31 luglio 2015

Minuscoli drammi quotidiani/28: La conservazione del fastidio

Dopo anni di attente osservazioni scientifiche, misure meticolose del microclima locale, attese pazienti al di qua di un vetro sferzato da raffiche di vento, pioggia a secchi, o da chicchi di grandine, posso dire di essere finalmente giunta ad un teorema enunciabile, snello e completo, valido senza eccezioni su quest'Isola.

Enunciato: T + V + CN + P = K

Ossia, qui temperatura (T), vento (V), copertura nuvolosa (CN) e quantità di pioggia (P) si sommano sempre e comunque a una costante (K).
E a una costante che produce del fastidio.
Cosa vuol dire? In parole povere, significa che se c'è il sole, allora tira vento, se invece piove, c'è un caldo soffocante, o se c'è un freddo artico, allora c'è il sole e si vorrebbe quasi andare in spiaggia, o almeno mettere il naso fuori da quattro mura, quasi..., se solo..., etc. etc.
La costante fastidiosa K è difficile da quantificare, ma è pure irrilevante, il punto è che è fastidiosa. Tipo 347, oppure 1/√2, se è una costante normalizzata a 1, uno di quei numeri che non si capisce perché, che non ci si capacita.
Ma che intanto ti remano contro mentre tu pedali controvento, lungo queste strade diritte diritte, piatte piatte.

Non è che questo teorema sia di gran consolazione, in mezzo a tutto questo fastidio, ma almeno ogni giorno posso constatare con compiacimento il successo della teoria.
Che son piccole soddisfazioni da prendersi, in mezzo a tutta questa scienza in cui navigo.

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