13 ottobre 2016

Un arbre, un enfant.

Anche se T. non è nato qui in Svizzera, il Comune di Losanna non fa discriminazioni, e ci ha invitato, un po' di giorni fa, a partecipare alla simpatica iniziativa "Un arbre, un enfant".
Per ogni nato nel 2015 e attualmente residente nel Comune, sabato scorso si è piantata una piccola, minuscola, quercia. 

La nostra quercina.
Ogni coppia di genitori, provvista di zappa, piantina, e martellone, ha potuto piantare la sua, in un viavai e zappettio di orgogliosissimi mamme e papà, e di fratellini e sorelline vocianti (e anch'essi, immagino, albero-muniti, seppur in appezzamenti relativi ad altri anni di nascita).
A seguire, degustazione di vini prodotti nei vitigni del Comune nel 2015, formaggi, frutta e caffè.

Risultato: si è passata una bella giornata in campagna, si è scoperto che per poter raccogliere funghi non serve la licenza (ma attenzione, la normativa varia da cantone a cantone, quindi, occhio!), si è ovviamente incontrato qualche amico con rampollo del 2015 al seguito. Integrazione Svizzera - Olanda: 1-0.

L'aver piantato un albero, han tenuto a dirci, è un gesto simbolico. Non tutti gli alberi sopravviveranno all'inverno, e, nonostante le recinzioni, qualche cerbiatto entrerà, e non saprà resistere a questi teneri germogli di quercia. Inoltre, col passare del tempo, gli alberelli più esili e meno promettenti saranno tagliati, per lasciare spazio, luce e terreno a quelli che han già fatto un po' più di strada. 
Non si tragga alcuna metafora, dunque, tra l'arbre e l'enfant, ma l'aver contribuito a un bosco, in ogni caso,  riempie i polmoni di aria buona, e di futuro.

Sia mai che però un giorno vorremo controllare proprio la nostra quercina, eccola georeferenziata.   

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