Ed eccoci arrivati a Ferragosto, ultimo giorno delle mie lunghe vacanze, o della mia lunga maternità, o della mia lunga disoccupazione, o del come si voglia chiamare questo periodo passato fuori dal mercato del lavoro, ma decisamente dentro alla mia vita.
Rientro nel mercato con entusiasmo, è innegabile, ma anche sospetto, per il mio primo lavoro "vero", come chiamiamo noi scienziati i lavori fuori dal mondo accademico - come se un phd o un postdoc succhianima non fosse da considerare lavoro, strani scherzi della lingua.
Dicevo, rientro nel mercato con entusiasmo, emozionata come al primo giorno di scuola, ma anche con i classici, terribili sensi di colpa, condivisi da quanto capisco da tutte le mamme lavoratrici.
Ma T. cresce, ha voglia di parlare il Francese, cosa che non sono in grado di insegnargli, ha voglia di stare e giocare con i bibbi (bimbi), cosa che io - ahimè - non sono, e allora così mi giustifico, che sia arrivato anche per lui il momento di entrare in società a tempo pieno, con le sue maestre svizzero-brasiliane, il suo compagno d'asilo andorrano e quello giapponese, in quel crogiolo che è l'asilo dell'Università.
Gli ho fatto uno zainetto per andare a scuola, allora, per attutire un po' i sensi di colpa, e per portare da casa a scuola (e viceversa, per carità!) Tintin, compagno di mille avventure e di mille pisolini.
Non è molto, uno zainetto, in cambio di 45 ore a settimana.
Però dai, è a forma di pesce!
Buona scuola a T., buon lavoro a me, e buon Ferragosto a tutti!