30 settembre 2015

Microrecensione #99: "Il cimitero di Praga" di U. Eco

25/07/2015 - 27/09/2015 "Il cimitero di Praga" di U. Eco. Un libro forse letto nel momento sbagliato, in queste sere in cui, dopo una sillaba o due, cado addormentata senza ritegno. Credo sarebbe stato meglio leggerlo tutto d'un  fiato, per seguirne al meglio l'intreccio di spie e controspie, garibaldini, massoni e ebrei e massoni e ebrei e massoni e ebrei e massoni e ebrei e massoni e ebrei e Zzzz.
Ohibò, ma che a farmi cadere addormenentata fosse proprio il libro, e non la stanchezza da gravidanza?
Difficile discernere.
A tratti in effetti le vicende sono appassionanti, omicidi, esplosioni, scambi di persone, personaggi affascinanti e ben costruiti. Altri tratti però, lunghi tratti, sono elenchi di insulti a massoni e ebrei, a massoni e ebrei, a massoni e ebrei Zzzzzzzz.
Vi faccio sapere con la prossima microrecensione, se era questo romanzo o la gravidanza, a mettermi tanto sonno la sera.
Il libro è però imperdibile per: appassionati di romanzi storici, di spionaggio, di Parigi, di messe nere, e di alta cucina francese di fine Ottocento.
Ah, e, quasi dimenticavo, di storie di massoni e ebrei, cela va sans dire.


28 settembre 2015

Di avanzi, fasciatoi venuti così così, immaginazione, attesa, e futuri.


I tre strati.

Con gli avanzi di quello del nipote, ecco fatto il fasciatoio da viaggio per il piccolo viaggiatore in arrivo. A dire la verità, è venuto un po' stortignaccolo, e i rattoppi, tra stoffa, parte impermeabile, e fettuccia, gridano un forte e chiaro "disfa tutto", "butta via", però.
Però va bene così, ha dei rattoppi, dei buchini, ma la sua funzione (tra l'altro, diciamocelo, deve solo isolare morbidamente il bimbo e la sua cacca dal mondo), almeno per un po', dovrebbe farla.
E nel compleasso è pure bellino, con la sua pratica custodia in jeans, recuperata da dei pantaloni che non mi ricordo neanche più, e il suo insieme di stoffe e materiali dai colori e fantasie etnochic, et voilà:


Fettuccia.
Pratica custodia in blueggins.
Dentro e fuori.

Io avevo bisogno di riprendere un po' la mano dopo una lunga pausa sartoriale, e cucire con gli avanzi, è innegabile, dà sempre grande soddisfazione.

Insomma, è fatto. Che le cose bisogna prenderle come sono, non vanno sempre come le si è immaginate per mesi..
Questo l'ho cercato di imparare da tutti i manuali di neonati letti ultimamente, e invece l'ho imparato in queste settimane, così, semplicemente stando al mondo.
L'importante è essere sempre pronti a immaginare nuovi progetti, a rivedere e adattare i vecchi, a sognare nuovi futuri, quando, in fondo, ogni futuro dovrebbe essere nuovo, immune alle nostre architettazioni.
Facile a scriverlo, ma per saperlo fare, credo ci sia bisogno di un'arte che chissá, di un'attitudine che solo l'esperienza può far maturare, e che auguro con tutto il cuore a chi deve reinventarsi daccapo, ad un certo punto.

Questo, infatti, è solo un fasciatoio venuto così così, che se ho ben capito come deve essere usato, dovrebbe pure funzionare.
Per le cose più importanti, si vedrà.
Nel frattempo, due o tre progetti in cantiere li ho, che è già un buon inizio, o meglio, una buona prospettiva.
Niente di meglio di una lista di cose da fare, e il sapere di poter benissimo non farle, o farle diversamente, per ingannare questi giorni sospesi, d'attesa di futuri inimmaginabili.

07 settembre 2015

Minuscoli drammi quotidiani/30: Senza titolo.

Per i miei amati lettori venezian-veneti, questa è Amsterdam: