16 febbraio 2016
12 febbraio 2016
Un nuovo espatrio
Ed ecco che il motivo primo per cui mi trasferii sull'Isola, anni e anni fa, viene meno, così, d'un tratto. Prima dovevo finire un dottorato, poi, l'ho finito.
Non faccio neanche in tempo ad accorgermene, mi fregio del titolo di dottore per pochi minuti, giusto il tempo prima della poppata successiva, giusto il tempo prima di finire lo scatolone successivo.
Che la vita sull'Isola va inscatolata e consegnata alla ditta dei traslochi, che si parte, presto, prestissimo, verso Sud.
Si torna a casa? No, non è ancora il momento. Per adesso gironzoliamo per l'Europa ancora un po'.
E quindi si parte, in auto, con la culla ripiegata nel bagagliaio, il passeggino pure, il mio certificato di dottorato arrotolato fra i calzini, nello zaino, il sale e il pepe e l'olio della casa sull'Isola, che una certa continuità ci vuole, e via, Texel (NL), Echt (NL), Houffalize (BE) e Pont-à-Mousson (FR), e poi Pontalier (FR) e infine, la nostra nuova casa, questa volta sul lago: Losanna.
Ci accoglie al tramonto, dipinta di rosa dalla neve e dall'acqua che l'incoronano.
Niente diga, niente vento.
È una città, con la metro, gli uffici, i bar.
Che ne sarà del Bar Itti?
Ci son salite, discese, montagne, ponti di strade ad attraversare altre strade, scale e ascensori.
E la mia bici?
Le barche ormeggiate a due passi dalla strada, la spiaggia dietro la pineta, una specie di Barcola Alpina.
Ma dove sono le dune sconfinate? La sabbia fina che punge nel vento?
C'è un cielo di città, son sparite le stellate maestose dell'Isola. Sparita la via lattea, sparito il cielo a tuttotondo.
Soprattutto, sparite le pecore.
Niente belati, solo il cinguettio mattiniero di uccelli cittadini, in sosta tra un albero e un palazzo. Mi mancava, e non me ne ero neppure resa conto, finché non li ho sentiti, dopo tanti anni, con la poppata delle 5.
C'è un lago, qui.
Ma dov'è il mare?
Ci vorrà tempo, pazienza e entusiasmo, per far di questo espatrio nuovo una nuova casa, incastonata fra i monti, sulle rive di un lago grande, o di un mare piccolissimo, se vogliamo.
Ma dall'Isola ormai siamo salpati, e questo è il porto da cui vi scrivo, per il momento.
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09 febbraio 2016
Famiglia
Un po' di giorni fa il postino suona alla porta. Deve
recapitare qualcosa, l'ho visto avvicinarsi dalla finestra con in mano un pacco, e già sobbalzo di curiosità.
Apro la porta a vetri e lui con
un sorriso mi guarda, mi porge la penna per firmare la ricevuta, e nel
suo Olandese più cordiale mi chiede: è lei Famiglia?
Sbircio il pacco, giustamente indirizzato a "famiglia Subirotamic, via etc etc", e intuisco.
Sì, sono io, sono io Famiglia.
Olanda, terra della flessibilità e dell'elasticità linguistica, ove "famiglia" si dice "familie", insomma, non era poi così difficile, ma niente, anche stavolta, non ti smentisci.
E allora sulla ricevuta firmo così, Famiglia, che in fondo, è pure un bel nome.
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