01 marzo 2012

Global & Colon (izzazioni)

Due fatti.
Primo. Mi giunge dall'amata Cuba un finto documentario, girato dai ragazzi conosciuti a Sancti Spiritus, su una fantomatica colonizzazione italiana dell'isola (visto l'elevatissimo numero di compatrioti che, per un motivo o per l'altro, ultimamente si aggira per questa cittadina). Mezz'ora di sarcasmo cubano condito con pesto e nutella: semplicemente, un capolavoro.
Secondo: una cena fra colleghi, tre olandesi, due italiane e un messicano, dove si è mangiato cosine cosucce cosette in agrodolce autopreparate, e, per finire, banane impastellate e fritte, con cocco spadellato e gelato fiordilatte, tipico dolce olandese di tradizione indonesiana.

Va bene la nostalgia di casa, va bene il ritorno alla terra e alle origini, va bene la semplicità e il chilometro zero, ma io ancora mi faccio travolgere dall'internazionalità, a volte, e non riesco a non sorridere, al pensiero di avere il Mondo in tasca, l'orizzonte aperto davanti a me, e una strada che mi porta dappertutto.

Poi lo so che non è tutto oro quel che entusiasma, ma per l'appunto hanno dato il nome di un pezzo di intestino, a tutte quelle cose brutte che l'accorciare delle distanze porta con sé.
No?

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