E' due settimane che non piove, qui in terra d'Olanda: la gente chiama gia' il miracolo, e ancora non e' Domenica.
Un po' si cerca di continuare a lavorare, anche con i prati coperti di puntolini colorati, di erba verdissima e morbida, di agnellini salterini ancora nel pieno della giovinezza, anche con il mare blu fuori dalla finestra.
Lo scorso sabato poi, ho salvato per la seconda volta la vita ad una pecora (non credo alla stessa, ma va te a distinguerle...).
Si narra che le pecore isolane, pregiatissime per il volume di lana e la stazza notevole, soffrano pero' di una pesante tara genetica. Una volta cadute sulla schiena, non riescono piu' a rigirarsi, e la Morte sopraggiunge, inesorabile, dopo circa due ore, c'e' chi dice per soffocamento, c'e' chi dice per mancato sfiato dei gas dovuti alla complessa digestione del ruminante. Non una bella storia, in ogni caso.
E' per questo che e' dovere di ogni buon passante, sull'Isola, ridrizzare le pecore rovesciate, nel caso se ne incontrassero lungo la via.
Cosi' ho fatto, a buon rendere, e lo racconto non tanto per crogiolarmi sugli allori del mio eroico gesto, ma per mettere nero su bianco che le cose importanti sono, e possono davvero essere, diverse da quelle che ci vorrebbero far credere.
Qui, una cosa importante e' fare caso al paesaggio che scorre veloce quando pedali, prestare attenzione agli aironi che decollano al tuo passaggio, alle lepri spaventate che ti si lanciano addosso, ai narcisi che ti distraggono con il loro profumo dolce, agli agnelli candidi ai quali non interessi, e alle pecore stordite che pur avendo quattro zampe si inciampano e si rovesciano.
E' importante avere occhi, pazienza, e attenzione per tutto questo, per essere protagonisti della nostra vita. Per essere forti, e farci scivolare addosso tutte le schifezze che ci vengono imposte come "importanti", e non lo sono, cosi' forti da decidere da soli, o in compagnia, le nostre priorita', dargli voce, tempo, spazio.
Io vedo che per me non e' sempre cosi' facile e naturale come dovrebbe. Sia questo il mio augurio per tutti, per questa Pasqua di guerre mondiali e di persone addormentate e stanche, per questa Pasqua nella nostra Italia disastrata da chi non riesce a capirne le priorita', per questa Pasqua in Paesi che soffrono ore, giorni, mesi e anni nella prova della fame, della sete, dei terremoti e della radioattivita'.
Ognuno trovi il tempo per le proprie priorita', gli dia dighe d'erba verde sulle quali pascolare e crescere.
Alla fine, passera' pure un Buon Pastore a rimetterci in piedi, speriamo.
Un po' si cerca di continuare a lavorare, anche con i prati coperti di puntolini colorati, di erba verdissima e morbida, di agnellini salterini ancora nel pieno della giovinezza, anche con il mare blu fuori dalla finestra.
Lo scorso sabato poi, ho salvato per la seconda volta la vita ad una pecora (non credo alla stessa, ma va te a distinguerle...).
Si narra che le pecore isolane, pregiatissime per il volume di lana e la stazza notevole, soffrano pero' di una pesante tara genetica. Una volta cadute sulla schiena, non riescono piu' a rigirarsi, e la Morte sopraggiunge, inesorabile, dopo circa due ore, c'e' chi dice per soffocamento, c'e' chi dice per mancato sfiato dei gas dovuti alla complessa digestione del ruminante. Non una bella storia, in ogni caso.
E' per questo che e' dovere di ogni buon passante, sull'Isola, ridrizzare le pecore rovesciate, nel caso se ne incontrassero lungo la via.
Cosi' ho fatto, a buon rendere, e lo racconto non tanto per crogiolarmi sugli allori del mio eroico gesto, ma per mettere nero su bianco che le cose importanti sono, e possono davvero essere, diverse da quelle che ci vorrebbero far credere.
Qui, una cosa importante e' fare caso al paesaggio che scorre veloce quando pedali, prestare attenzione agli aironi che decollano al tuo passaggio, alle lepri spaventate che ti si lanciano addosso, ai narcisi che ti distraggono con il loro profumo dolce, agli agnelli candidi ai quali non interessi, e alle pecore stordite che pur avendo quattro zampe si inciampano e si rovesciano.
E' importante avere occhi, pazienza, e attenzione per tutto questo, per essere protagonisti della nostra vita. Per essere forti, e farci scivolare addosso tutte le schifezze che ci vengono imposte come "importanti", e non lo sono, cosi' forti da decidere da soli, o in compagnia, le nostre priorita', dargli voce, tempo, spazio.
Io vedo che per me non e' sempre cosi' facile e naturale come dovrebbe. Sia questo il mio augurio per tutti, per questa Pasqua di guerre mondiali e di persone addormentate e stanche, per questa Pasqua nella nostra Italia disastrata da chi non riesce a capirne le priorita', per questa Pasqua in Paesi che soffrono ore, giorni, mesi e anni nella prova della fame, della sete, dei terremoti e della radioattivita'.
Ognuno trovi il tempo per le proprie priorita', gli dia dighe d'erba verde sulle quali pascolare e crescere.
Alla fine, passera' pure un Buon Pastore a rimetterci in piedi, speriamo.