27/09/2015 - 11/10/2015 "La saga di Gösta Berling" di S. Lagerlöf. Celebro la centesima microrecensione con una scrittrice svedese da Premio Nobel (1909), che pubblica questa sua prima opera nel 1891, e, per me, un premio se lo sarebbe già meritato allora.
La saga racconta di un anno particolare, da un Natale al successivo, un anno in cui le ferriere del Värmland, per un patto con il demonio (o forse no) sono governate da una strampalata e allegra compagnia di Cavalieri, musici, inventori, colonnelli in pensione, preti sconfessati e vagabondi, invece che dalla solida, amata e volitiva, Maggioressa di Ekeby.
I Cavalieri, con in testa l'eroe, Gösta Berling, ci fanno pian piano conoscere con le loro storie le vicende di questa regione del Nord, adagiata lungo un lago dai riflessi magici, striata di boschi dove abitano orsi invincibili e streghe, insieme a corpulenti contadini e a donne più invincibili degli orsi, reduci di guerra, nobildonne, pastori avari e santi.
Nella maggior parte dei racconti il bene e il male si mischiano, non ci sono personaggi sempre positivi o sempre negativi, c'è solo un intreccio di vite, vissute e da vivere, di uomini e natura, acqua, ferro, diavoli della foresta e angeli del focolare, descritti con uguale delicatezza e poesia, e spolverati di quell'aura magica che solo la luce e il buio del Nord possono irradiare.
Una saga perfetta, quindi, nella forma e nel contenuto, con un eroe di cui è difficile non cadere innamorate, come accade a quasi tutte le fanciulle del Värmland, o per lo meno, dal quale è impossibile non rimanere stregati.
"Il Sole è come Gösta Berling, rallegra chiunque gli stia vicino, perciò tutti tacciono il male che può aver causato."
La saga racconta di un anno particolare, da un Natale al successivo, un anno in cui le ferriere del Värmland, per un patto con il demonio (o forse no) sono governate da una strampalata e allegra compagnia di Cavalieri, musici, inventori, colonnelli in pensione, preti sconfessati e vagabondi, invece che dalla solida, amata e volitiva, Maggioressa di Ekeby.
I Cavalieri, con in testa l'eroe, Gösta Berling, ci fanno pian piano conoscere con le loro storie le vicende di questa regione del Nord, adagiata lungo un lago dai riflessi magici, striata di boschi dove abitano orsi invincibili e streghe, insieme a corpulenti contadini e a donne più invincibili degli orsi, reduci di guerra, nobildonne, pastori avari e santi.
Nella maggior parte dei racconti il bene e il male si mischiano, non ci sono personaggi sempre positivi o sempre negativi, c'è solo un intreccio di vite, vissute e da vivere, di uomini e natura, acqua, ferro, diavoli della foresta e angeli del focolare, descritti con uguale delicatezza e poesia, e spolverati di quell'aura magica che solo la luce e il buio del Nord possono irradiare.
Una saga perfetta, quindi, nella forma e nel contenuto, con un eroe di cui è difficile non cadere innamorate, come accade a quasi tutte le fanciulle del Värmland, o per lo meno, dal quale è impossibile non rimanere stregati.
"Il Sole è come Gösta Berling, rallegra chiunque gli stia vicino, perciò tutti tacciono il male che può aver causato."
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