26 ottobre 2021

Microrecensione #191: "arriva SERGIO" di Dottor Pira

14/10/2021 "arriva SERGIO" di Dottor Pira.

La convalescenza d'autunno ha dopotutto anche i suoi lati positivi (pochi, eh). Uno di questi è il poter raccogliere gli ultimi raggi di sole su una panchina del parco, nelle ore più calde, in compagnia di un buon libro: mettersi lì, isola in un mare di foglie dorate, lo scroscio della fontana, il brusio del popolo del parco, e leggere. "arriva SERGIO" quindi parte avvantaggiato, come d'altronde è giusto che sia, anche solo a giudicare dalla copertina. Sì perché "arriva SERGIO" è un libro bellissimo, e non solo per la storia, le storie, che non sbagliano niente, ma perché è proprio un libro bellissimo, con tavole straordinarie, cromatismi affascinanti e mutevoli, una carta che coccola le dita.

E per di più è un regalo di un carissimo amico, che è riuscito ad accaparrarsi una delle preziosissime 700 copie per noi.

Insomma, non c'era libro migliore per celebrare l'ozio di un assolato primo pomeriggio d'ottobre, e non c'era compagno migliore che Sergio per perdersi, e forse ritrovarsi, nella meraviglia e nel mistero della mente umana, e non solo. Ora però mi è venuta voglia di pizza.

20 ottobre 2021

Microrecensione #190: "Libera nos a Malo" di L. Meneghello

 20/08/2021 - 20/09/2021 "Libera nos a Malo" di L. Meneghello.

Lettura dettata dalla mia solita patria nostaligia, dalla mia curiosità per chi gioca con la lingua, nonché dal consiglio di mio marito, è riuscita a farmi compagnia quando ne avevo bisogno. Lettura che si può sbocconocellare senza troppo impegno (per chi già mastica una qualsiasi sfumatura di Veneto, altrimenti, onestamente, non so!), un flusso di ricordi e pensieri su di una Malo (la sua in provincia di Vicenza) che ognuno di noi in fondo ha. Ricordi di un'infanzia, di una lingua, di una società, di una topografia, che ormai non ci sono più, ricordi forse anche un po' osannati, ingigantiti e resi nobili da quella lente deformante che è l'espatrio, anzi, il dispatrio, dell'autore.

Così, pensavo, ognuno ha diritto ad avere una sua Malo, da cui sentirsi diverso, da lasciare, da osservare come fosse un museo, ma che in fondo lo definisce, l'ha cresciuto e non lo lascerà mai andare, una Malo a cui ritornare, in vacanza, nei sogni, nei futuri immaginati.

È un po' quello che mi turba di essere mamma qui e non lì: vorrei non crescere i miei figli in un altrove indefinito, vorrei poter dar loro una Malo, che possano amare, che possano odiare, a cui possano voler ritornare. Che poi a dirla tutta, dovunque crescano, io lo so che una loro Malo, in fondo in fondo, finiranno per avercela. Il problema è mio, e non loro: è a me che fa male pensare che io, la loro Malo, non la capirò.

Può anche essere però che questo sia più un semplice problema di generazioni, che di coordinate geografiche. Bisognerebbe aver chiesto alla mamma di Luigi Meneghello, cosa ne pensava lei della sua Malo, e della Malo di suo figlio.

12 ottobre 2021

Microrecensione #189: "Aadam ed Eeva" di A. Paasilinna

 21/09/2021 - 02/10/2021 "Aadam ed Eeva" di A. Paasilinna.

Mi arrischio a sentenziare, posso? Forse un pochino più lento, meno avvincente, meno pungente e più descrittivo degli altri Paasilinna che ho letto, ma per carità, sempre un ottimo romanzo con cui passare delle ore a sghignazzare, preziosissime in questi settembre e ottobre per me lunghissimi.

La Finlandia c'è tutta, con i suoi boschi, la caccia all'orso, gli inverni gelidi e le estati lunghe. C'è un imprenditore inventore in bolletta, c'è un'avvocatessa alcolizzata che sa vedere lontano, c'è un improbabile viaggio in Australia e un ancor più improbabile gemellaggio con una ditta giapponese, ci sono ricchezze da capogiro e addirittura un sicario siciliano che si chiama Luigi e che vi terrà con il fiato sospeso. E un finale interessante per chi abbia voglia di pensarci un po' su.