22 aprile 2011

Goede Vrijdag e i buoni pastori.

Oggi Venerdi' Santo.
E' due settimane che non piove, qui in terra d'Olanda: la gente chiama gia' il miracolo, e ancora non e' Domenica.
Un po' si cerca di continuare a lavorare, anche con i prati coperti di puntolini colorati, di erba verdissima e morbida, di agnellini salterini ancora nel pieno della giovinezza, anche con il mare blu fuori dalla finestra.
Lo scorso sabato poi, ho salvato per la seconda volta la vita ad una pecora (non credo alla stessa, ma va te a distinguerle...).
Si narra che le pecore isolane, pregiatissime per il volume di lana e la stazza notevole, soffrano pero' di una pesante tara genetica. Una volta cadute sulla schiena, non riescono piu' a rigirarsi, e la Morte sopraggiunge, inesorabile, dopo circa due ore, c'e' chi dice per soffocamento, c'e' chi dice per mancato sfiato dei gas dovuti alla complessa digestione del ruminante. Non una bella storia, in ogni caso.
E' per questo che e' dovere di ogni buon passante, sull'Isola, ridrizzare le pecore rovesciate, nel caso se ne incontrassero lungo la via.
Cosi' ho fatto, a buon rendere, e lo racconto non tanto per crogiolarmi sugli allori del mio eroico gesto, ma per mettere nero su bianco che le cose importanti sono, e possono davvero essere, diverse da quelle che ci vorrebbero far credere.
Qui, una cosa importante e' fare caso al paesaggio che scorre veloce quando pedali, prestare attenzione agli aironi che decollano al tuo passaggio, alle lepri spaventate che ti si lanciano addosso, ai narcisi che ti distraggono con il loro profumo dolce, agli agnelli candidi ai quali non interessi, e alle pecore stordite che pur avendo quattro zampe si inciampano e si rovesciano.
E' importante avere occhi, pazienza, e attenzione per tutto questo, per essere protagonisti della nostra vita. Per essere forti, e farci scivolare addosso tutte le schifezze che ci vengono imposte come "importanti", e non lo sono, cosi' forti da decidere da soli, o in compagnia, le nostre priorita', dargli voce, tempo, spazio.
Io vedo che per me non e' sempre cosi' facile e naturale come dovrebbe. Sia questo il mio augurio per tutti, per questa Pasqua di guerre mondiali e di persone addormentate e stanche, per questa Pasqua nella nostra Italia disastrata da chi non riesce a capirne le priorita', per questa Pasqua in Paesi che soffrono ore, giorni, mesi e anni nella prova della fame, della sete, dei terremoti e della radioattivita'.
Ognuno trovi il tempo per le proprie priorita', gli dia dighe d'erba verde sulle quali pascolare e crescere.
Alla fine, passera' pure un Buon Pastore a rimetterci in piedi, speriamo.


12 aprile 2011

Plattoland.

Premessa: post polemico, questo, nato da una conversazione con una Belga (ahilei) e un nativo isolano (ahilui).
Titolo: Contro il tristo e avvilente paesaggio olandese - pamphlet di protesta contro chi giudica la campagna olandese una cosa bella e di cui rallegrarsi.
Svolgimento: L'Olanda, i Paesi Bassi, è terra, si sa, strappata al mare vittorioso dall'opera organizzata ed efficiente ed efficace di un popolo efficiente (ma non sempre efficace) quale capita che sia quello Olandese.
La quasi totalità del paesaggio che vedo scorrere fuori dal finestrino del mio treno è intrigante e brumosa palude insana trasformata in campo ordinato e quadrato, rigo di alberi, campo di un verde leggermente diverso, rigo di fiori amaranto, mulino antico, mulino moderno, fattoria ecofriendly.
Come si può considerare questo susseguirsi infinito di umanità "un bel paesaggio"?
Non mi soffermerò sull'artificialità delle città e cittadine, venendo io dalla città più artificiale del mondo (artificiale sì, ma con molto garbo), ma queste campagne per nulla rilassano la vista, con questo verde coltivato fino all'ultima sfumatura, per nulla danno l'impressione di Natura, non lasciando nulla al caso, non danno quell'idea di bucolicità che ci si aspetterebbe da una landa di così tanto respiro come quella del Noord Holland.
I sostenitori della bellezza di questi paesaggi insistono nell'elencarne i numerosi pregi, il valore di questa visuale sconfinata, di tutto questo spazio vuoto tra una fattoria e l'altra.
Il piatto piattume mi angoscia, anche quello del mare, e lo spazio fra le fattorie è uno spazio pianificato e costruito tra il punto A e il punto B. E' uno spazio pieno di piani del demanio, di canali per starsene all'asciutto, di alberi piantiati in fila a delimitare proprietà e a tenere stretta la sabbia con le loro radici.
Sabbia che altrimenti se ne andrebbe al mare, portandosi dietro una striscia di narcisi altezzosi.
E' uno spazio vuoto, pieno di un sacco di cose che con un "bel paesaggio" non hanno niente a che fare.
Uffa.
Cerco di elencare ai miei avversari quelli che io considero "bei paesaggi".
Un'isola delle Incoronate, un monte, una scogliera qualunque, il mare in generale, la Laguna d'Inverno, una spiaggia di sassi. Per non parlare della Napoleonica, della pampa argentina, del deserto di sabbia fine, dell'Himalaya. Un lago ghiacciato, un tramonto da un monte sulla campagna friulana, una crepa tra le rocce che puoi camminare o una città antica, arabescata di Storia. Il canale fuori dalla finestra di casa mia.
Insomma, non sono di gusti difficili.
E posso trovare un milione di aggettivi per queste file di alberi, di mulini, di fiori, ma "bello", Signori, vuol dire qualcos'altro.
Capisco se quanto esposto ferirà degli animi, ma capita spesso che ciò che penso faccia male a qualcuno. Di solito, a me.
Attendo fiduciosa l'ispirazione per un post dal contenuto contrario.
Olanda, sorprendimi!

01 aprile 2011

1 April, kikker in je bil

Fish abundance: balancing the equation
Prof. Dr. Gunther Lachsmann
Institute of Coastal and Aquaculture Technology, Saaremaa (CATS), ET

Fish, the first known true chordates, have a long evolutionary history. Early jawless fish started diversifying during the middle Silurian period, but during the Devonian – sometimes referred to as the “Age of Fishes” - the variety of fish boomed. Towards the end of the Devonian the first tetrapods had evolved, an important intermediate step in the evolutionary transition from fish to terrestrial animals. This transition has lead to a slow but significant decrease of the fish population. Predation by other fish, as well as by marine mammals and birds, further decimates the fish population. In addition to the natural sinks, anthropogenic factors such as fisheries, pollution and domestic felines, aggravate the dramatic decline (well-known inversed “hockey stick”; Jungfrau, 1989). Reproduction, which occurs in species-specific locations, is the only significant source of fish known to date. A new infrared satellite tracking system has given us the opportunity to locate and quantify the sources of 23 different fish species over 3 years. Several fish communities were found to congregate in ocean gyre centres, due to the convergence of ocean currents, forming so-called “love pools”. Still, production rates in these coupling hotspots derived from the Pesci-Terminatov law, are still too low to sustain current levels of fish. The main question addressed in this talk will be: With more sinks than sources of fish identified, how come healthy fish populations are still widely observed in oceans and lakes?



*** Abstract realizzato in collaborazione con J.U. e S.G.