Pare allora sia iniziato anche quest'anno, sull'Isola.
In giro, ci sono: un Sole sfavillante, un cielo blu blu, una Luna sottile, minuscoli fiocchi di neve.
C'è il trambusto di un lavoro che sta per finire (-9 mesi!), e che sto cercando di spremere fino alla fine, approfittando di tutte le buone occasioni che offre; c'è il trambusto di un trasloco imminente, un trasloco passivo, si può dire, che scombussolerà tutti gli spazi, i tempi, tutte le mie tradizioni personali di abitante solitaria, gli scaffali, il ripostiglio, l'anima.
C'è il trambusto di un anno che inizia, con il suo carico di cose belle e nuove da costruire, di cose brutte che non si riescono a buttare via, ma chissà, magari, si sa mai, magari quest'anno, sarà diverso (primo proposito).
C'è poi sempre quel trambusto che son proprio io, con tutte le mie cellule, quell'equilibrio fragile tra il mio corpo, e quello che ci metto dentro, quello con cui lo imbalsamo e lo vesto, quello che ci faccio.
Dovrei prendermene un pò più cura, ecco (secondo buon proposito).
E ci son poi, in giro, sul tavolo, su internet, sulla carta, quelle mille cose che ho iniziato, e che dovrei pure, in mezzo a tutto questo trambusto e confusione, finire o portare avanti con buon senso (terzo buonissimo proposito).
Che altro, in giro, a inizi'anno?
Un materasso a due piazze gonfiabile rotto, ereditato da non si sa più ormai quale temporaneo collega, che mi occupava mezza credenza in salotto, che finalmente ho buttato via; la mia bici, scattante e performante come sempre, che morde l'asfalto ghiacciato ogni mattina e, per finire, ci son due nuove, splendide, tazze da tè, bianche come la brina, pronte per essere inaugurate, e per inaugurare l'anno, in due.
Mi pare tutto: ora, son pronta a cominciare.