19 settembre 2014

Il mestiere dell'oceanografo: Walter Munk

A inizio Settembre, qui in istituto, sull'Isola, abbiamo ricevuto una visita importante. 
Un pezzo di storia della mia disciplina scientifica - l'oceanografia - è venuto a trovarci: Walter Munk (classe 1917).
Ora, non starò qui a spiegarvi il perché sia famoso o meno, il fatto che abbia un'articolata voce di Wikipedia a lui dedicata dovrebbe esserne già indizio, e ai più curiosi, poi, non resta che leggerla.
Tanto più che non c'ero neanche, quando il signor Munk è venuto a visitare il mio dipartimento (e questa è un'altra storia, che vi racconterò altrove), ma gli echi del suo passaggio ancora si sentono, fra i corridoi dell'istituto.
Come quest'episodio, che dipinge un po' il mestiere dell'oceanografo in una delle sue più estreme applicazioni, e che magari tornerà utile a chi proprio, questo mestiere, non se lo riesce a immaginare.
L'oceanografo ne sa di correnti e di onde del mare, tant'è che il signor Munk, ancora giovanissimo, era stato assoldato dalla marina militare americana per fare da consulente scientifico per lo sbarco in Normandia.
La marina infatti aveva un problema: c'aveva questi mezzi da sbarco squadrati con cui doveva approcciare la spiaggia ed arenarsi, e dal quale i soldati poi sarebbero scesi a fare la Storia che conosciamo. Solo che questi mezzi, come potete vedere dalla foto qui sotto, non erano particolarmente stabili, e quindi bisognava investigare quale fosse l'altezza massima delle onde che avrebbe consentito uno sbarco sicuro per i soldati a bordo.

Immagine presa da qui
Il signor Munk diede una risposta a questa domanda, trovando questa altezza massima per le onde, e assicurando che con onde al di sotto di quel limite lo sbarco poteva essere effettuato in relativa sicurezza.
Non solo, il signor Munk faceva anche parte del gruppo di previsioni oceanografiche della marina americana. Per il 5 giugno 1944 era prevista una grossa mareggiata, e suggerirono quindi di rinviare lo sbarco. Per il 6 giugno, il giorno successivo, le condizioni delle onde erano giusto al limite di sicurezza, forse lo sforavano pure un po', ma la marea era propizia: per avere condizioni di marea altrettanto buone si sarebbero dovuti aspettare altri 14 giorni, che, a detta dei militari e dei vertici, non c'erano.
Il giorno dello sbarco fu quindi deciso per il 6 giugno, con gli esiti che conosciamo.
Buona parte del successo dell'operazione è da attribuire sicuramente anche all'effetto sorpresa che ebbe lo sbarco sulle linee nemiche.
Anni dopo questi avvenimenti, il signor Munk ebbe la fortuna di poter fare una chiacchierata e confrontarsi con gli oceanografi tedeschi, che, contemporaneamente a lui, facevano le previsioni di correnti, maree e onde dall'altra parte della Storia. 
Venne fuori che loro avevano escluso un possibile sbarco il 6 giugno,  per la presenza di onde molto alte e di una piccola mareggiata. Munk riconobbe che i Tedeschi, a dirla tutta, avevano fatto una previsione molto piu' accurata e corretta della loro, ma che loro, gli Americani, conoscevano il limite esatto delle onde con le quali potevano lavorare, e che la loro audacia era stata premiata.

Nonostante le applicazioni belliche della propria disciplina siano sempre fonte di grandi e spinosi dilemmi morali, ammetto che mi ha sinceramente emozionato pensare al ruolo che il signor Munk, un oceanografo, ha giocato per la Storia di tutti noi.

Ha poi raccontato, il signor Munk, di essere andato, molti anni dopo, finalmente, a visitarle, quelle coste nel Nord della Francia, e di non aver saputo trattenere le lacrime, davanti a quel mare.

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