Premessa: a mio figlio T. non piacciono le uova. Non è un capriccio, è che proprio non gli sono mai piaciute, e continuano a non piacergli seppur periodicamente riproposte. Il che, con una mamma quasi vegetariana e un papà avverso ai latticini, è un minuscolo dramma culinario di per sé, ma oggi, amici, parliamo d'altro.
All'uscita dall'asilo, l'altro giorno, la maestra è impegnata nel resoconto della giornata del giovane T., completo di che cosa avesse mangiato e cosa no.
Traduco simultaneamente dal francese:
"... e poi ha mangiato tantissimi spaghetti alla carbonara"
"Davvero?"
"Davvero sì, tantissimi"
"Che bello! Ma mi fa strano, ma siamo sicuri fossero alla carbonara?"
"Sì sì alla carbonara, e che di gusto che li ha mangiati"
"Ma alla carbonara carbonara? Con l'uovo?"
"Uovo?"
"..."
"No, niente uovo, c'era la pancetta e la panna, alla carbonara, no?"
Ed ecco che i miei occhi devono aver trasmesso quel baratro che si crea nello stomaco dell'espatriato che no, non vuole essere scortese, né atteggiarsi a grande chef, né nient'altro, è solo che la carbonara con panna e pancetta, senza uovo, non si chiama carbonara, mi dispiace, al limite si chiama pasta con panna e pancetta, e allora per questo non ci siamo capite, non son mica qui a giudicare nessuno, ognuno è libero, per carità, di mangiare la pasta come più gli aggrada, solo, la terminologia è importante, e mi ha confusa.
Così lei si è sentita in dovere di aggiungere "sì forse non è proprio la carbonara originale, come la fate voi in Italia, ma è buona".
E io mi sono fatta piccola piccola, dispiaciuta che la maestra si fosse sentita guardata dall'alto della cucina italiana in basso, ma io giuro non volevo, era solo per capire, perché il giorno che T. mangerà la carbonara (quella vera) farò i salti di gioia e allora, ecco, volevo solo essere sicura, prima di prendere lo slancio.
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