27 luglio 2013

Lode alla solitudine notturna (temporanea)

A me piace, la notte, tornare a casa sola. 
Che non ci sia nessuno ad aspettarmi, nessuno a preoccuparsi, nessuno a rigirarsi fra le lenzuola. Nessuno.
Così, non devo preoccuparmi neanche io, sono d'un tratto nessuno anch'io, e posso cambiare idea, e allungare la strada, ascoltare un po' di notte che filtra tra le finestre aperte, una doccia che bagna, incontrare qualcuno, che è nessuno anche lui, tant'è buio.
Mi piace perché mi sembra del tempo, quello in cui torno a casa da sola, nella notte, che è solo mio. Ne son padrona e lo spendo bevendo a una fontana, se sono a Venezia, oppure a guardare le lepri correre a nascondersi, se sono su, sull'Isola.
Mi fermo a guardare le stelle, lì al Nord.Perché a volte cadono.
Qui al Sud, si vedono meno, l'altra sera, solo una Luna gigante, che si sfilacciava tra le nuvole argento, e i canali lisci lisci.
E allora qualche minuto in più, o in meno, di sonno, non importa. Posso salire sulla diga a guardare il mare, e poi scivolare giù veloce, con la bici. Io e il rumore dei freni.
Oppure posso prendere quel ponte, camminare ancora un poco,  fino alla laguna dove altri nessuno sono venuti a rubare un po' d'aria alla marea.
Pedalo, e cammino da sola, a volte pensando a chi sarebbe bello m'aspettasse, dietro alla porta di casa. 
Però non stasera, non ora, soltanto temporaneamente, per carità, ma oggi mi godo i miei passi, i miei rumori, i miei tempi, e la mia buonanotte.
 


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