25 giugno 2024

In Cina

A volte, un viaggio, lo si sogna per mesi, per anni, si programma, ci si prepara, si aspetta, lo si desidera, di settimana in settimana. A volte, invece, un viaggio ti succede,  perché capita di dover andare, capita di dover fare. Un viaggio, in effetti, ti può anche capitare. Così mi è capitato di dover andare a Pechino, agli inizi del mese. Senza preavviso, giusto il tempo di prenotare un aereo, preparare una presentazione (e finirla sul suddetto aereo), e partire. 

Da quanto un viaggio così non mi capitava? Da molto. Per molte, e buone, ragioni, ma da molto. 

Così sono partita, non avendo mai sognato di andare in Cina, mai neanche troppo pensato a questo smisurato paese, sapendo poco o nulla di dove andavo. 5 giorni in Cina, che volete che siano, per imparare o capire qualcosa? Niente, torno non sapendo uguale, ma con gli occhi pieni di Oriente, di colori sui palazzi che a noi non sono proprio venuti in mente, di religioni diverse, di odore di incenso nei templi, e di statue d'oro. Di cibi lontani, di edifici smisurati, di tante tante persone, in tanti tanti appartamenti, di tante tante vite così lontane dalla mia e al tempo stesso vicinissime, che la prima cosa di cui si parla con i colleghi sono gli asili e i parchi giochi, come si fa qui, come si fa, mi sembra di capire, dappertutto, tra mamme. 

Così, forse non ho imparato proprio tutto sulla Cina, ma sono tornata comunque con molte idee nuove. Tra le tante, la più semplice e forse scontata, è quell'idea di viaggio, di chilometri, di distanze smisurate, che passano sotto le ali, e che ti fanno atterrare in un mondo che è davvero diverso. Straordinariamente diverso. Forse non mi ero neanche resa conto mi mancasse, quell'idea. Ma è stato bellissimo ritrovarla.  

Altre idee confuse, ma raccolte all'altro capo del mondo, ve le lascio qui sotto. Viaggiare per lavoro ha sempre una sua dimensione particolare, il taxi pagato, il computer e gli adattatori nello zaino come generi di prima necessità. È decisamente un viaggiare diverso da quello che è il mio, ma si cresce e si matura, ci si arrangia, e si impara anche a ritagliare coriandoli di sé in un viaggio di lavoro, così, ecco i miei.

In senso orario, varie: ceramiche fuori di un negozietto negli hutong intorno al lago Houhai - una nuvola sofficissima sulle scale del Tempio del Paradiso - arrivando al Tempio del Paradiso (probabilmente dalla strada sbagliata) - ombrelli sul ponte Wanning, sempre tra gli hutong vicino al lago Houhai - il drago all'entrata della passeggiata turistica lungo il lago Houhai.

In senso orario, il cibo, importante fulcro di quasi tutto, tanto quanto, se non più che in Italia: il reparto delle salse di soja al supermercato più vicino all'hotel - un pranzo di lavoro a base di funghi - una cena con l'hotpot pechinese - una cena sociale improvvisata di oca e  pesce - una cena da sola (ma molto colorata) - un'anatra laccata in compagnia.

In senso orario, le architetture: il Tempio del Paradiso - i palazzi del quartiere Sanlitun la notte - la biblioteca scientifica nazionale (se era un viaggio di lavoro, bisognava pur lavorare, almeno un pochino) - sempre hutong intorno al lago Houhai - l'entrata del Palazzo dell'Astinenza - particolare del corridoio per i sacrifici, a fianco del Tempio del Paradiso.


In senso orario, la città: Arrivo particolarmente impressionante, soprattutto per chi parte dalla Svizzera verde e sceglie di vedere per l'ennesima volta "Matrix" durante il volo - particolare della mappa della metro visto dalla metro - la città vista dal silenzio del tempio taosita Dongyue - un draghetto simpatico - un pranzo di lavoro come da manuale, nella sala della conferenza - ancora la metro, la quale, gentilmente, ti dice in quale vagone stai per salire (se in uno dall'aria condizionata normale, o in uno dall'aria condizionata in modalità polare).