Dunque, sarebbero quello che studio, quello su cui lavoro, se qualcuno mi chiede: che fai?, io dico che studio le onde del mare, ed è parte di quello che siamo venuti a fare, qui in mezzo all'Atlantico, studiarne le onde, le correnti, i tipi di acque che lo compongono.
Il fatto che queste onde abbraccino una serie di camini idrotermali, e tutto l'ecosistema che fiorisce intorno a questa specie di vulcani sottomarini, per noi è un dettaglio. Il nostro obiettivo è capire l'intensità e la variabilità del mare che scroscia fra la i picchi e le valli della dorsale medio atlantica, magari portando con sé sabbie e nutrienti, di valle in valle.
Queste onde che andremo a misurare e a studiare nei prossimi giorni sono dunque nel profondo del mare, ne accarezzano o fondali bui, qui parliamo quindi tra i 1500 e i 3000 metri.
Buffo che invece, in questo primo giorno di navigazione, siano le onde quassù in superficie a farci penare. Sono muri d'acqua, subito fuori dal porto, che si riversano sul nostro fianco e sulla nostra prua, senza tregua, e i corrimano in corridoio non sono mai sembrati così utili. Per il momento io sto bene, se sto qui a digitarvi questa storia, potete proprio credermi. Ho solo rovesciato un po' di zuppa di pomodoro a pranzo, ma devo ancora prendere la mano...
Dal mio team di "ondologi", però, sono stata quasi l'unica a onorare il cuoco a questo primo pasto in oceano.
Speriamo un pomeriggio tranquillo dia la forza a tutti di ignorarle, queste onde di superficie, che da domani sera ci dobbiamo concentrare su quelle un po' più sotto...
06 aprile 2015
Day 2: Onde
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