31 luglio 2015

Minuscoli drammi quotidiani/28: La conservazione del fastidio

Dopo anni di attente osservazioni scientifiche, misure meticolose del microclima locale, attese pazienti al di qua di un vetro sferzato da raffiche di vento, pioggia a secchi, o da chicchi di grandine, posso dire di essere finalmente giunta ad un teorema enunciabile, snello e completo, valido senza eccezioni su quest'Isola.

Enunciato: T + V + CN + P = K

Ossia, qui temperatura (T), vento (V), copertura nuvolosa (CN) e quantità di pioggia (P) si sommano sempre e comunque a una costante (K).
E a una costante che produce del fastidio.
Cosa vuol dire? In parole povere, significa che se c'è il sole, allora tira vento, se invece piove, c'è un caldo soffocante, o se c'è un freddo artico, allora c'è il sole e si vorrebbe quasi andare in spiaggia, o almeno mettere il naso fuori da quattro mura, quasi..., se solo..., etc. etc.
La costante fastidiosa K è difficile da quantificare, ma è pure irrilevante, il punto è che è fastidiosa. Tipo 347, oppure 1/√2, se è una costante normalizzata a 1, uno di quei numeri che non si capisce perché, che non ci si capacita.
Ma che intanto ti remano contro mentre tu pedali controvento, lungo queste strade diritte diritte, piatte piatte.

Non è che questo teorema sia di gran consolazione, in mezzo a tutto questo fastidio, ma almeno ogni giorno posso constatare con compiacimento il successo della teoria.
Che son piccole soddisfazioni da prendersi, in mezzo a tutta questa scienza in cui navigo.

22 luglio 2015

Nelle lunghe sere d'estate...

In questo periodo in cui ho altro da scrivere, nelle ancora lunghe e luminose sere isolane, allora, faccio.
Faccio un umano piccolo piccolo, che sembra una cosa difficile, invece non lo è affatto, basta mettersi lì, sul divano o su una sedia, o camminare, nuotare, andare in bici, e lui si fa da se', senza pretese.
Pezzettino per pezzettino cresce, e tu neanche te ne accorgi.
È molto comodo.

Così, per ringraziarlo del suo gran daffare, anche io mi metto a produrre qualcosa.
Per ora, ho riciclato una coperta della Delta, rubata dall'aereo tornando da New York.
In fondo, ci siamo andati insieme laggiù, quindi è una specie di suvenir d'oltreoceano da uno dei suoi primi viaggi.
L'ho piegata, tagliata, foderata e decorata a piacere: a qualcosa, immagino, verrà utile.


Per un piccolo marinaio, ancora lontano, ma con una rotta ben precisa.





20 luglio 2015

Microrecensione #98: "L'uomo che scambiò sua moglie per un cappello" di O. Sacks

7/06/2015 - 8/7/2015 "L'uomo che scambiò sua moglie per un cappello" di O. Sacks. Per me digiuna di qualsivoglia nozione di medicina, e ancor di più di neuropsischiatria o giù di lì, un libro estremamente interessante e piacevolmente coinvolgente, nonostante il suo carattere clinico.
Una serie di personaggi da conoscere, anche per rendersi conto di quanto sia complessa la nostra visione di noi stessi, e di noi stessi nel mondo e quante altre visioni diverse, in realtà, possano esistere e portare a un'esistenza quotidiana speciale.
Ma non per questo meno degna di essere vissuta, o raccontata.

07 luglio 2015

Di Isola in Isola...

Si è andati, di Isola in Isola, in vacanza, dal Mare del Nord al Mediterraneo, in Sardegna, che il primo giorno, quasi, la differenza non si notava, vento forte da Ovest, la sabbia bagnata, le onde arrabbiate a rompersi a riva, schiumando.

Spiaggia di Piscinas.
Ma in vacanza, si sa, è tutto diverso. Sarà stato il sale nell'aria, a cui qui al Nord non siamo più abituati, il sale del Mediterraneo, cristallino e prepotente, che tira sulla pelle, che pizzica la lingua. O sarà stato perché in vacanza basta un'ora, e tutto cambia. Non ci sono mesi di grigio, ci sono solo attimi di tempesta, e attimi di Sole, di verde, di blu.
 
Belvedere a Nebida.
Cala Domestica, indecisa tra la tempesta e il Sole.
Poi l'Estate ha preso il sopravvento, e non ci sono stati più dubbi. Solo spiagge di quarzi scolpiti dal mare, arrotondati, resi quasi soffici dalle onde, e pomeriggi a guardarne i chicchi, anche solo una manciata è sufficiente.
 
Paleospiaggia di Is Aruttas.
Che poi, ti volti un attimo dall'orizzonte marino, e ci son spighe che già abbagliano,
 
Alle spalle della spiaggia di Mari Ermi.
o villaggetti votivi, che son votivi da tremila anni, passando via via da una divinità all'altra, dall'Acqua, la Madre Terra, fino ad arrivare a San Salvatore. Che in fondo a una scala ripida la cripta con il pozzo sacro ancora c'è, e chissà fra mille anni, quale dio ci berrà.
 
Villaggio di San Salvatore.
Ho anche imparato che in questa Sardegna si può viaggiare nel tempo, e quando fuori c'è un Sole rovente, che solo gli ulivi riescono a tenere un po' in là, si può entrare in un nuraghe, e guardare il mondo proprio come lo vedevano tremila anni fa, da dentro le stesse pietre, sotto lo stesso Sole rovente, e pensare che l'Estate, in tutto questo tempo, non è poi cambiata così tanto.

 
Nuraghe a S. Cristina, da dentro a fuori.
Oppure si può volare, in cima a una scogliera sul mare, e respirare così forte che il sale brucia in gola.

 
Me medesima, su scogliera nei pressi di Argentiera.

Ci son poi i colori, d'Estate, che d'Inverno non ho mai capito dove vadano, o chi se li porti via.
 
Bosa, porta numero 43.
E la frescura delle grotte sul mare, con quel loro mistero, quell'odore, quei loro disegni, sculture, rumorini di gocce.

 
Ingresso della Grotta di Nettuno.

E il Mare, che abbraccia la Terra, sempre, e la accarezza, e le fa compagnia, anche quando è difficile, anche quando il Sole tramonta, anche quando il Sole gocciola fatica e caldo, lui la rinfresca con il suo blu smeraldo.
 
Veduta di Capo Caccia dalla cima del Monte Timidone.
 
Vicino alla spiaggia di Cala del Porticciolo, tramonto.
 

Arrivo alla spiaggia di Cala Luna, dal sentiero.
Tutto per quella riga di costa dove si incontrano, Mare e Terra, dove si baciano, dove stanno insieme e passano un'Estate così, a rincorrersi, quasi banale, anche loro sotto un ombrellone, di una banalità così semplice e pulita, bellissima.
 
Spiaggia di Cala Luna.
Un posto speciale, insomma, quest'Isola di Sardegna.
E il nostro primo Mare in tre.
Non poteva che essere straordinariamente azzurro.
 
Spiaggia nel Parco Naturale di Biderosa.