01/01/2022 - 14/03/2022 "Un pappagallo voló sull'Ijssel" di K. Abdolah.
La modalità di lettura diluita di questo libro è il frutto di un mio grave, gravissimo errore. Ho cominciato a leggerlo durante le vacanze di Natale, rubandolo da uno scaffale dei miei genitori, come è ormai usanza per chi come me bazzica case diverse, in paesi diversi (la cosa è reciproca, anche i miei genitori rubano dai miei scaffali, non sono mica la sola!).
L'ho scelto perché mi era venuta voglia di Olanda, dopo avere letto questo, e sapendo che di lì a relativamente poco sarei finalmente tornata in suolo neerlandese. Come sapete, e se non lo sapete è davvero difficile immaginarlo, Kader Abdolah è un bravissimo scrittore olandese, forse il mio preferito.
Ma poi l'errore. Dopo alcune notti passate a divorare il romanzo, il giorno della partenza, eccomi dimenticarlo sul comodino, dall'altra parte delle Alpi. Dramma.
Ho dovuto aspettare le vacanze di Febbraio per tornare in Italia, e finalmente poter riprendere la lettura di questo libro che racconta, in gran parte un'autobiografia, la storia dei primi immigrati politici dal mondo Arabo in Olanda, a partire dagli anni '70. Ne seguono la Storia di un paese, e una moltitudine di intricate storie familiari, le difficoltà, le vittorie e le sconfitte, che in gran parte hanno gettato la base di quello che è al giorno d'oggi la gestione dell'immigrazione Olandese.
Un pezzo di Storia importante, una scrittura che tiene incollati alle pagine, un'umanità, nelle tante trame, e una semplicità disarmante, che mi hanno fatto gocciolare lacrime pesanti su tante pagine. Consigliato a tutti, anche a chi non si interessa di Olanda in particolare, ma si interessa di umanità, in generale, sia dalla parte di chi si sposta, sia dalla parte di chi accoglie, in qualche modo, e come può.
Un libro senza sentenze né giudizi, cosa preziosa e delicata, di questi tempi e su questi argomenti.
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