Come ogni anno, Agosto è la stagione delle luci.
È da fine Maggio che qui al Nord non le usiamo più, tanto tardi tramonta il Sole, che si è già sotto le coperte, e tanto presto si alza, che il buio lo si vede solo ogni tanto, se si va a fare pipì, tra un sogno e l'altro.
Invece ad Agosto il ritmo ritorna pian piano quello a cui siamo abituati, e la sera, intorno alle undici, ecco, è di nuovo buio. E si accendono le luci.
Oppure si esce, che non pare vero, questo manto scuro su tutto, che quasi ci eravamo dimenticati, la diga, le pecore, l'erba nera.
E la spiaggia, e il mare.
Ma ci son luci anche qui. Luci acquatiche, marine, a scintillare dove si rompe l'onda. All'inizio, quasi non ci si fa caso, poi un lampo verdastro si infrange su un molo, poi a riva, e d'improvviso, con la marea che si alza, sono dappertutto.
Sguazzare con i piedi tra le schegge di luce dà sempre una grande soddisfazione, i piedi avvolti da scarpette di cristallo, che Cenerentola se le sognava.
Niente più buio, al mare, quindi, in queste sere di calma di vento.
E se, per cercarlo, alzi la testa verso il cielo, sei sopraffatto da una miriade di stelle, luci anche lì, che era tanto che non le si vedeva.
E tante ce ne sono, di stelle, quante ne cadono, ad Agosto.
Con questi cieli nordici a tuttotondo, dove non c'è niente a fermare l'orizzonte, se ne vedono decine e decine, con le loro code morbide e pettinate, precipitarsi verso la Terra per non so quale appuntamento.
Ieri, a contarle, ho addirittura finito i desideri.
Non capita spesso, son sicura sia di buon auspicio.
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