14 giugno 2017

Minuscoli drammi/51: Occo bamba.

Al momento, qui da noi, "occo" può voler dire: biscotto (facile), moto (ok, suona abbastanza simile, dopotutto) o trattore (perché??).
Non sempre è facilissimo evincere dal contesto a quale "occo" il nostro piccolo oratore si sta riferendo, con evidente frustrazione crescente da entrambe le parti, e una ripetizione infinita di "occo". 
I vicini provano a indovinare (in francese), la madre si strappa le vesti, il padre propone di fare cavalluccio, per cambiare discorso.
Finalmente, un indizio: "occo bamba".
Siamo salvi, ora è tutto chiaro: si sta parlando del trattore, che è finito irrecuperabilmente sotto il divano.
Sì, perché qui da noi, per qualche strano motivo che non ci è dato sapere, il trattore è di un bel fucsia acceso, ed è guidato da una volitiva, e biondissima, bimba.

 

12 giugno 2017

Meno dieci, silenzio, e me.

Per chi ha pezzi di famiglia sparsi in giro per l'Europa, non è facile avere del tempo per sé. C'è un piccolo da accudire, e il famoso villaggio che dovrebbe crescere il bambino è lontano un viaggio intero. Vivere in Svizzera e essere disoccupate, se per caso ve lo state chiedendo, non aiuta a sentirsi particolarmente motivate ad assumere una baby sitter, sia anche per poche ore. Ne consegue che quando capita di passare un po' di tempo dall'altra parte di quel viaggio, le possibilità aperte da alcune ore di libertà spalancate dalla presenza dei nonni sono a dir poco vertiginose.
Così ne ho approfittato, e ho preso la mia mezza giornata.
Di silenzio, di profondità, e per me.
Sono stata a 10 m di profondità, distesa su una delle piattaforme della piscina più profonda del mondo, dopo aver scoperto che si trova a pochi chilometri da Venezia.
Insieme al mio istruttore, G., ho passato due ore ad andare a fondo, io, il mio costume, la maschera e le pinne. E basta.
L'acqua termale rende la muta superflua. 
L'aria che non c'è rende la maggior parte dei movimenti superflui.
Anche i pensieri, non c'è aria per loro. 
C'è solo per scendere.
Starsene sul fondo di un mare artificiale, ma schiacciata da una pressione reale che mi tiene insieme.
Ascoltare fuori, ascoltare dentro.
Bello.
Poi c'è la confusione italiana del treno per tornare a Venezia, e T. con le sue prime chiacchiere, e i nonni con le chiacchiere accumulate per via di questi viaggi che ci separano.
Anche questo, bello.
È come respirare a pieni polmoni.

A volte, però, è bello anche trattenere il fiato.

09 giugno 2017

Microrecensione #127: "Il burocrate e il marinaio" di C. M. Cipolla

27/05/2017 - 07/06/2017 "Il burocrate e il marinaio" di C. M. Cipolla. Da buona e fedele figlia della Serenissima, raramente ho letto libelli su pratiche marinaresche, portuali o sanitarie che non riguardassero la Repubblica di Venezia, o per lo meno l'alto Adriatico. Ed ecco, dopo quasi 10 anni di espatrio, mi sono decisa, ho aperto la mia mente, e mi sono lanciata nella lettura di questo breve saggio, che, come spiega il sottotitolo, tratta de la "Sanità" toscana e le tribolazioni degli inglesi a Livorno nel XVII secolo.
E me lo sono proprio goduto. Fulcro del libro è appunto lo scontro tra due civiltà: quella netta, per usare il linguaggio del tempo, tipica del Nord Italia, e quella, semplicemente, non netta, degli inglesi (e olandesi) del tempo. Diciamo "del tempo" così, dai, per correttezza.
Spassosi i botta e risposta tra i vari capitani inglesi, consoli inglesi a Livorno, e il Magistrato della Sanità Livornese di turno, interessanti, anche se forse un po' di nicchia, le liste dei carichi di ciascuna nave arrivata al porto di Livorno nell'intorno della Grande Peste di Londra del 1665. 
Per intenditori e curiosi. 
Il prof. Cipolla si riconferma insomma un grande autore.