Ci sono 400 miglia dall'isola da cui siamo partiti al punto esatto in mezzo a questo mare grande dove dobbiamo arrivare. Questo significa circa 45 ore di navigazione, in cui si impara a conoscere la nave, l'equipaggio, gli altri scienziati saliti a bordo di questa spedizione, lingue diverse, italiano, portoghese, olandese, ci si abitua agli orari dei pasti e all'ondeggiare del mare.
Si ripassa il funzionamento degli strumenti che inizieremo ad usare domani mattina.
Purtroppo, troppa onda e troppo vento ci hanno impedito fin ora di abituarci a guardare il mare, e il suo orizzonte: siamo sempre al chiuso, protetti da pareti di ferro, esco solo al tramonto. Del mare, si sente il rumore però, soprattutto nella quiete della notte, quando sembra che più forte venga a sbatterci contro, e insieme a tutti gli scricchiolii della cabina, l'ondeggiare delle tende, lo sbatacchiare di metallo e il rumore del motore, si aggiunge al concerto della fase di transito, quando la meta è ancora lontana, e semplicemente, con la nave, si va.
Ogni tanto qualche rumore più forte: un'onda diversa, oppure, uno schermo di computer che non era stato fissato per bene, e si sbriciola schiantandosi sul pavimento. È strano, cose tanto diverse, hanno rumori quasi indistinguibili, nel mezzo dell'oceano.
08 aprile 2015
Day 3: Rumori di transito
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