11 agosto 2019

Un mese.

È in un mese che ho imparato che si ha il secondo figlio quando si è pronte per un livello successivo di tutto. Si allatta il primo figlio con calma e concentrazione, così si impara ad allattare davvero con il cuore, e per fortuna non si scorda, un po' come andare in bicicletta, perché l'allattamento del secondo, quello sì è la vera sfida. In un mese la piccola A. ha mangiato mentre io, tra le tante attività e in ordine di difficoltà:
- leggevo un libro a T.
- vestivo T.
- cercavo di fare in modo che T., saltante sul divano a fianco a noi, non cadesse sopra A.
- costruivo camion di Lego

- gonfiavo e giocavo con un palloncino
- leggevo un libro a T. mentre nella stanza altre persone parlavano (d'altro)
E non sarebbe così importante se in questo primo periodo non si allattasse così tanto - cosa che invece avevo scordato.

Così l'ultima poppata della sera, quella fatta nella penombra, quando T. ormai dorme, e A. mangia per inerzia, con gli occhi chiusi e il respiro già lento, con Subirotamic seduto accanto a noi a farci compagnia, nel silenzio o nel rumore rassicurante di pioggia dei temporali di queste serate d'estate, ecco, quella, è uno dei momenti più belli di questo ultimo mese.
C'è stata tutta una giornata per rincorrersi, tra giochi, poppate, libri, pisolini, pranzi, cene, e discussione e domande e "perché", e ora siamo solo io e la mia bimba, nel nostro nido, e da qui io prendo le forze per la giornata che verrà domani, e lei quelle per tutta la vita che le corre incontro.


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