22 settembre 2016

Minuscoli drammi quotidiani/40: Cercar casa III

Arriviamo, famigliola al completo, puntualissimi per visitare un appartamento un po' fuori dal centro, ma promettente. Questa volta, eccezionalmente, so pure il campanello da suonare, il piano a cui salire, i dettagli insomma.
Fuori dal portone, una mamma, anche lei pupo-munita (che è risaputo, a cercare casa con dei bambini si sale nella graduatoria arbitraria dell'agenzia immobiliare di turno, e quindi chi ha bambini li porta, chi non li ha, li ruba e li porta, per farsi bello con l'agenzia, e per scoraggiare gli altri aspiranti all'appartamento), ferma in attesa.
Conversazione di circostanza: anche lei qui per la visita? Sì, voilà, ecc ecc.
Silenzio.
Io: Ha suonato il campanello?
Lei: Sì, so che bisogna suonare a Madame Pincopalla, ma vede, ho premuto qui (e indica un grande interruttore bianco con la scritta L sopra) e si è accesa la luce.
Lo ripreme. Si riaccende la luce esterna. Ronzio di elettricità. Silenzio.
Io guardo incredula la ragazza, l'interruttore, poi, 10 centimetri sopra l'interruttore, la fila dei campanelli.
Riguardo la ragazza, che mi indica sconsolata l'interruttore, la luce, e davvero, mi spiega, non c'è modo di poter suonare alla Madame Pincopalla.
Timidamente, allungo il mio ditino quei 10 centimetri più su, scorro la fila dei campanelli, e suono alla signora Pincopalla, che gentilmente ci apre.
Lei si spertica in un: Geniale!
Io entro per prima.
L'appartamento spetta a me di diritto, in caso faccia al caso nostro.

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