27 febbraio 2012

Tityre, tu patulae recubans sub tegmine fagi...

Ho sempre pensato di essere una persona nata in città e che dico, in Città, a cui però sarebbe piaciuto nascere circondata dalla saggezza e lentezza della campagna, della Natura, dal nozionismo diffuso nel campo agrario e nel campo e basta.
Ora, da ormai un bel po', vivo in campagna, e che dico, in Campagna.
Torno a casa nella notte in bicicletta, nel fuggi fuggi generale delle lepri.
Compro le uova, le patate, le cipolle i cavoli e i tulipani dai vicini, e le stagioni incidono sul mio quotidiano come mai prima d'ora.

Detto così, sembra bellissimo, vibrazioni positive a go go e riconciliazione con la Terra.
... ma devo ammettere che mi capita spesso, anche di questi giorni di crochi e bucaneve a punteggiare il mio giardino, di pensare che in fondo in fondo, sul lungo termine, io non lo so più se fa per me, questa vita di finta, piatta, sottomarina, campagna olandese.

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