16 giugno 2016

Di scarpe e abitudini

Sono fortunata: per ora non mi è stato dato di vivere in posti normali, città come tutte le altre, posti senza qualcosa di, letteralmente, straordinario. Vengo dalla città più bella del mondo, palazzi di merletto avorio sui canali verdi, mosaici d'oro e silenzio. Ho abitato sei anni su di un'isola del Mare del Nord, vento, dune di sabbia, e Mare del Nord, appunto. E ora me ne sto qui, sulle rive di un lago, in bilico in questa città pendente, tra pascoli, cioccolato e cattedrali.
In ognuno di questi posti mi piace notare come, per la peculiarità del luogo, ci siano degli abiti, o meglio, delle calzature che altrove risulterebbero quantomeno bizzarre, e che invece sono sdoganate o addirittura ben viste non solo per l'uso quotidiano, ma anche per qualche occasione che magari richiederebbe una calzatura più classica, un pranzo di lavoro, chessò, un'occasione, ecco.
Nella città lagunare, parlo ovviamente degli stivali di gomma al ginocchio, che per via dell'acqua alta, passano assolutamente inosservati tra le botteghe eleganti del centro, le chiese, e in un raggio di una trentina di chilometri in treno o in autobus da e per Venezia.
Sull'Isola, parlo degli stivali antinfortunistica da pescatore. Utilissimi su ogni terreno difficile, dalla sabbia al fango, alla neve e al ghiaccio, sono accettati al bar, al ristorante, in ufficio, dal parrucchiere, in spiaggia o in bicicletta. Disponibili in due colori, marrone scuro o marrone tendente al giallo, dividono la popolazione dell'Isola in due, a seconda della scelta cromatica. Perché tutti ne hanno un paio, senza eccezione. Io, per dire, sono della fazione dei gialli.
Qui, nell'opulenta cittadina svizzera, la calzatura sdoganata è senza dubbio lo scarponcino da montagna, che ho visto arrampicarsi nelle stradine centrali, tra una banca e l'altra, entrare in cioccolateria o prendere un caffè di lavoro nei sofisticati bar Nespresso.
Durante i mesi invernali, anche aggirarsi in centro con un paio di sci in spalla è normale. Ho visto gente al supermercato fare la spesa con gli sci sotto braccio. E ovviamente, scarponi da sci ai piedi.
Non proprio la calzatura più comoda per una passeggiata in città, ma tant'è, a volte qui si incontrano eteree donzelle in tacco 12 scalare, o peggio ancora, discendere, i viottoli e le scale di questa città obliqua.
E se la scelta è tra scarponi da sci e tacchi alti, datemi gli stivali da pescatore, vi prego.

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