28 giugno 2019

Microrecensione #159: "Crooner" di K. Ishiguro

16/06/2019 - 17/06/19 "Crooner" di K. Ishiguro con illustrazioni di Bianca Bagnarelli. Un racconto malinconico e distante, ambientato a Venezia ma non veneziano, una notte, ricordi, un amore che forse c'è stato e adesso deve finire. Una Venezia da cartolina triste, un riflesso sull'acqua, una gondola silenziosa, due uomini che si raccontano e suonano una serenata inattesa, perfetta, probabilmente l'ultima.
Un racconto triste, tristissimo, se ci pensiamo un po' su. Per fortuna un racconto breve e che viene da una cultura così distante che l'acqua dei canali nera, la notte, vischiosa, non fa neanche a tempo a rubare il sonno, che è già finito.
Le illustrazioni impreziosicono l'edizione, ma ho letto le linee nette e rette come specchio del romanzo, fatto di pensieri tagliati con sicurezza, lontani dal mio sentire, lontani dalla Venezia magica dove tutto invece è possibile, che è poi quella vera.

20 giugno 2019

Microrecensione #158: "A che punto è la notte" di Fruttero & Lucentini

22/04/2019 - 16/06/2019 "A che punto è la notte" di Fruttero & Lucentini.
Con la lentezza che mi caratterizza nel terzo trimestre di gravidanza, mi muovo piano, cammino piano, dormo piano, leggo piano, ecco finito un libro che una persona normale avrebbe dovuto leggere in molto meno. È che in questo periodo d'attesa il tempo si dilata, il sonno pure, e al contrario le pagine lette la sera prima di crollare diventano sempre meno. Così non badate che a leggere questo giallo io ci abbia messo 2 mesi, voi ci metterete molto meno. Perché è costruito ad arte, scritto benissimo, la storia raccontata con stili e prospettive diverse, parla di Torino, della Fiat, d'amore e di preti eretici, di mafiosi buoni, e meno buoni, e di poliziotti soli.
Capite da voi che una persona normale la legge più in fretta, una storia così. 
È solo perché io ero contemporaneamente occupata a fare piedini, manine, gambette, ecco, io ero distratta da questo, e così ci ho messo tanto.
Bastava attendere una notte in cui tanto non si dormiva comunque, perché T. vomitava, e l'amorevole marito mi impediva di espormi ai pestiferi effluvi del malatino, e il libro si è finito tutto di un fiato, che era anche ora.

17 giugno 2019

Un'attesa a metà, un'attesa doppia.

È sgranando i giorni sul calendario, e i chili sulla bilancia, che siamo arrivati a giugno. Ultimo mese di attesa prima di conoscere questa nuova bimba, lei che è già parte della nostra quotidianità, che ha già ricevuto tanti baci da suo fratello, che arriverà di qui a poco, come inesorabilmente sta arrivando l'estate anche fra i monti, il cielo più azzurro, il sole più caldo.
Se penso all'ottobre quando doveva arrivare T., ne ricordo solo dei dettagli. Essere a casa dal lavoro un mese prima del termine, le passeggiate sulle dune, il tempo che passava piano, il tempo da riempire di libri, ricette, e ago e filo. Il vento, e il silenzio dell'Isola.

Cappello per T.
Questo giugno, invece, è una specie di attesa a metà. A metà perché ancora lavoro al metà, e secondo la legge svizzera continuerò a farlo fino al giorno del parto, e a metà perché la bimba già c'è, T. la porta in altalena con lui, la porta a vedere il parco in cui va a giocare con i suoi compagni di asilo, le chiede se vuole mangiare questo o quello (e risponde al suo posto), e, come già detto, la riempie di baci e coccole. C'è il chiasso dei bimbi al parco, le voci dei passanti e dei vicini che mi chiedono come va?, il rumore di fondo della città, matrimoni al lago, corse a casa a fuggire il temporale in arrivo.

Cappello per bimba.
È un'attesa a metà, o forse, invece, un'attesa doppia, perché se uso ago e filo lo faccio per due, un cappello per T., un cappello per la bimba. Perché adesso io e Subirotamic pensiamo per due, dalla logistica della casa, a quante braccia servono e serviranno per abbracciare una famiglia che cresce.

O forse, a dirla tutta, è un'attesa tripla, perché questa volta ad aspettare siamo in tre, tutti con le proprie paure, i pensieri diversi, aspettative, indecisioni, meraviglie che si preparano a nascere proprio quando, finalmente, quest'attesa finirà.