Sera, camera da letto, silenzio pre-notturno:
io, scoppiando in fragorosa risata: ahahahah
marito, si gira stizzito alzando gli occhi dal suo libro: scusa, ma cosa stai leggendo?
io, cercando di rimanere seria: un libro di teologia
marito, basito: ...
Perché in effetti l'"L'inutile fardello" non è solo un libello illuminante, che avrei dovuto
leggere tanto tempo fa, e che invece purtroppo era rimasto nascosto nella
libreria, ma anche una lettura piacevole, che fa rimpiangere il fatto di non averlo potuto conoscere, questo frate Ortensio, che deve essere stato, anzi, è sicuramente stato, un personaggio, un teologo, e un biblista davvero straordinario, con tutto quello che questo termine porta con sé.
Letto il libro, come si fa a non dirsi Cristiani? Ma soprattutto, letto il libro: che cosa vuol dire poi, essere Cristiani, quando si leva da questo concetto tutto quell'inutile fardello, appunto, costruitogli intorno negli ultimi duemila anni?
Un tema facile facile, insomma, per un librino che non può che essere solo una minuscola parte della ricerca di un senso, sia di Ortensio, sia del lettore, ma che comunque ne costituisce un pezzettino.
Lettura consigliatissima a chiunque si interessasse al tema, sia dal punto di vista religioso, che anche solo da quello storico culturale. Il problema è che adesso bisognerebbe mettersi a leggere duemila anni di studi biblici.
Bon, dai, cominciamo.
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