Io non l'ho mai saputo perché le persone non capivano la mia risposta. Certo, era parziale, il papà non faceva solo quello, ma la conta dei pigri granelli vagabondi è un'attività di per sé interessante se non indispensabile, soprattutto per le civiltà acquatiche, come quella veneziana, o neerlandese. E' una cosa che andrebbe sempre fatta, e con zelo, ad esempio, prima di rubar terra al mare, o prima di costruire una qualsiasi diga, o prima di parlare dell'avveniristica "tidal energy" come alternativa energetica realistica.
Non si sa mai, infatti, quanti siano e dove vadano, questi granelli, e potrebbero rivelarsi all'improvviso, microscopicamente insieme, una gigantica scocciatura, incastrandosi nelle pale dei nostri novelli generatori, o insabbiando quello che doveva rimanere un mare, o fuggendo veloci da quella che doveva diventare una rinomata spiaggetta, paradiso della foca.
Così, sulle orme del babbo e per aiutare un amico e il progresso della Scienza in generale, ho passato tredici ore tra l'Isola e la terraferma, a contarli anch'io, questi granelli.
In figura, alcuni campioni appena raccolti, che aspettano di essere esaminati.
Che lavoraccio! Alla fine erano in totale 21534256798932561...
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