Sono andata ARRRRoma.
Ho mangiato la pizza, le melanzane fritte, i funghi, le tagliatelle fatte in casa; e la provola, i pomodorini, le olive nere e il basilico verde. Il radicchio.
Ho bevuto buon vino, buon caffè, buoni amari, in posti piccini, raccolti, o sull'angolo di una piazzetta trafficata, ad un tavolo solido, in un salotto di casa, o ad un tavolino incerto, traballante sui ciottoli, intarsiato di ruggine.
Ho riempito gli occhi di cose belle, la pelle di Sole, il naso di profumi di fiori, e ho comprato dei libri in librerie poleverose e nascoste, vicino a negozi di paglia, a stradine sottili, a rampicanti fioriti.
Ho chiacchierato seduta su muretti notturni, tra celebri buchi della
serratura, aranceti, e una città che non dorme mai, con le sue chiese,
un nuovo Papa, il Quirinale, Montecitorio, e i poliziotti antisommossa a
presidiare il tutto.
Qui sull'Isola, la bella stagione, quest'anno, tarda.
Fa ancora freddo, stare all'aperto non è piacevole; anche le gemme, sui rami, sono timide.
E' anche per questo che sono andata ARRRRoma. Ho raccolto tutte queste cose, i fiori, i ciottoli, i libri, il basilico, le chiacchiere con gli amici, i poliziotti, le sommosse e il caffè, tutte le nuove lentiggini affiorate, e le ho messe in un sacco piccino, da bagaglio a mano, per carità!, per averle qui con me, sull'Isola.
Spero non mi servano ancora a lungo, spero che la Primavera, o l'Estate ormai, arrivi presto anche qui, ma fin che soffia questo vento gelido, io tiro fuori un dettaglio alla volta, e sorrido, e intanto, porto pazienza.
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