tendono a sfumare. Per fortuna ci sono le cicatrici a ricordarci che il tempo, e i giorni, non sono tutti uguali. Il giorno del titano è stato uno di questi spartiacque, e una cosa che mi ha insegnato è che alla fine, con o senza titanio, rimaniamo sempre noi. Non ci definiscono, ma scandiscono la nostra storia, e contribuiscono a raccontarla.

E allora, come ho una pancia morbida a scandire il prima e il dopo T. e A., come ho una lunga cicatrice a scandire il prima e il dopo titanio, perché non farsi i buchi alle orecchie, cicatrici di una scelta assolutamente non necessaria, fatta solo e puramente per avere qualcosa di bello e luccicante a cui pensare la mattina, un pensiero allegro in più?

Mi fa sorridere pensare di averci messo 40 anni a formulare questo pensiero, a prendere il coraggio a due mani, e la mia idea di integrità sotto braccio, e a farmi fare i buchi alle orecchie.

Mi fa sorridere anche che questa mia decisione sia più o meno contemporanea a quella delle coetanee di mia figlia, cinquenni, che cominciano a farsi i buchi. Probabilmente loro non li fanno con la mia stessa confusione in testa, ma molto più lucidamente: hanno in mente il luccichio dei gioielli e una scintilla di estetica rudimentale, instintiva e bellissima, puramente ed esclusivamente per loro stesse.

Sarebbe così bello se riusciressero, con questo gesto, a portarsi dietro un pezzettino di questa estetica e di questa loro gioia scintillante per tutta la vita: glielo auguro di cuore.

Per quanto mi riguarda, non solo non mi sono, a distanza di un anno, ancora pentita della mia scelta dei buchi alle orecchie, ma addirittura ho deciso che presto avrò altro titanio e ceramica ad aiutarmi a continuare questo mio percorso arzigogolato.

Perché fin qua è stato un bel percorso, cicatrici di ogni sorta e dimensione incluse. 


05 febbraio 2025

Microrecensione #244: "Il desiderio di Dio" di D. Baddiel

 07/01/2025 - 24/01/2025 - "Il desiderio di Dio" di D. Baddiel.

Babbo Natale l'ha portato alla mia mamma, e Babbo Natale glielo ha rubato poco dopo per leggerlo, dato che la mamma lo aveva già finito, questo libro sottile.

Un libro sottile, infatti, che parla però, come si può immaginare dal titolo, di un tema grande, e vasto, e universale. 

Un tema così grande, e così vasto, e così universale, che vederlo racchiuso in un libro così piccolo, potrebbe far storcere il naso a qualcuno. Quello che ho apprezzato, è che l'autore se ne rende conto, e non ha troppe pretese. È un libro serissimo scritto da un comico intelligente, un lungo monologo, che offre un punto di vista, quello dell'autore, per lui scontato, e per il lettore? Chissà, non per forza. I passaggi, logici o meno logici, saranno giudicati da ciascuno nel segreto del proprio divano, del proprio letto, sulle rive del proprio comodino.

Peccato per la traduzione, in qualche tratto un po' stonata nella sua scolasticità, il libro è ad ogni modo divertente e di piacevole lettura, e di sicuro porta a qualche riflessione, ad oguno la sua. L'universalità della domanda, e, appunto, del desiderio di Dio, rimane, anche alla fine del piccolo saggio, un bellissimo mistero, e la sua necessità di per sé certo non aiuta a schierarsi per l'una o per l'altra fazione, se davvero alla fin fine esistono fazioni contrapposte.

29 gennaio 2025

Microrecensione #243: "Storia del nuovo cognome" di E. Ferrante

 01/01/2025 - 03/01/2025 "Storia del nuovo cognome" di E. Ferrante.

