22/10/2015 - 18/11/2015 "Il dispatrio" di L. Meneghello. Un libro non facile, spezzettato, tranci di aneddoti che poco hanno a che fare l'uno con l'altro, ma che insieme comunicano perfettamente l'impressione, il sentimento di, appunto, dispatrio dell'autore, una volta trasferitosi in Inghilterra. Il vivere, l'essere altrove, in un Paese che ormai si conosce, ma che si è certi non riuscire a comprendere fino in fondo: sarà per la lingua, banale, ma sarà anche per tutto quell'insieme di dettagli che fa degli inglesi gli inglesi, degli italiani gli italiani.
Il libro è permeato dell'ironia sottile dell'emigrato accademico, grato alla patria d'adozione, in fondo devoto alla patria che ha lasciato, di cui ne frequenta assiduamente gli altri "dispatriati".
Ho ritrovato in questo libro tanti pensieri, tante situazioni, accumulate in questi anni da espatriata.
Buon segno, non sono l'unica a sentirsi altrove, anche dopo tanti anni. E a pensare, e ad ammettere, che sia semplicemente estremamente difficile, nel quotidiano, misurarsi con l'altrove.
Questo però non vuol dire che a me, o che all'autore, non piacciano, le cose difficili.
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