06/02/2014 - 06/04/2014 "Il porto dell'amore" di G. Comisso. Il libro è diviso a metà: c'è un tempo di pace, e uno di guerra.
Il primo, è tempo di navigazione tra Chioggia e l'Istria, di commercio, di contemplazione della vita semplice, dei pescatori e dei marinai.
Il secondo, è un tempo carnale, di vissuto all'estremo. Nella Fiume degli arditi, tutto è amplificato: l'amicizia, la dolcezza della Natura e del viaggio per mare, la malattia, la guerra con il suo puzzo e i suoi morti.
Come in un dipinto, in entrambi i tempi ci si stupisce del dettaglio, della forza evocativa di alcune immagini. Non c'è racconto, non c'è intreccio narrativo, solo un succedersi di scene, di porti e rade prima, di incontri, e di stati d'animo poi, raccontati in prima persona attraverso gli occhi da poeta dell'autore.
La guerra in soggettiva, la Storia vista dall'uno, fa male soprattutto per la sua umanità.
Il primo, è tempo di navigazione tra Chioggia e l'Istria, di commercio, di contemplazione della vita semplice, dei pescatori e dei marinai.
Il secondo, è un tempo carnale, di vissuto all'estremo. Nella Fiume degli arditi, tutto è amplificato: l'amicizia, la dolcezza della Natura e del viaggio per mare, la malattia, la guerra con il suo puzzo e i suoi morti.
Come in un dipinto, in entrambi i tempi ci si stupisce del dettaglio, della forza evocativa di alcune immagini. Non c'è racconto, non c'è intreccio narrativo, solo un succedersi di scene, di porti e rade prima, di incontri, e di stati d'animo poi, raccontati in prima persona attraverso gli occhi da poeta dell'autore.
La guerra in soggettiva, la Storia vista dall'uno, fa male soprattutto per la sua umanità.
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