12/12/2021 - 16/12/2021 "La cultura componibile" di L. Russo.
Un libretto di poche pagine, che si legge in qualche sera, quasi una chiacchierata con un amico, ormai, dopo che con l'altro suo libro mi ha tenuto compagnia per così a lungo! E poi, nato a Venezia, ha fatto il Classico e studiato Fisica all'università: solo per l'affinità che ci lega ho dovuto leggere i suoi scritti, che oltre ad essere di una ragionevolezza disarmante, sono anche godibili e divertenti.
La mia mamma me lo ripeteva da quando, seduta sulla scaletta in cucina che porta in terrazza, me ne stavo a farle compagnia mentre cucinava: "il buon senso è morto affatto, la Scienza, sua figliola, l'ha ucciso per veder com'era fatto". Questo uno dei tanti concetti del libro, la decadenza della specializzazione della Scienza a scapito di una conoscenza diffusa e condivisa che fa bene alla società e quindi a tutti. La mia mamma lo diceva meglio, e ancor più succintamente, ma Russo lo spiega altrettanto bene, e nell'assurdità dei tempi moderni, fa pure intravedere uno spiraglio di redenzione. Che per la prima microrecensione del'anno, insomma, ci vuole!
Consigliato a chi si interessa di Scienza, di educazione, di società, e di una qualsiasi delle loro intersezioni.