04 maggio 2010

Koninginnedag, e altri colori


"RossoAranciatoGialloVerdeAzzurroIndacoVioletto"
Così me li hanno insegnati e così ricordo i sette colori dell'Arcobaleno. Più l'oro della pentola che ai suoi piedi a volte riusciamo a trovare. Così, alla fine, abbiamo tutto.
Cominciamo dal Rosso.
Di questa stagione l'Olanda non è solo punteggiata di bianco, come il manto degli agnelli che popolano i prati. Da un po' di settimane a questa parte l'Olanda è spennellata di fiori.
Righe orizzontali, precise, senza sfumature, come i contorni di questo Paese.
File di fiori fantasticamente freschi, fingono felicità fremendo per un futuro sì frettoloso, ma fulgido. Fiori fieri di formare una frangia fitta fatalmente flettono sotto un flebile filo di vento. Fragile.
Aranciato è il colore nazionale, il colore della Regina, della festa che si celebra per il suo compleanno. Il 30 aprile tutto si tinge di arancio: parrucche, boa di piume di struzzo, trombe, trombette, maglie, magliette, corone, stellette, barche e barchette.
I canali, insieme ai treni e a tutte le strade, riversano una folla arancione nelle vie di città arancioni. Un'immensa, chiassosa, dis-organizzazione arancione investe il Paese, ancora stordito dall'Inverno appena passsato. Inaspettato!
Giallo. E' e rimarrà sempre il colore del Sole, che in questi giorni si è fatto vedere. Anche se adesso indugia sotto una spessa coltre di nuvole scure, ora so che può baciare anche la rospa Olanda, trasformandola così in uno splendido principe. Manca solo un po' di coraggio. Timido.
Verde. Nicola, il mio basilico, dovrebbe essere di questo tanto amato colore. Ma perchè si lascia tentare così tanto da un'orrenda sfumatura di marrone che sale dalle radici a soffocargli lo slancio? E questa lanugine muffita che ti ricopre gli steli? Questo bianchiccio soffice che ti ovatta? Come fare a debellarlo? Quanti misteri ancora riserva per me l'arcana Arte del Giardinaggio. Cercherò di salvare il salvabile, tra Nicola, la mia pianta Tasmana, e il mio desiderio agricolo di farcela, in qualche modo. Un verde speranzoso, dopo tutto.
Azzurro come il mare che circonda la mia Isola. Che riflette il cielo che la sovrasta. Che sfiora me, che ci sono sopra. Io non circondo, non sovrasto e non sfioro. Nessuno di questi verbi mi rappresenta, al momento. Al momento accolgo, analizzo, apprezzo, ammetto, assetto, aspetto, amo. Ammicco a un azzurro ampio, attendendo altri amici, e un amore antico. Più che altro presto e pretendo attenzione. Al momento, un azzurro accorto.
Indaco. Nessuno ha mai capito cosa diavolo fosse, esattamente, l'indaco. Una domanda come un'altra, come quella che mi ha posto oggi qualcuno: Ma si può sapere quale cazzo è lo scopo di questa cosa? Una bella domanda. Volgare certo, banale, dite? Non credo: presuppone conoscenza del passato, consapevolezza del presente e proiezione al futuro. Cerco di darmi delle risposte a questo tipo di domande, e non credo di essere la sola. Ma la risposta, per ora, è come l'Indaco. Sconosciuta.
Violetto. Come l'auto immaginaria di una donna che conosco. Con i pois gialli. L'auto, non la donna! Lei ha invece addosso un sorriso sincero. Era da un po' che non la vedevo così nuda, senza muri di circostanza eretti per scappare dagli altri e da se stessa, senza paura di ridere, e di baciare. Serena.
Oro. E' il pretesto per un'avventura su una nave di Pirati, per un duello all'ultimo sangue, per una partenza, per un ritorno, per un addio o per una stretta di mani.
E' un pretesto per fingere, e per cercare la verità. Per ammazzare e per costruire.
Perché no, l'oro è un pretesto anche per scrivere. O per pensare.
Dicono che vicino a una pentola piena d'oro cominci l'Arcobaleno. o finisca, di preciso, non si sa.
In ogni caso, io mi metterò a cercare i lingotti, sperando, un giorno, di trovarvi accanto anche gli altri colori.