27/07/2013 - 03/08/2013 "Una teoria dell'invisibilità" di M. Benedetti. Banale e pedante, un esercizio di stile (non condivisibile) didattico e mal riuscito.
Una storia prevedibile e per di più priva di qualsiasi interesse.
O forse son io che non ho capito nulla, per carità.
Magari l'autore ha una qualche scusa per questo libro: chessò, l'ha scritto molto giovane (sugli otto anni?), o l'ha scritto senza rileggere mai, o saltellando su un piede solo, o con un ginocchio.
Fatto sta che è la conferma che io, a farmi ispirare dalle copertine e dai titoli dei libri in libreria, son inabile.
Impeditemi ogni acquisto, vi prego, la prossima volta.
Una storia prevedibile e per di più priva di qualsiasi interesse.
O forse son io che non ho capito nulla, per carità.
Magari l'autore ha una qualche scusa per questo libro: chessò, l'ha scritto molto giovane (sugli otto anni?), o l'ha scritto senza rileggere mai, o saltellando su un piede solo, o con un ginocchio.
Fatto sta che è la conferma che io, a farmi ispirare dalle copertine e dai titoli dei libri in libreria, son inabile.
Impeditemi ogni acquisto, vi prego, la prossima volta.
Anche io come te mi faccio prendere dalle copertine dei libri...
RispondiEliminaEssendo in questi giorni a Venezia a seguire la Mostra del cinema, gironzolando in una piccola libreria in Zattere mi sono imbattuta nel libro di cui tu parli . Una teoria dell’invisibilità. Il titolo... La copertina... Lo prendo... Mi riprometto di leggerlo al Lido fra una proiezione ed un’altra.
Beh che dire... Innanzitutto è un libro invernale... Un libro che parla di nebbia e di gente in cappotto è anacronistico leggerlo in estate con questo caldo! (Che posso farci! Io scelgo i libri a seconda della stagione!!!). Tuttavia... Anche se il tema dell’invisibilità è già stato ampiamente trattato in mille libri e altrettanti film (e qui la storia si dipana sin troppo chiaramente nonostante tutta quella nebbia!) non mi è dispiaciuta affatto l’atmosfera dell’ambientazione, la descrizione degli avvenimenti e “il pallore” dei personaggi...
Come dici tu sarà pure un esercizio di stile non condivisibile ma da questo a dire che l’autore l’ha scritto a otto anni e saltellando su una gamba sola... Che esagerata...
Certo non vincerà il Pulitzer ma la tua recensione mi sembra un po’ troppo cattiva!
Forse l’hai scritta mentre avevi le mes... o ti giravano i c... per qualcosa, o magari in quell’isola del nord dove sei stai subendo l’effetto “Shining” e fra un po’ ti vedremo con un’ascia in mano a spaccare tutto!!!
Non voglio sembrare esagerata io adesso ma ti confesso che fra i film che ho dovuto (per lavoro) sorbirmi alla mostra del cinema quest’anno, non mi dispiaceva affatto fare una pausa con il libro che non ti è piaciuto così tanto!
Per carità... Forse è tutta una questione di aspettative...
Poi vedo che sia te, sia l’autore siete di origine veneziana! Nemo propheta in patria forse?
Buone letture!
Angela Tognana
Freelance
angela.tognana@gmail.com
P.S.: Nessuna parentela con l’autore
Gentilissima Angela,
Eliminagrazie per il commento alla mia recensione. Il dubbio certo me lo hai messo, che sia solo questione di nemo pofeta in patria? Allora ci ho ripensato un po', a quel libro, ma devo dire che proprio non mi è andato giù, e per due motivi fondamentali: 1. il fatto che si capisca che il protagonista è morto alle prime pagine della storia mi ha tolto tutta la suspance e l'atmosfera (e la voglia di continuare a leggere, ma ammetto di abbandonare i libri a metà solo in casi estremi, e questo, per carità, non era tra quelli!) e 2. quell'uso spropositato di aggettivi chiaramente ricercati per fare effetto sul lettore, proprio non son riuscita a digerirlo.
Che dire, la cosa bella della lettura è che non è mai fine a se stessa, ma sempre stimolante, in positivo e negativo. Mi piace leggere dei libri e, in quanto lettrice, formarmene un'opinione. E certo mi incuriosisce e mi interessa sentire le opinioni degli altri, quindi grazie ancora per il tuo commento.
Spero di incontrarti ancora a tra le pagine del mio blog!