05 ottobre 2023

Il poliziotto gentile, ovvero, di aspettative (basse)

La scuola è cominciata da un mesetto, qui in Svizzera, e, come da programma, sono cominciate anche le visite nelle classi delle pattuglie di polizia stradale, con il nobile scopo di autonomizzare il prima possibile gli scolaretti nel loro tragitto casa-scuola, insegnando loro come si attraversa la strada, come si comunica agli automobilisti frettolosi e mattinieri ch si è intenzionati ad attraversarla, quella strada, e che loro si devono fermare, come si  utilizzano i giubbetti catarinfrangenti per le mattine buie invernali, e tutto questo genere di amenità rilevanti in una città terrafermicola e automobilizzata.
La settimana scorsa, una pattuglia ha visitato la classe di A.
Alla sera, entusiasta per aver avuto in classe un vero e proprio poliziotto, e orgogliosa di aver attraversato la strada fuori dalla scuola tutta da sola, sotto lo sguardo vigile della pattuglia, A. non finisce più di raccontare quello che il poliziotto ha fatto o non fatto, detto o non detto.

- Ma insomma, era gentile questo poliziotto? - chiedo ingenuamente.
- Gentilissimo mamma. Aveva una pistola vera, e non ci ha neanche ucciso. Né noi, né la maestra!

E per fortuna che pensavo di avere io le aspettative basse, a volte, nei confronti delle forze dell'ordine!

02 ottobre 2023

Microrecensione #221: "I pesci non hanno gambe" di J. K. Steffánsson

 27/02/2023 - 16/03/2023 "I pesci non hanno gambe" di J. K. Steffánsson.

Terzo libro che leggo di questo autore, dopo questoquesto. Bel libro, ineccepibile per lo stile e per l'atmosfera, il grande Nord in tutta, ma proprio tutta, la sua tragicità, ben lontano da un certo tipo di stereotipo di mondo di ghiaccio incantato, abitato da personaggi eroici, poetici, e grandiosi, se non addirittura da gnomi, streghe e folletti. Una storia di persone tragicamente normali, di varie età e di varie sofferenze, in un'Islanda fredda, bagnata, più grigiastra che bianca e scintillante. Da leggere al sole, o in primavera, per assicurarsi di non far parte di quel mondo, che le vite tristi, e le sfortune, accadono anche a latitutdini più basse, ma in un certo qual modo, con meno dosolazione.