Dopo aver provato "nog een keertje" ad atterrare, come ci ha comunicato il comandante (letteralmente: ancora una voltina), avendo fallito il primo, di tentativino di atterraggino, abbiamo finalmente toccato il suolo neerlandese, bucando la spessa coltre di nuvole irrequiete che ci impediva la discesa.
La cabina è silenziosa, dopo quest'arrivo turbolento, sobbalzante, spiacevole, ancora spaesata dal miracolo aereo.
Forse è per questo che il commento di un passeggero risuona indisturbato per il corridoio:
- Ghe sboro, so 'ndà via da Venessia, ma ghe xe acqua alta anca qua.
Fuori dal finestrino, la pista d'atterraggio lucida di pioggia.
Quasi uno specchio d'acqua, in effetti.
Quanta poesia.
In fondo, potendo farsi riconoscere perche` tirarsi indietro?
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