Secondo capitolo della saga, dopo "L'amica geniale". L'avevo chiesto a Babbo Natale per continuare la lettura, ma mi era stato negato perché a Babbo Natale non era piaciuto quanto il primo. "Te lo farai pestare". E chi sono io per contraddire Babbo Natale? Me lo sono fatto prestare. E che dire? Aveva ragione Babbo Natale? Il romanzo l'ho letto di un fiato per ragioni logistiche (non volevo espatriare con il libro in prestito) quindi brutto brutto non l'ho trovato. Le protagoniste, ora non più bambine, si raccontano negli anni dai 16 ai 20 e qualcosa, anni difficili, anni di decisioni, di fortune e sfortune, le prime che segnano davvero la vita. Forse per questo i comportamenti tratteggiati ad arte nel capitolo sull'infanzia, sono in questo esacerbati e portati allo stremo, come lo sono i sentimenti in quegli anni, amplificati, eccessivi. Ed è forse questo eccesso, questa ripetitività se non prevedibilità, non delle situazioni, ma delle azioni e reazioni, dei pensieri e degli eccessi dell'una e dell'altra protagonista, che, lo devo ammettere, ha frenato un po' anche a me l'entusiasmo.

E allora, aveva ragione Babbo Natale? Ovvio, avevate dubbi?

Forse per questo non continuerò la saga? Giammai. Ma magari anche i prossimi, me li faccio prestare.

22 gennaio 2025

Microrecensione #242: "Ho paura torero" di P. Lemebel

21/12/2024 - 29/12/2024 "Ho paura torero" di P. Lemebel. 
Su sconsiglio di mio marito, ho letto questo libro che avevamo da un po' a casa a Venezia. Il libro, di una scrittura volutamente artificiosa e barocca come il suo personaggio principale, racconta la storia di un amore impossibile, immaginario e verissimo allo stesso tempo, tra un militante del Fronte Nazionale e una Fata dell'angolo, "travestito passionale e canterino, sartina dei quartieri alti" a Santiago, nel Cile di Pinochet. Un tema di cui so poco, un'ambientazione difficile, un umorismo tragico e appunto, una scrittura arzigogolata e, presumo, volutamente frivola. La cosa non promette niente di buono, ma sarà perché la storia è dipinta in toni cosi' crudi, e allo stesso tempo delicati, o sarà giusto per contraddire mio marito, a me il libro è piaciuto. Non è una lettura che mi sento di definire piacevole, non me la sento di consigliarlo spassionatamente. Ma se volete leggere qualcosa di "particolare", ecco, questo libro sicuramente non vi deluderà. E ha pure il pregio di non essere troppo lungo, nel caso vi rendiate conto che questo tipo di particolarità proprio non fa per voi.

15 gennaio 2025

Microrecensione #241: "Juliet, naked" di N. Hornby

23/11/2024 - 08/12/2024 "Juliet, naked" di N. Hornby.
È più forte di me, l'ho già detto tante volte, quando vedo questi scaffali di scambio libri, non resisto, e cedo immancabilmente alla tentazione di portarmene a casa uno. Spesso rimango delusa, a volte mi arrabbio (con l'autore? con me stessa per averlo fatto di nuovo? con i lettori a cui il libro invece è piaciuto? chissà), e altre volte, invece, rare, mi va bene. Questa volta si trattava dello scaffale di scambio libri alla scuola di lingue a cui mi sono recentemente iscritta. È una scuola di francese, ma anche di inglese e tedesco, e i libri scambiabili sono in tutte queste lingue. Ed è proprio in mezzo a questa babele che mi è andata non bene, ma benissimo. Certo, un pochino ho barato, conoscendo già l'autore dai tempi di "Alta fedeltà" e di "Come diventare buoni", e sapendo di avere proprio bisogno di un romanzo. Un romanzo dall'humor inglese. Dalla storia strampalata ed estrema, ed inattesa, ma anche verosimile, e delicata, e vicinissima, soprattutto in questi giorni di passaggio tra gli enta e gli anta, come una storia che ti potrebbe raccontare una vecchia amica in una lunga serata al pub.
Uno di quei libri in cui si ride e si piange, e a volte si fanno entrambe le cose, rumorosamente. Un libro perfetto per distrarsi dal Natale che arriva con tutte le sue luci e le sue malinconie.