30 marzo 2017

Minuscolo dramma/47: L'ascensore

Dopo questo, onestamente, pensavo di aver visto tutto, in fatto di moquette.
Invece no, con l'occasione di una visita ad un altro palazzo losannese, apprendo con stupore che la mente umana non ha davvero confini, e spazia senza pudori nel multiforme universo dei "se" e dei "proviamo", spalancando le porte alle infinite combinazioni possibili di tutto quello che è.

Perché qui qualcuno ha detto: "Perché non rivestiamo le pareti interne di questo minuscolo ascensore di moquette marrone?" e qualcuno ha risposto "Bella idea!".


E mentre voi riflette sulla portata di tutto questo e sulle conseguenze che dei brevi dialoghi possono avere in termini di polvere trasportata, senso di oppressione, temperatura e disagio, mentre voi riflettete, ecco, io prendo le scale, grazie.

28 marzo 2017

I super poteri

Prima di diventare mamma, ho sempre pensato che le mamme avessero dei super poteri: qualcosa che gli altri non hanno, e non avranno mai, e che non è solo l'onore di respirare per due, di sognare per due e poi d'un tratto, l'onere di imparare a lasciare sognare, ma qualcosa di molto più concreto.
Le mamme (o almeno, la mia) sanno fare tutto, hanno tempo per tutto, e soprattutto per tutti, sanno dove trovare tutto, e hanno buon gusto e buon senso su qualsiasi aspetto della vita umana. 
Le mamme, insomma, sono lì, irraggiungibili e perfette nella loro mammitudine, e per fortuna che a ciascuno gliene tocca una, che fa sempre veramente comodo.
Poi sono diventata mamma anche io, e un po' mi sono ricreduta. 
Avevo spesso sonno, e questo mi faceva pensare che da qualche parte mi ero persa questi super poteri, che a me, mannaggia, non erano arrivati, nonostante avessi partorito con dolore etc, etc.
Ci sono tante cose che non so fare, troppe cose che non so, il mondo è troppo grande per tenerlo nella mia borsa. 
Peccato, sarò una mamma senza super poteri - pensavo. 
Si vede che esistono anche queste - pensavo - anche se io non ne ho mai incontrate prima.
Poi, un martedì qualsiasi, io e T. andiamo al centro sociale di quartiere, giusto un attimo, perché, tra una cosa e l'altra ci andiamo veramente un attimo, però.
Però in quell'attimo mi assegnano un bolerino azzurrognolo e un piatto di plastica arancio e mi dicono, con garbo per carità, ma il senso è quello: bene, sabato prossimo attività di mezza quaresima, tema "i clown", presentarsi con bimbo vestito da clown alle ore X al posto X per sfilata, attività e merenda, arrivederci.
Panico.

Ma i super poteri sono arrivati, sotto forma di pezzi di stoffa vecchi, pulisci pipa, colla e un po' di fantasia, e il vestito da clown si è materializzato, proprio quando T. era all'asilo, e avevo giusto quei due minuti per tirare il fiato, e accoglierlo.
E gli stava benissimo!

Quel sabato, poi, ha piovuto, ma il corteo colorato di pagliaccetti e delle loro super mamme non lo ha fermato nessuno.