17 ottobre 2019

Dieci anni altrove

A settembre di dieci anni fa ho spostato la mia residenza fuori dall'Italia: pensieri.

Dieci anni altrove,
uno più di nove.
Tra la meraviglia dell'esser andata via,
e la nostalgia.

Su quel filo sottile tra la bella avventura,
l'isolamento, il dubbio, e la paura.
Aerei e treni presi piangendo,
valigie fatte ridendo.

Ho perso tempo a casa, e quello è andato
perduto il quotidiano, il troppo, lo sbagliato.
Rimane solo il tempo voluto e organizzato,
rimane quel che leggo, e un ricordo patinato.

Amici ognuno nel o dal suo altrove,
si è imparato a forza tante cose nuove.
Alcune interessanti, altre meno,
ché c'è la pioggia prima dell'arcobaleno.

Due bimbi partoriti in Paesi differenti,
con un concetto strano dei parenti.
La loro casa è qui, per loro è rovesciato,
per lor son nonni e zii che son nel posto sbagliato.

Così vivendo altrove è facile pensare,
che tutto no, ma tanto, è relativo
che se son qui c'è almeno un buon motivo,
ma un giorno, se si vuole, si possa ben cambiare.

Radici fragili e sottili,
mi lasciano le strade tutte aperte.
Quella di casa pure, altre più incerte
ma che sappiamo poi non così ostili.

Per cui per il momento mi godo i monti e il lago,
che oggi qui c'è il sole, e il futuro, oltr'a esser prodigo, è vago.

Dieci anni altrove,
uno più di nove.
I prossimi, davvero, chi lo sa?
e questa è una magia
dell'esser andata via. 

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