26 aprile 2016

Bébé à la bibliothèque et sa Supermôm

Come si può immaginare, anche se sulla carta, o meglio, sul volantino, andare in biblioteca ad ascoltare storie con la scusa di un bébé suona benissimo, nella pratica, stamattina, mi son trovata ad esitare.
Una biblioteca sconosciuta, in una città per lo più sconosciuta, ma, soprattutto, una lingua sconosciuta, le Français, non aiutano ad uscire, se fuori pioviggina e e nuvole grigie si addensan sopra la suddetta città sconosciuta.
Alla fine però ha vinto la curiosità, o l'esser figlia di una bibliotecaria, non so, e preso bébé, passeggino e copri passeggino da pioggia, che non si sa mai, ci siamo diretti à la bibliothèque.

E che buona scelta è stata!
Una decina di bimbi, da pochi mesi a due anni, un tappetone rosso e tondo sul quale rotolare, qualche pupazzo, un carillon, e due ceste di libri da curiosare.

I libri che hanno letto sono "Quando sarò grande" (attenzione: un libro per bambini non buonista, finale a surprise!) e "Fra le mie braccia" (per chi fosse in attesa di un fratellino o di una sorellina) ovviamente nella loro versione francese, ma me li son proprio goduti. 

Dopo le letture ad alta voce, tempo per l'esplorazione, e direi che a T., ormai raffinato lettore poliglotta, è piaciuto più di tutti "Le Monstre" (questo non l'ho trovato in italiano).

Come mi è capitato di pensare alla fine di molte di queste mie, nostre, prime giornate losannesi: ho fatto proprio bene ad andare. 
La lingua, il paese, le novità: è tutto faticoso, ma per ora non c'è stata una volta che mi sia pentita di aver preso bébé e bagagli e esser andata a qualche iniziativa mamma e bébé, autopromossa o istituzionale come questa della biblioteca. 
T. così comincia a vedere un po' il mondo, a balbettare con altri bambini, inizia a rubare il ciuccio e a farselo rubare, a tenere stretti i suoi calzini, a rotolarsi fra i libri. Ascolta a casa l'italiano, e, in queste occasioni, il francese.
E io con lui.

Poi, sulla via di casa, incrocio questo, e per aver parlato in francese per più di cinque minuti con la bibliotecaria, facendo domande, capendo le risposte, e interagendo sulla soglia della normalità, me lo dedico tutto:




1 commento: