10 settembre 2019

Microrecensione #163: "Sapiens, a brief history of humankind" di Y. N. Harari

08/07/2019 - 01/09/2019 "Sapiens, a brief history of humankind" di Y. N. Harari.
Libro iniziato sotto i peggiori auspici, perché anche questo (oltre a questo) promosso e regalatomi dalla CEO, ma di cui ho tanto sentito parlare e perché no, qui siamo generosi e concediamo una possibilità a tutti, e così l'ho iniziato, dicendomi che l'avrei potuto sempre abbandonare senza sentirmi troppo in colpa.
Invece l'ho finito, non perché l'abbia trovato illuminante (come pare l'abbiano trovato Bill Gates o Obama, a leggere la quarta di copertina), ma perché è senza dubbio un libro scritto bene, e una storia raccontata in modo accattivante si ascolta fino alla fine, anche se è solo una storia.
Il libro racconta la Storia dell'Umanità, dagli albori della nostra specie a qualche considerazione sul possibile futuro dell'Uomo.
Mi è piaciuto? Domanda difficile. Quanto ho apprezzato il racconto e l'interpretazione della prima parte della Storia, fino, diciamo, all'inizio della rivoluzione industriale, ho invece trovato monolitica e sterile l'interpretazione degli eventi dalla rivoluzione industriale in poi, fino a trovare quasi noiosi i pensieri sparsi su possibili uomo e società futuri (e pensare che invece l'autore ci ha addirittura scritto un altro libro intero, su questa ultima parte!).
Il che mi fa sospettare che abbia accettato senza sforzi il tuttologismo dell'autore per quanto riguarda il passato lontano (di cui non so nulla, ma, più in generale, si sa di non sapere nulla, e si può dire un po' quello che si vuole, se si ha l'arte della credibilità), mentre abbia fatto più difficoltà mano a mano che ci avvicinavamo a territori temporali più conosciuti (e di cui sono maggiormente note le sfumature e le complessità). 
Forse.
Fatto sta che dobbiamo comunque tenere in mente che questa è l'interpretazione della Storia dell'autore, non è un libro "scientifico". Il racconto, infatti, soprattutto quando parla della Storia più antica, tenta di unire i vari puntini fatti di ritrovamenti archeologici, ma lo spazio bianco fra questi puntini è così vasto da poterci più o meno inserire qualsiasi cosa.
Harari ha scelto di riempire questi spazi bianchi con un filo logico molto ragionevole e verosimile, accompagnato da uno stile narrativo scorrevole, il che rende la lettura piacevole e stimolante.
Quando si arriva ad un passato più prossimo, come dicevo, mi sono venute d'istinto più domande, più dubbi sull'interpretazione presentata, ma non è questo di per sé necessariamente un male.
Alla fine, nel delirio delle ipotesi future, ognuno può dire quel che vuole, e l'ultimo capitolo si legge più per il rispetto che l'autore ha guadagnato nei capitoli precedenti che per il suo contenuto.
La domanda finale con cui l'autore ci lascia però è buona, e credo si applichi al futuro dell'umanità come anche al singolo, ogni giorno. 
Mi permetto di riportarla qui come promemoria per me (non è un grande spoiler per il libro in questione), questa domanda a cui prima o poi vorrei davvero riuscire a dare una risposta che sia autentica: Arrivati fin qui, con tutta questa Storia alle spalle, chi vogliamo, chi voglio diventare?

Il mondo è piccolo, ma gli scaffali, forse, ancora di più.