25 settembre 2012

Windguru e le sue sfumature purpuree

Io non conoscevo questo sito, windguru, prima di venire ad abitare sull'Isola. 
Ci trovi le previsioni del vento e delle onde, nelle zone costiere.
Ieri, in orario di rientro dal lavoro, per la mia Isola dava:



Se non sapete immaginarvi cosa vogliano dire quel colore purpureo, e quei numerini tra il 6 e il 9, vi aiuto. 
Il vento proveniva da Sud, Sud-Ovest, e la strada dal mio ufficio a casa è perfettamente in direzione Nord-Est. Ah, quasi dimenticavo, e pioveva.
Risultato:
davanti
dietro
Morale: se su windguru vedete qualcosa dal rosa in su, non uscite dall'ufficio. Se in più piove, allora avete sbagliato ad uscire di casa, quella mattina! 
Anche se, bisogna ammetterlo, le ferite da pioggia orizzontale sono una cosa che solo noi isolani, pochi e fortunati, possiamo sfoggiare...

24 settembre 2012

La piccola impresa di Settembre.

Ce l'ho fatta! Ho compiuto l'impresa di Settembre!
Circa 110 chilometri pedalati tutti in un giorno, su bici abbagagliata, in compagnia del possente Subirotamic.

Ancora in Olanda, ma il bicicartello già annuncia l'Inghilterra.
I chilometri in questione son quelli che separano il porto di Harwich dalla città di Cambridge, ma questi son solo dettagli.
La cosa più importante è stata la strada sottile, che ci ha portato, dopo una notte in traghetto, chilometro dopo chilometro, anzi, miglio dopo miglio, dalla nebbia mattiniera e surreale della marina alla campagna dolce, alle colline, alla pianura, alla città, procedendo decisi verso ovest.

In ferry, bici pronte ad attraversare la Manica.
Una giornata d'Estate inaspettata, in Inghilterra, un cielo blu senza nuvole, gli alberi disordinati che tanto ci mancano qui in Olanda ad offrirci un po' d'ombra, le sudate salite, e agognate discese, anche loro ormai rare nei nostri recenti orizzonti allargati e totali.

Una fatica condivisa, una bella soddisfazione.

Da sinistra a destra: l'autunno, la mia bici, me, Subirotamic, il Churchill College e la bici di Subirotamic.
All'impresa di Settembre son seguite due settimane di scuola estiva, impresa quest'ultima di tutt'altro stampo e, peraltro, altrettanto totalizzante.
Alla scuola, son sopravvissuta a stento, sto ancora cercando di raccogliere pezzettini di me, che ho lasciato in giro, tra l'Italia, l'Olanda, l'espatrio, nuove conoscenze sparse per il Mondo, compagni di viaggio, e il lavoro.
Ma l'impresa di Settembre di cui vi volevo render parte è la pedalata, non la scuola, e a quella son sopravvissuta alla grande.
Il trucco? 
Essere in due, mai smettere di pedalare, e ricordarsi a vicenda, a intervalli regolari di tempo e di spazio, di tenere, controvoglia, la sinistra.

05 settembre 2012

Per la via.

L'altro giorno, pedalando quei sette chilometri che mi separano da un qualsiasi negozio di generi alimentari, mi son resa conto di aver aperto bocca in tutto quattro volte, tra l'altro, senza riuscire ad evitare di ingurgitare la mia dose quotidiana di moschini - povero il mio vegetarianesimo, dove andrà a finire, di questo passo!
Le occasioni sono state, nell'ordine:

1. "Orrenda creatura...", sussurrato ad una delle pecore che vivono qui sulla mia diga. Mi piacerebbero bianche e belanti e spumose, come le pecore dei sogni, che saltano staccionate in legno, e hanno fiori fra i denti, invece, siamo onesti: queste qui, spesso cagano mentre mangiano, ruttano, son marroni e infeltrite di pioggia.
Ecco, mi sembra che la minuziosa descrizione giustifichi l'appellativo da me assegnato loro in corsa.

2. "Mister capraaaaaaaaaaa", gridato a Mister Capra, la capra mia vicina di casa, che ogni volta che passo di lì, esce dalla sua casetta e mi intona un saluto come solo lei sa fare. Per chi non lo conoscesse, Mister Capra è lui, e abita qui sull'Isola. Le montagne sullo sfondo del video, come ovvio, son finte, son disegnate.

3. "Bruco!", quando un bruco pelosissimo mi ha sorpresa dal lato destro, ed è venuto con me, lungo la strada, per pochi centimetri.
Che sia uno di quelli velenosi che ti fanno arrossare la pelle al contatto? Non pensiamoci e pedaliamo via veloci, prima che un colpo di vento me lo scaraventi su di un polpaccio, fugando così ogni dubbio riguardo il suo grado di pericolosità.

4. "Oooc-cio!", tipica esclamazione da veneziana alla guida di un qualsiasi mezzo, in questo particolare caso rivolta da una bici ad un impavido riccio pedone, deciso ad attraversare la pista ciclabile proprio al mio passaggio.

Ecco, questi insomma son stati gli incontri fra la manciata di casupole dove abito e il negozio, in centro.

A volte penso cosa ne sarà di me, quando ritornerò a vivere nella civiltà. Dovrò reimparare a parlare con gli umani, e smetterla di ostinarmi a parlare con tutti gli animali che incontro per la via?

Conclusione della storia: al supermercato ho poi  intravisto una tizia che conosco e mi son nascosta tra gli scaffali per non dover fingere un cordiale scambio di parole.

A volte penso proprio cosa ne sarà di me, quando ritornerò a vivere nella civiltà.

03 settembre 2012

La fuga.


Nella mia testa, doveva custodire uno di quei quasi telefoni che si accarezzano, che dentro c'hanno internet, e tutto il resto. 
Non mio, sia mai, quello di Subirotamic. 

Avevo quasi finito, quando, giusto prima che le tagliassi gli ultimi fili, la mia nuova creaturina buffa è salterellata via così, ridacchiando, sulle sue zampine.

Strane cose, vengon fuori, all'uncinetto.